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Cresce a Brescia la protesta degli operai immigrati

Cresce la protesta degli immigrati in varie zone del paese per la regolarizzazione e i permessi. Un forte presidio è in corso a Brescia sotto la Prefettura dove ieri si è tenuta una manifestazione, di cui riporto la cronaca fatta sul quotidiano “Bresciaoggi”. La città è all’avanguardia in Italia per le proteste degli immigrati, in gran parte impiegati come operai nelle industrie della provincia. Ieri la manifestazione è andata da piazza della Loggia al Broletto. Il vicesindaco minaccia però per lunedì uno sgombero del presidio. Per venerdì è infine previsto un incontro a Roma.

DALLA LOGGIA AL BROLETTO. Con gli stranieri molti italiani: «Vengo dal Sud, a suo tempo sono stata discriminata anch’io», dice una donna. Ma il vicesindaco Rolfi non ci sta: «Spettacolo indecoroso, a questo punto ci resta solo lo sgombero»

15/10/2010

Brescia. «Negare il permesso significa negare il diritto di vivere»: lo sa bene Ahm Niang, senegalese di 45 anni, lavoratore autonomo in giacca e cravatta che si è unito al corteo di ieri pomeriggio in città, organizzato dai migranti che stanno protestando per avere risposte dalla sanatoria del 2009. Niang è a Brescia da 11 anni e «la situazione è peggiorata, la gente è più chiusa, non solo i governanti». Stefania Saulle invece pensa che i bresciani siano sempre stati ostili «non solo agli immigrati, ma anche ai meridionali: io sono venuta dalla Puglia 13 anni fa per lavoro e nessuno voleva affittarmi una casa». Anche Stefania si è unita al corteo per solidarietà: «Chiedono solo diritti che dovremmo avere tutti». Presente anche una decina di cinesi «dimostrazione di un’apertura eccezionale», nota Stefan, 18 anni, arrivato dalla Cina 10 ani fa, che funge da interprete.
Maria Ivanova, moldava, qui da 7 anni, raggiunge il corteo in piazza della Loggia: «Quando non avevo il permesso avevo paura anche ad andare al lavoro, è giusto che lo chiedano, hanno pagato tanto e vogliono solo lavorare, sono brave persone perché chi fa reato non scende certo in piazza».
SOTTO IL PALAZZO del Comune, i manifestanti ribadiscono che «se sgomberano il presidio di via Lupi di Toscana la protesta arriverà in centro».
Dalla Loggia al Broletto, perché dalla Prefettura si attende una data per un incontro richiesto la scorsa settimana dopo aver presentato una piattaforma di analisi e proposte firmata dal presidio, associazione Diritti per Tutti e Cgil.
«Contatteremo il signor Galletti nei prossimi giorni – rispondono dalla Prefettura – e per quel che riguarda la situazione del presidio è stata discussa nel comitato per l’ordine e la sicurezza: ci atteniamo alle leggi».
Da lunedì il presidio è sotto la minaccia di sgombero da parte del vicesindaco, che non ha rinnovato il permesso di occupazione del suolo: «Non ho capito perché – si chiede Ibrahim Djallo – Rolfi si metta contro la Cgil e la parte sana di questa città». «È stato uno spettacolo indecoroso, irrispettoso e offensivo nei confronti della città – commenta il vicesindaco -. Sentir gridare “Brescia vergogna” e “Assassini” offende una comunità che ha offerto solidarietà, lavoro e una costosa politica di integrazione. Il presidio è abusivo, e dopo l’ennesima dimostrazione di prepotenza da parte degli strumentalizzatori dei centri sociali non resterà altro da fare che sgomberare».
Intanto il presidio continua e «porta la lotta a livello nazionale – commenta Umberto Gobbi, di Diritti per tutti -: venerdì una delegazione bresciana sarà a Roma per l’incontro al ministero». Lunedì alle 16, inoltre, «consiglieri comunali e parlamentari bresciani sono invitati al presidio», conclude Gobbi.

Da Bresciaoggi del 15 ottobre

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