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Su Carlomagno, Larussa, il giornalismo, le mani, le conferenze stampa

In merito all’intervento manesco del ministro Larussa sul signor Rocco Carlomagno presente alla conferenza stamnpa del Pdl questa mattina e “reo” di ripetute domande-interruzione (basate sull’argomento Bertolaso) rivolte al premier, l’Unità ha subito approntato online un miniritratto del giovane free-lance, così si autodefinisce Carlomagno, non propriamente elogiativo. Vediamo l,’Unità:

Carlomagno, il “Paolini della politica” professionista delle incursioni

di Andrea Carugatitutti 
Ora cercheranno di farlo passare come un militante del Pd, o un manifestante del popolo Viola, o dei radicali. Ma in realtà Rocco Carlomagno, il signore che stamattina ha lungamente battibeccato col premier Berlusconi e col ministro La Russa, non è inquadrabile sotto nessuna di queste etichette. La definizione che più gli si attaglia è quella di “Paolini della politica”: un distrurbatore professionista, che non si perde un dibattito, una manifestazione o una conferenza stampa, e che si introduce sempre con l’intento di interrompere e di rivelare qualche “scoop”, quasi sempre sul tema delle scorie nucleari, presunti traffici di cui si dice certo. Oppure con l’intento di contestare i leader sul palco, quasi sempre di centrosinistra, di incalzarli accusandoli di aver trascurato qualche tema da lui ritenuto fondamentale.

Dopo alcuni anni a Bologna, dove era ormai famoso per le sue incursioni negli appuntamenti politici, ha fatto il grande salto verso Roma, dove ha continuato imperterrito a intrufolarsi in tutte le occasioni, e a bussare alle porte dei quotidiani con i suoi improbabili scoop, sempre con quell’aria un po’ lugubre, sempre con quell’insistenza un po’ border line che ha fatto scappare la pazienza a più d’uno, prima che al premier. Di certo va segnalato che la scena di oggi con Berlusconi rappresenta il punto “più alto” della sua carriera di disturbatore, il maggiore “colpo” mediatico. Poi, va da sé, ognuno reagisce col suo stile. Pannella, durante una conferenza stampa, dopo che Carlomagno si era impossessatoa lungo del microfono, arrivò a sbottare: «Ohhhhh, vuoi ridarlo quel microfono!!!!». Stile radicale, un po’ libertario e un po’ burbero. Oggi Berlusconi ha reagito alla Berlusconi, insulti sull’aspetto fisico e immediata indentificazione del disturbatore con «la sinistra». E La Russa, memore dei vecchi tempi dell’Msi, lo ha subito avvicinato e affrontato senza limitarsi alle parole, ma afferrandolo per il cappotto con  metodi decisamente inopportuni per un ministro.

Ma lui, Carlomagno, si era già distinto interrompendo Veltroni al Loft del Circo Massimo, e ancora recentemente Violante e D’Alema a un convegno sul processo penale organizzato da Italianieuropei, Carlomagno si alzò in piedi interrompendo l’intervento di Violante e criticandolo sul tema dell’immunità parlamentare.

Ora il Pdl sostiene di aver verificato che il quarantenne non è provvisto di tesserino di giornalista, e neppure di quella da pubblicista, cosa che non stupisce. Lo stesso ufficio stampa del Pdl ricorda di averlo visto stazionare davanti al Parlamento con un camper viola e sottolinea una sua iscrizione al Pd. Tentativi chiari, e gravi, di adddebitare l’azione di disturbo ai democratici o al popolo Viola.  Ma che nascondono un ulteriore errore degli addetti Pdl, che lo hanno fatto entrare alla conferenza stampa del premier anche se privo del tesserino. Dice l’ufficio stampa Pdl: «All’ingresso ha fugacemente esibito, contando sulla buona fede degli addetti alla reception un tesserino tipo pass per il Senato, qualificandosi falsamente come ufficio stampa del Senato, circostanza risultata falsa. Nonostante ciò – prosegue il Pdl – e nonostante fosse stato poi riconosciuto come persona non nuova a simili gesti provocatori, solo alla fine è stato invitato a fornire spiegazioni e generalità, che aveva l’obbligo di fornire stante l’arbitrario ingresso in un luogo privato».

L’avevano riconosciuto, dunque, e l’hanno fatto entrare ugualmente? E anche stavolta sarebbe colpa del Pd o delle opposizioni? La verità è che non hanno riconosciuto il “Paolini della politica”, quello è entrato e ha fatto il suo show. Il Pd, la “sinistra” e il popolo Viola non c’entrano davvero un bel niente. Berlusconi se ne faccia una ragione.

10 marzo 2010

Detto questo restano numerosi problemi sul terreno. 
Il primo riguarda Ignazio Larussa, ministro della difesa, uomo che allunga le mani improvvisandosi buttafuori con l’aria di chi, se potesse, spingerebbe volentieri ancor più l’acceleratore nei confronti del soggetto importunatore.Ma come si può concepire un simile intervento con le mani che afferrano il colletto? E poi con l’accenno di uno scappellotto? Il ministro, poi, a che titolo era lì? Certo, visto che ormai ci sono sindaci come Alemanno che abbandonano il consiglio comunale per correre a manifestare in pèiazza, allora la domanda è inutile.
Il secondo problema riguarda il concetto di giornalisti accreditati e di iscrizione all’albo. C’è una forte corrente di pensiero, in  cui i giornalisti di destra spiccano, che ritiene l’albo assolutamente un dinosauro da superare. Come è noto in molti altri paesi occidentali questo “monstre” non esiste proprio. Sulla materia ci sono nobili e meno nobili posizioni contrapposte. Un fatto è certo: il giornalismo non viene attuato in Italia solo da giornalisti professionisti. E ci mancherebbe…
Terza questione. Le conferenze stampa sono spesso, e lo sono troppo spesso quelle del giro di Berlusconi, appannaggio di poche domande accreditate. Quando sfugge alla regia qualcosa allora apriti cielo: è successo varie volte, con aggressioni verbali di cui ha fatto le spese la Venditti del Tg3 “rea”, così le fu imputato, di essere vestita troppo male. Proprio così gli disse Bderlusconi.
Quinto. Perché sarebbe poi provocatorio chiedere di Bertolaso?
Sesto. Consigliamo a Rocco Carlomagno che evidentemente ha il pallino del giornalismo (non so quanto appropriato) di trovarsi comunque una testata con cui operare, perché altrimenti è fin troppo facile finire per essere trattati come il “Paolini della politica”. Non lo conosco, ma dall’intervista che gli ha fatto l’Unità e visibile su you tube non mi sembra un Paolini sragionante. Magari rompicoglioni, sì, ma non un soggetto fuori di testa.
Questo per precisare.
Paolo Brogi

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