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Sinistra: le primarie, per favore. E usare la cultura per la disoccupazione

Che fare? La sinistra che deve fare? Le primarie. Ecco che cosa bisogna fare quanto prima. Per decidere chi far eleggere nella prossima scadenza elettorale. Sembra semplice ma non lo è. Il Pd appare in grave difficoltà, i sondaggi non lo premiano,  nonostante tutto quello che succede. Però per tre sabati (13, 20 e 27) il Pd sta riavviando un porta a porta nazionale. Quando busseranno dite ai rappresentanti del Pd che bisogna fare le primarie. Temono Vendola? Pazienza. D’Alema è un problema? Pazienza. Bersani è un po Re Tentenna? Pazienza.

Quanto a Vendola bravo anche lui: dopo aver stupidamente detto di non voler partecipare alla manifestazione dell’11 dicembre (è del Pd…) pare si sia ricreduto e così ha chiesto una manifestazione in comune. Bene.

C’è poi un problema di contenuti. Prendiamo il più grosso, la disoccupazione dei giovani. Possibile che l’unico refrain in materia, come un moto pavloviano, sia parlar bene della legge Biagi e fare come gli struzzi di fronte al 24% dei giovani che è disoccupato? C’era una volta Karl Marx. Con un certo meccanicismo prevedeva la fine del capitalismo. Poi è venuto John Maynard Keynes, nato nell’anno 1883 in cui moriva Marx (a volte la storia è birichina) e ha sostenuto invece che il sistema capitalistico non è capace di autoregolamentarsi e che le crisi sono intrinsiche al sistema stesso.Perciò Keynes (sotto nella foto) riteneva che andassero affrontate, introducendo correttivi. Negli anni ’30 Roosvelt inventò la TVA, lavori pubblici nella Tennessee Valley Authority, impiego per i disoccupati. Si piange ora su Pompei che si sbriciola. L’Unesco assegnava all’Italia anni addietro (sbriciolamenti a parte) la metà dei beni culturali del mondo, esagerando un po’ forse ma andandoci non  troppo lontano. E allora? Non basta chiedere la testa di Sandro Bondi. Bisogna inventare un nuovo livello di valorizzazione non solo dei beni culturali ma anche di chi li deve valorizzare. Forse è questa la vera impresa nazionale, altro che la fabbrica italiana automobili torino detta Fiat. Il turismo in Italia è fatto di 43 milioni di persone che vengono qui, spesso trattate piuttosto male, in ogni caso creando il 12% del Pil. Lavoriamo su questi dati, lì forse c’è un gran futuro. Anche e soprattutto per la sinistra.

Conclusione. La crisi si avvicina, le elezioni anche. Un po’ di programma non farebbe male, l’urgenza prima restano le primarie. Così si saprà almeno per chi votare.

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