Informazioni che faticano a trovare spazio

Gentiloni, col comma 28 vogliono cambiare il web

Dal blog di Paolo Gentiloni:

Comma 28

“Per i siti informatici le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”. Così la lettera a del comma 28 della legge sulle intercettazioni in discussione al Senato. Sappiamo che il ddl Alfano limita drasticamente la possibilità di usare le intercettazioni nelle attività investigative (intercettazioni solo se ci sono già evidenti indizi di reato, solo per sei mesi, quasi impossibili quelle ambientali ecc). Sappiamo che limita drasticamente la libertà d’informazione (carcere per i giornalisti, editori trasformati in controllori delle redazioni, divieto di dare notizie durante le indagini preliminari ecc).
Dobbiamo sapere anche che la legge limita drasticamente anche la libertà della Rete.
Il vizietto è il solito (recentemente praticato dal decreto Romani): equiparare le norme sui siti Internet alle leggi sulla stampa. Il comma 28 interviene infatti a modificare la legge sulla stampa del 1948 estendendo ai siti Internet l’obbligo di pubblicare “le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari alla verità”. Come si fa ad applicare questa norma a un blog o a una piattaforma web? Più avanti il comma 28 aggiunge che la parte offesa può rivolgersi al pretore “qualora il responsabile delle trasmissioni informatiche o telematiche non pubblichi la smentita o la rettifica richiesta”. Ma chi è questo “responsabile della trasmissione informatica”? Insomma, il tentativo di estendere al web le norme sulla stampa di sessanta anni fa produce effetti patetici. Ma la sostanza non è comica: è il tentativo di cambiare le regole che finora hanno asscicurato la libera evoluzione della Rete.

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