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Rosie the riveter e l’orgoglio delle operaie americane

E’morta a 86 anni “Rosie the riveter”, Rosie la rivettatrice. Geraldine Hoff Doyle, questo il suo vero nome, aveva fornito negli anni ’40 l’immagine di un’operaia che tenendo come un’arma la rivettatrice (la punzonatrice con cui si uniscono le lamiere) mostrava l’orgoglio dei sei milioni di operaie americane rimaste nelle fabbriche sguarnite di operai partiti per il fronte.

La modella del celebre poster “Rosie The Riveter” era stata immortalata poi anche da Norman Rockwell (il poster a destra). La leggenda di Rosie iniziò nel 1940, quando a 17 anni lavorava in una fabbrica metallurgica di Ann Arbor in Michigan.

Un giorno, durante una visita, un fotografo della United Press International aveva scattato una foto della ragazza all’opera. L’immagine fu poi utilizzata dall’artista J. Howard Miller per il poster “We Can Do It!”.

“Per milioni di americani nei decenni dalla Seconda Guerra Mondiale, la bruna mozzafiato con la bandana a pois rossi e bianchi era Rosie the Riveter”, ha ricordato il Washington Post.

Lo scatto della modella per caso esplose poi di nuovo negli anni ottanta quando il movimento per i diritti delle donne lo scelse come proprio simbolo.

Geraldine Doyle scoprì solo nel 1982 di essere la protagonista del poster, quando si vide nella foto originale in bianco e nero pubblicata dal Modern Maturity Magazine. Dopo essersi licenziata dalla fabbrica, Doyle aveva sposato un dentista e avuto cinque figli a Lansing, nel Michigan.

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