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Il corteo dei bengalesi alla Magliana. Da soli, con pochi “bianchi” a fianco

Soli. Ci sono pochi italiani in corteo con i bengalesi alla Magliana. E la Magliana dov’è? Dov’è il quartiere delle occupazioni degli anni 60-70 e dei movimenti di lotta? In piazza, all’avvio del corteo dei bengalesi oggi alla Magliana come protesta contro il raid xenofobo di cui sono state vittime, c’è il segretario di sezione del  Pd, Podda, che è venuto in pratica da solo. Ci sono quelli di Action e della rete antirazzista, abbastanza sparsi, c’è il rappresentante del Blocco Precario Metropolitano, qualcuno di Senzaconfine, qualcuno di Sel. Poi ci sono ex del centro sociale della Magliana ora chiuso. Il resto sono solo bengalesi.
All’inizio c’è stata una contestazione nei confronti di due esponenti del Pdl, come Ciardi delegato di Alemanno alla sicurezza. Poi al microfono un bengalese ha ristabilito le distanze, da tutti: no al centro destra che ci dà la caccia, è vero, ma no anche al centro sinistra che per noi non ha mai fatto nulla di buono…
La gente della Magliana ascolta dalle finestre, chissà quanti sono conoscenti, amici, parenti, consanguinei dei “pischelli” che i carabinieri di Villa Bonelli stanno interrogando ormai da molte ore. Le bande di ragazzotti, un po’ pischelli e un po’ xenofobi, sono note a tutti qui alla Magliana. Roba di famiglia. Ma gli investigatori hanno bisogno di conferme per arrestare tutti e sei i giovani che per tutto il giorno sono stati sentiti in caserma.
Intanto un corteo nero nero ha sfilato oggi per le vie della Magliana, chiedendo a tutti di mostrarsi e di condividere una lotta da lavoratori. In testa un tricolore che garriva al vento. E dietro Batchu, il portavoce di questo esercito di gente umile venuta a lavorare per qualche briciola e ripagata troppo spesso a ceffoni e soprusi. Batchu al microfono ha snocciolato come sempre tutta una lunga serie di gerundi, il tempo verbale che gli piace così  tanto: noi denunciando…noi lavorando…noi chiedendo i nostri diritti…E poi l’affondo, molto chiaro staviolta: “«Rischiamo un’altra Rosarno se non si risolve questa situazione. Se continuano a metterci con le spalle al muro in due o tre anni la seconda generazione di stranieri potrebbe rivoltarsi». Ecco il promemoria di Batchu.

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