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Immigrazione, venerdì e sabato alla Garbatella: due giornate per parlare di vecchie e nuove schiavitù

Parco della Garbatella “Cavallo Pazzo” di via Magnaghi 14, venerdì 2 e sabato 3 luglio, due giorni sull’immigrazione organizzati dall’Associazione lalottacontinua all’interno della Festa de “L’Altra Estate” organizzata dal collettivo “Casetta rossa”

L’Associazione culturale “lalottacontinua” ha progettato e organizzato una serie di iniziative sul tema dell’immigrazione, dal titolo “VECCHIE E NUOVE SCHIAVITU’ ”.



Abbiamo infatti pensato di dare voce a chi non ne ha, dedicando due giornate a persone che la fame e la mancanza di prospettive, le guerre, le persecuzioni e i regimi dittatoriali, hanno costretto a migrare.



Abbandonare la propria terra e gli affetti è di per sé un dramma umano. Ma lo è ancor di più se la “Terra Promessa” è un paese come l’Italia di oggi. Per lo più inospitale, insicura, incerta del proprio futuro, spesso incivile ed egoista. Le cui leggi restrittive e repressive nei confronti degli “Altri” confliggono non solo con i valori dell’accoglienza, dell’ospitalità e della solidarietà, ma offendono la nostra stessa storia di popolo di milioni di emigranti.
Per questo l’associazione “lalottacontinua” intende dare un contributo per infrangere il muro dell’invisibilità e l’oblio della memoria, attraverso incontri, resoconti, testimonianze, denunce, filmati e rappresentazioni teatrali. Dedicare la dovuta attenzione a questi argomenti ascoltando direttamente e senza mediazioni, le storie, i viaggi, lo sfruttamento e le lotte è per noi doveroso e contribuirà ad arricchire conoscenze e consapevolezza.



Non saremo certamente in grado di dare risposte ai bisogni primari di queste persone. Ma parlare degli scioperi dei metalmeccanici di Brescia (il primo sciopero di fabbrica degli immigrati), della rivolta di Rosarno, dell’eccidio di Castelvolturno ad opera dei “casalesi”, della grande manifestazione dei braccianti a 2,50 € l’ora che si è svolta poco tempo fa a Latina, ricordando la nostra “migrazione” degli anni ’60 e ‘70 a Torino come a Monaco, può contribuire oggi al superamento della separazione tra stranieri/immigrati/sfruttati e giovani/senza diritti/precari/espropriati del futuro. Rosarno e Pomigliano sono facce della stessa medaglia.



Venerdì 2 luglio

“GLI INVISIBILI”. MIGRANTI DI IERI E DI OGGI.
Dalle ore 17,30: Incontri, resoconti, testimonianze, denunce, filmati. La vecchia emigrazione degli anni 60’ e ’70 a confronto con quella attuale:
Dal Sud a Mirafiori – Gli italiani a Monaco nel 1970 – Vivere in baracca nella Roma del 1960 – La rivolta di Rosarno – La voce delle diverse comunità presenti a Roma – La denuncia del racket dei permessi di soggiorno – Il ricordo di Saifur Rahman Lucky, il bengalese ammazzato di botte nel 2008 a Roma da un gruppo di giovani teppisti – Un viaggio alla deriva su un barcone dalla Libia a Lampedusa.

Alle ore 21.30: “Spremutina Africana”. Teatro Forum con i lavoratori immigrati deportati da Rosarno.Rappresentazione teatrale sullo sfruttamento del lavoro e sulle condizioni di emarginazione degli immigrati. Spettacolo “interattivo” con la diretta partecipazione del pubblico sui comportamenti razzisti presenti nella società italiana e sulle moderne condizioni di schiavitù.



Sabato 3 luglio

Dalle ore 17,30: Incontri, resoconti, testimonianze, denunce, filmati.
Lo sciopero operaio di Brescia – Le vicende di Castelvolturno – I Sick, i nuovi schiavi dell’agro pontino.

Dalle ore 21,00: La situazione nel moderno lager (CIE) di Ponte Galeria (RM) (con collegamenti in diretta e diversi contributi) – Proiezione del film C.A.R.A. Italia di Dagmawi Yimer.
Il documentario non è un’inchiesta, e tanto meno un film di denuncia. C.A.R.A è l’acronimo di Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Rignano Flaminio, il luogo dove Dagmawi ha girato quasi interamente il film. E’ il racconto intimo e asciutto della vita quotidiana nei Centri di Accoglienza dalla prospettiva di due ragazzi somali, sorretti dal sogno di poter frequentare un giorno l’università e invece costretti a galleggiare nel vuoto e nell’incertezza dell’ospitalità italiana.

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