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Due cataloghi, per Gnam e Maxxi. Aspettando l’apertura del nuovo museo a fine maggio

ARTE

Maxxi, due volumi illustrano le opere

298 opere d’arte vanno a costituire la collezione del nuovo museo ideato da Zaha Hadid, che apre a maggio

ROMA – Presentati alla Galleria nazionale d’Arte moderna i due cataloghi che segnano la separazione tra la collezione destinata a restare alla galleria di Valle Giulia e le opere, in tutto 298, che vanno a costituire la collezione del Maxxi, il nuovo museo che inserisce Roma tra le grande capitali europee d’arte moderna e che aprirà le porte a fine maggio.
SPAZI MODERNI – Conto alla rovescia dunque per la creatura ideata da Zaha Hadid e per lo sviluppo di un sistema museale che nasce all’insegna del moderno, in spazi sempre meno museali e sempre più adatti alle performances e alle installazioni. A presentare i due cataloghi che riuniscono per la prima volta in ordine alfabetico tutti gli artisti che, esposti e non, appartengono alle collezioni museali contemporanee e moderne esistenti a Roma, sono stati i vertici del ministero nell’ultima versione-restyling che vede Roberto Cecchi neo-segretario generale del ministero, Mario Lolli Ghetti neo-direttore generale per il paesaggio, belle arti, arte contemporanea, Pio Baldi presidente della Fondazione Maxxi. Con loro il sottosegretario Francesco Giro e i direttori di Maxxi, Mart, Macro e naturalmente Gnam (Galleria Nazionale d’Arte Moderna).
1958 ANNO CRUCIALE – Naturalmente il discorso è partito dalla difficoltà prima, quella di distinguere tra moderno e contemporaneo. Insomma, come ha ricordato per primo Roberto Cecchi, «dov’è che si possono mettere i paletti e le delimitazioni precise, per poter catalogare e sistemare un’arte a volte così sfuggevole e poco classificabile?» Un concetto che è serpeggiato negli interventi che si sono succeduti dopo Cecchi, anche per spiegare quel limite a ritroso che è alla base della catalogazione, il 1958. Il catalogo, concepito come un repertorio alfabetico per artista, parte dunque dalla cuvée 1958 perché proprio in quell’anno l’allora storica direttrice della Gnam, Palma Bucarelli, avviò il primo tentativo di separare le opere storiche da quelle moderne.

DA DOVE ARRIVANO LE OPERE – Proprio da questa grande e fondamentale collezione d’arte, ha preso ora in tempi più recenti (il 2002) il via la collezione del MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, che ad oggi conta 298 opere frutto di acquisizioni, progetti di committenza, concorsi tematici, premi, donazioni, affidamenti. Tra gli ultimi generosi apporti quelli di Claudia Gianferrari. Ecco cosa si nasconde dunque dietro i due volumi del catalogo (Galleria Nazionale d’Arte Moderna & Maxxi, Le Collezioni 1958-2008, editi da Electa) che riunisce l’intera collezione di opere di arte contemporanea, esposte e non esposte, acquisite a diverso titolo dalla Galleria nazionale d’arte moderna e dal MAXXI.
SCENARIO STORICO-ARTISTICO – Oltre 1300 opere in due volumi, tutte riprodotte a colori e per la quasi totalità accompagnate da una accurata scheda descrittiva, rappresentano l’esito di oltre 50 anni di collezionismo pubblico – dal 1958 al 2008 – volto alla tutela, alla documentazione e diffusione dell’arte italiana e internazionale. Due saggi, a firma della soprintendente della Galleria nazionale d’arte moderna Maria Vittoria Marini Clarelli e del direttore del MAXXI Arte Anna Mattirolo, ricostruiscono lo scenario storico-artistico in rapporto alla politica di acquisizione dei due musei. La sezione catalogo è completata da un indice analitico per agevolare la ricerca.

Paolo Brogi
11 marzo 2010© Corriere della sera RIPRODUZIONE RISERVATA

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