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Pompei, il crollo poteva essere evitato. Le proposte fatte venti anni fa. Parla il sovrintendente revocato

Pompei, il crollo poteva essere evitato. Lo spiega il funzionario dei beni culturali Angelo Ardovino, la cui nomina a sovrintendente archeologico di Pompei è stata bloccata a fine settembre senza spiegazioni chiare. Ecco l’articolo uscito su Corriere.it di oggi domenica:

UN VERTICE DI ESPERTI A FINE ANNI ’80

Pompei, parla il sovrintendente revocato
«Vent’anni fa c’era un piano per salvarla»

Angelo Maria Ardovino: contro il ristagno delle acque, si pensò di coprirla con un tetto, ma non ci diedero ascolto

ROMA – Un mese fa aveva lanciato un j’accuse per contrastare le voci calunniose intorno alla sua nomina -prima annunciata e poi revocata – a sovrintendente di Pompei. Adesso accusa: c’era un progetto che poteva salvare la Casa dei Gladiatori.
Pompei, vent’anni fa. Il fior fiore dei tecnici e dei funzionari del ministero dei beni culturali inviati dal quartier generale romano. Un intervento con fondi Fio, guidato da Giuseppe Proietti futuro direttore generale. A ricordarlo è Angelo Maria Ardovino, che oltre un mese fa si è visto bloccare dal ministero la nomina ormai in itinere: al suo posto sovrintendente archeologico di Pompei, divenne ad interim una collega. Un tradimento. Ma adesso vuol parlare di altro.

DRENAGGIO PRIORITARIO – «Il ministero prese allora (era la fine anni ’80) tutti i suoi migliori tecnici e li inviò a Pompei – ricorda Ardovino -. Guidava l’operazione Proietti. Tra i reclutati Pio Baldi, Ruggero Martines, Mario Lolli Ghetti, il sottoscritto e molti altri. Insomma un intervento di peso. Alla fine mettemmo nero su bianco cosa pensavamo. Il succo era che ritenevamo assoluta priorità il drenaggio delle acque, a causa dei ristagni molto pericolosi per le strutture. Inoltre fu indicato con chiarezza che non bisognava mai smettere la manutenzione».

RIMEDIO CONTRO LE INTEMPERIE – Infine una suggestione più generale: «Proponemmo di ricoprire Pompei e di non lasciarla più alle intemperie». Risultato? «Nessuno ci ha preso in considerazione. Non è stata fatta, per quanto mi risulta, nessuna delle tre cose suggerite. Si pensò ai custodi, magari. Ecco, Pompei è stata sempre affrontata in termini meramente speculativi. Si è pensato a incassare. Non a garantire al mondo questo bene così importante del nostro patrimonio archeologico».

MINISTERO DIFFIDATO – Ardovino non è solo amareggiato ma ha anche deciso di passare alla controffensiva. Per quanto riguarda la sua personale vicenda, ha fatto presentare ieri dal suo legale una diffida al ministero relativa alle incongruenze amministrative per la sua mancata nomina. Come spiegò a botta calda quando fu sospeso il procedimento di nomina «lì qualcuno, nel ministero, non mi ha voluto perché si covano chissà quali intenzioni speculative…».

Paolo Brogi
07 novembre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

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