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Brescia, gli immigrati scesi dalla gru sono liberi. Spedito al Cie di via Corelli un egiziano, altri 9 espulsi

Ore 20,50. Brescia: dopo sedici giorni di gru Arun, Jimi, Sajad e Rachid sono scesi dalla gru. La mediazione portata avanti da Cgil, Cisl e Diocesi è andata in porto. Con un documento che è salito e sceso più volte i quattro hanno finalmente accettato di difendere le proprie ragioni con l’aiuto di avvocati (come Manlio Vicini) forniti dai mediatori.

La discesa dalla gru è avvenuta sotto una pioggia torrenziale mentre la folla dal presidio gridava: “Via la polizia” e “Resistenza resistenza” ma anche  “giustizia, siamo tutti sulla gru” e “lotta dura senza paura”.

Gli immigrati, saliti sulla gru il 30 ottobre, hanno salutato la folla. Nello scendere i quattro hanno fatto diverse pause lungo la struttura di metallo salutando tutti coloro che sono intervenuti nella piazza.

Poi lentamente, uno dopo l’altro, hanno percorso a ritroso i gradini del braccio meccanico a 35 metri d’altezza su cui erano saliti. A terra ad attenderli, centinaia di sostenitori della loro protesta. Con i loro avvocati sono portati in Questura.

E ora? Domenica sera si era collegato con loro, attraverso una radio, Dario Fo. Dario aveva portato la sua solidarietà di vecchio democratico e aveva anche scherzato un po’ con questi uomini sospesi a 35 metri di altezza su problemi incancreniti di questo paese.

Damiano Galletti, segretario della Camera del Lavoro, ha lavorato per una soluzione condivisa, in una città che conosce i furori leghisti ma anche la solidarietà di tanti altri.

Fino all’ultimo Diritti per tutti, l’associazione guidata da Umberto Gobbi, ha sostenuto questa lotta che, ricordiamocelo, avviene in un territorio in  cui i migranti – molto spesso operai di piccole e medie fabbriche – sono  ormai una presenza importante.

Questa è l’Italia dei prossimi anni, con o senza personaggi tipo Maroni che si vantano di profezie orribili tipo “con noi questi non avranno mai il diritto di voto”, dove diritto sta per tante altre cose e non  solo per il voto. Ma non è così.

Grazie dunque ai due pakistani, all’egiziano e al marocchino che hanno tenuto duro per sedici giorni, e con loro anche all’indiano e al senegalese  che li avevano accompagnati per una decina di giorni ritirandosi ppoi per ragion i sanitarie o familiari.

Ultima annotazione: questa lotta si è intrecciata, come in un a staffetta tra il passato e il presente, con il processo e ora la sentenza in arrivo per la strage di Brescia del 1974. Da una parte chi lavora e chiede diritti, dall’0altra i fautori assassini di un regime basato sul privilegio.

Aggiornamento a martedì ore 17: tre immigrati sono stati rilasciati dalla Questura e sono liberi (sono Arun, Jimi e  Rachid), in attesa del parere del Pm il quarto cioè Sajad. Ad assisterli sono stati gli avvocati Vicini, Zucca e Boinardi.

Intanto un egiziano fermato ieri al presidio è stato avviato al Cie di via Corelli, a Milano. Da lì sono già stati espulsi altri 9 immigrati fermati nei giorni precedenti.

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