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Colpo di mano notturno: non contento di aver tolto la parola pubblica a istruzione, il governo morente raddoppia i soldi alla scuole private

Si è sempre chiamato Ministero della Pubblica Istruzione. Da due anni, dopo alterne vicende, è diventato definitivamente Ministero dell’istruzione. Il Ministero della Pubblica Istruzione aveva questa denominazione dal 1861. L’aveva  conservata fino al 1929, fin  quando il fascismo lo tramutò in Ministero dell’Educazione Nazionale. Poi nel 1944 è tornato ad essere Ministero della Pubblica Istruzione. Fino al 2001. Poi dop alterne vicende, sotto Berlusconi,nel 2008 è diventato Ministero dell’Istruzione. Insomma l’aggettivo “pubblico” è scomparso. Immaginate perché?

Ce  lo spiega questo articolo di Repubblica sui maneggi della Finanziaria, dove con un colpo di mano notturno il governo Berlusconi morente ha raddoppiato il contributo alla scuola privata.

Scuola, nella notte il governo
raddoppia i fondi alle private

Il maxi-emendamento alla Finanziaria restituisce agli istituti paritari i 245 milioni tagliati. Nella casse delle università dovrebbero entrare 500 milioni. Durissima la Cgil: “E’ un gioco delle tre carte sulla pelle dell’istruzione”

di Salvo Intravaia

Il governo ripristina i fondi per le scuole paritarie, incrementa i finanziamenti agli atenei, restituisce all’università i fondi per le borse di studio e assegna le risorse per espletare i concorsi richiesti in queste settimane a gran voce dai ricercatori in agitazione in tutti gli atenei. Il maxiemendamento alla legge di stabilità per il 2011 (ex legge finanziaria) restituisce agli istituti paritari i 245 milioni tagliati con la prima versione del provvedimento. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, mette così a tacere la polemica derivata dal taglio del 47 per cento  (253 milioni) operato alle paritarie qualche settimana fa, che aveva creato più di qualche malumore, soprattutto negli ambienti cattolici.

L’emendamento del governo porterà nelle casse degli atenei anche 800 milioni che recuperano in parte i tagli effettuati con le ultime manovre finanziarie e andranno a incrementare il Fondo di finanziamento ordinario. Ci sono inoltre 500 milioni in più sullo stesso capitolo per gli anni a partire dal 2012 in poi. Una parte di questi fondi dovranno servire all’espletamento dei concorsi per professore di seconda fascia (associato) negli anni dal 2011 al 2016. Una integrazione ai finanziamenti delle università, quest’ultima, che potrebbe fare rientrare la protesta dei ricercatori contro la riforma Gelmini. La riforma dell’università portava a rottamazione i ricercatori che per oltre un decennio hanno insegnato e, in questo modo, supplito alla carenza di docenti di prima e seconda fascia. Ma che non si erano potuti dedicare alla ricerca a tempo pieno rimanendo indietro nei concorsi.

Un provvedimento, quello delle scuole paritarie, che provoca le proteste dell’Idv e un duro comunicato della Cgil scuola: “Si compie – dice il segretario Mimmo Pantaleo – il solito gioco delle tre carte. Si incrementano di 800 milioni i fondi per l’università, la cui ripartizione, tra concorsi fondo ordinario e diritto allo studio, non è  chiara, ma si confermano i tagli di 1,4 miliardi previsti dal decreto fiscale del 2008. Agli istituti di ricerca pubblici resta la diminuzione di 95 milioni del fondo per il 2011. Sono confermati i tagli per la scuola, anche per il prossimo anno e nel contempo sono aumentati di 245 milioni i fondi per le scuole paritarie.  Un governo in agonia vuole completare l’opera di demolizione della conoscenza pubblica per lasciare spazio alla privatizzazione”.

Il maxiemendamento al disegno di legge di stabilità stanzia anche 100 milioni per borse di studio e prestiti d’onore agli studenti universitari meritevoli. Sarà un decreto dei ministri dell’Economia e dell’Istruzione a stabilire “le tipologie di interventi suscettibili di agevolazione e i soggetti beneficiari meritevoli di agevolazione. L’Unione degli universitari considera questi 100 milioni una parziale risposta del governo alla mobilitazione studentesca. “Il governo – dichiara Giorgio Paterna – dopo le proteste degli studenti e di tutta la comunità accademica, ha fatto finalmente un passo indietro e restituito una parte di quanto tolto agli atenei”. “Queste risorse  –  prosegue – servono solo a ridurre il taglio previsto per i prossimi anni e non rappresentano in nessun modo un investimento sull’istruzione superiore, ma solo una parziale restituzione di tagli imposti” in precedenza.

(12 novembre 2010)

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