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Processo di Brescia, il 23 confronto tra Tramonte e Zotto

GIORNALE DI BRESCIA, 11 SETTEMBRE 2010

Strage, verità contro a confronto
di Pierpaolo Prati

Due verità opposte. Due versioni che devono essere confrontate per fare sintesi. Per capire dove sta il vero e per cristallizzare la prova al processo. Per questo Maurizio Tramonte, imputato di concorso nella strage di piazza Loggia insieme a Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Pino Rauti e Francesco Delfino, si troverà in aula di fronte all’ex amico Maurizio Zotto. L’oggetto del contendere è di un certo rilievo. Forse del massimo. Maurizio Tramonte, che come fonte Tritone, collaborando con il Sid, raccontò di incontri preparatori dell’attentato del 28 maggio ad Abano Terme tra Carlo Maria Maggi, Gian Gastone Romani e altri esponenti della destra ordinovista veneta, ha più volte sostenuto di non aver partecipato a queste riunioni e di aver tratto le informazioni poi riversate negli appunti dei Servizi segreti dallo stesso Romani, piuttosto che da terzi che ora non rammenta.
Da Zotto conferma delle accuse. Per i pubblici ministeri non è così. I dettagli riferiti da Tramonte, che raccontò anche del viaggio a Brescia di un emissario di Maggi pochi giorni dopo la strage, del suo incontro in piazza Loggia ed a Salò con camerati bresciani, ma anche dell’appuntamento in autostrada per prelevare casse di esplosivi da tir con targa olandese, danno conto della sua presenza in quelle occasioni. A nulla per i pm Francesco Piantoni e Roberto Di Martino vale lo sforzo dell’imputato di trincerarsi dietro una valanga di no, di non ricordo e di scuse.
A corroborare la versione dell’accusa, peraltro, proprio le parole di Zotto. Costui, amico di gioventù di Tramonte, ha riferito in aula di aver accompagnato l’imputato a casa di Romani proprio nel periodo in oggetto. Pochi giorni prima della bomba. Ma non solo. Zotto sostiene di ricordare le affermazioni di Tramonte all’uscita da quella abitazione: «Questi qui sono tutti matti». E ancora.
Il testimone sostiene di aver accompagnato l’amico a Brescia proprio nel giorno che questi riferì al Sid. «Mi disse che voleva vedere quello che avevano combinato quei pazzi» ha riferito alla Corte d’assise dando alla pubblica accusa più di una conferma, su uno dei punti decisivi dell’inchiesta.
Le due versioni contrastanti saranno oggetto il prossimo 23 settembre di un confronto che si annuncia particolarmente drammatico. A disporlo è stata la Corte d’assise con l’ordinanza sollecitata dalla richiesta di nuove prove formulata dalle parti. Contestualmente a questa decisione il presidente Enrico Fischetti ha disposto l’accoglimento nel fascicolo del processo delle dichiarazioni rese da Francesco Delfino, Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi e Pino Rauti in altri procedimenti penali. Nello stesso modo ha accolto anche i verbali resi da Alvise Munari e da Gian Gastone Romani. Così come richiesto dall’accusa suscitando l’opposizione delle difese.
Ammessi solo alcuni testimoni. La Corte, inoltre, asseconda solo parzialmente le parti del processo. Ammettendo in aula solo alcuni dei testimoni richiesti da difese e accusa. Ha accontentato il pm disponendo la citazione di Stefano Fanciulli, di Domenico Gerardini, Silvano Romanelli, Vittorio Sandrini e Angelo Tosoni. Assecondata anche la richiesta delle difese di sentire Guerino Agostini, Franco Fuschi, Franco Piovani e Adriano Petroni. Il processo tornerà in aula giovedì prossimo. In calendario le deposizioni degli ultimi testi e dei consulenti della difesa. Il giorno successivo toccherà all’accusa integrare il fascicolo, mentre il 21 settembre sarà il turno della difesa. Con il confronto tra Tramonte e Zotto del 23 il dibattimento dovrebbe essere definitivamente archiviato e lasciare spazio alle conclusioni delle parti.”

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