Informazioni che faticano a trovare spazio

Sinai, sei eritrei uccisi dai negrieri. Fanno parte del gruppo fuggito dalla Libia

Nel disinteresse generale uno sterminio nel Sinai: ammazzati dai negrieri già sei eritrei, fanno parte del gruppo di profughi fuggito dalla Libia. La denuncia è di Habeshia, l’agenzia di stampa eritrea, e dell’associazione Everyone. A seguire poi l’articolo è di Repubblica online del 30.11.2010:


Poche parole per descrivere una tragedia. I parenti di alcuni rifugiati eritrei ci riferiscono un terribile evento. Tre uomini sono stati assassinati ieri dai trafficanti, perché le loro famiglie non hanno pagato il riscatto. Gli assassini hanno ucciso i tre uomini con colpi di pistola.

Le Nazioni Unite, l’Unione europea, i governi dei paesi civili, il governo dell’Egitto hanno il dovere di intervenire. Se gli assassini non vengono arrestati e gli ostaggi liberati, l’Egitto avrà legalizzato il traffico di esseri umani, la schiavitù, la tortura, l’omicidio a sangue freddo.

Aspettiamo una risposta e le azioni che possano salvare i 77 rifugiati ancora in vita. Chiediamo che anche il governo italiano e le personalità politiche attente ai diritti umani e alla vita dei rifugiati compiano ogni sforzo possibile per evitare nuove atrocità.

Gruppo EveryOne, Agenzia Habeshia e la rete di ong contro gli abusi sui rifugiati“.

Fonte: everyonegroup.com

EMERGENZA UMANITARIA

Hanno ammazzato altri tre profughi eritrei
Nel Sinai l’incubo di un popolo in fuga

Sono sei i profughi eritrei uccisi dai trafficanti che da oltre un mese tengono in ostaggio 80 rifugiati in fuga verso Israele che avevano già pagato 2.000 dollari a testa per il viaggio. Gli aguzzini avevano rilanciato a 8.000 con il camion fermo nel deserto al confine con Israele. L’appello dell’Onu

ROMA – Ne hanno ammazzati altri tre. Dunque adesso sono sei i profughi eritrei uccisi dai trafficanti che da oltre un mese tengono in ostaggio 80 rifugiati 1 in fuga verso  Israele e che  avevano già pagato 2.000 dollari a testa per il viaggio. Una cifra che poi i trasportatori aguzzini avevano rilanciato a 8.000 appena il camion, zeppo di persone in fuga, sfiancate dalla stanchezza, dalla fame e dalla sete, s’è fermato nel deserto del Sinai egiziano, quasi al confine con lo stato ebraico. Qui i mercanti di uomini hanno detto: “Fino a quando non pagate altri 8 mila dollari resterete qui, in mezzo al deserto”.

Presi a bastonate. Così, mentre le Istituzioni umanitarie dell’ONU e dell’Unione Europea chiedono al governo egiziano di mettere in atto le misure opportune per combattere la tratta dei migranti in fuga da guerre e persecuzioni, l’Agenzia Habeshia ha ricevuto la drammatica notizia dell’uccisione di altri tre ostaggi che, a quanto pare, avevano tentato di fuggire in un gruppo di dodici persone, ma subito dopo catturati,
torturati e pestati a bastonate.

L’appello di EveryOne – “Gli accordi con il dittatore Gheddafi, la trasformazione del’Europa in una fortezza, le continue violazioni della Convenzione di Ginevra hanno prodotto questa nuova tragedia, in cui i migranti si sono trasformati nei nuovi Ebrei e un nuovo genocidio viene celebrato nell’orrore,

nel sangue e nel silenzio,” affermano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, in un appello urgente rivolto alle Istituzioni internazionali. “L’Europa si sta abituando a parole come deportazione, reato di clandestinità, internamento”, hanno detto ancora i dirigenti di Every-One – ” le forze dell’ordine si trasformano in carnefici, i politici si affermano predicando xenofobia, i media addormentano le coscienze. Rinnoviamo l’appello: non consentiamo agli assassini di continuare i loro crimini e salviamo i 74 eritrei superstiti. Ma soprattutto, iniziamo a rispettare la Convenzione di Ginevra, senza la quale siamo tutti complici delle terribili violazioni dei diritti dei profughi”.

(30 novembre 2010) Repubblica online

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