Informazioni che faticano a trovare spazio

Rom sgomberati al Collatino e accampati all’addiaccio, adulti e tanti bambini. “Chiediamo di tornare in Romania ma nessuno ci risponde. Dobbiamo occupare una chiesa?”

Da dieci giorni vivono sotto gli alberelli di viale De Chirico. I panni stesi sul reticolato di uno scampolo di parco, le bombole per cucinare seminascoste tra gli arbusti, teli di plastica per ripararsi se piove. Sono i rom sgomberati il 18 aprile dal campo irregolare di via Gino Severini, al Collatino. Rom rumeni, di Arad e Craiova, che chiedono invano di essere rimpatriati in Romania. Nessuno, spiegano, li sta a sentire. “Ci hanno sgomberato dicendoci che non gli importava nulla di dove andavamo – dice Dani Ghinea -,  quando è successo io con mia figlia ero al pronto soccorso. Così abbiamo perso tutto, compresi i documenti. Alla polizia e ai vigili abbiamo chiesto che il Comune ci aiutasse allora a tornare in Romania. Nessuno ci risponde…”.

Vivono accampati in uno scampolo di parco di viale De Chirico, tra Prenestina e Collatina. Venti famiglie di rom rumeni, all’addiaccio da dieci giorni. Erano ottanta famiglie in via Severini, le altre sessanta sono sparse nei dintorni in condizioni analoghe. Tamara Ionica, 38 anni, scuote la testa: “Tutti abbiamo chiesto un riparo e poi di poter rientrare in Romania, lì io ho cinque figli. Ma pare inutile…”. La bambina di Dani Ghinea frequentava la scuola elementare Pizzicaroli, ora non più. Lo stesso altri bambini che si aggirano nel campetto improvvisato. I Lakatos sono qui con la bambina che ha dieci anni, fanno avanti indietro dalla Romania da po’ di tempo da quando la piccola è stata operata al cuore al Bambino Gesù. Lei sorride, l’ultimo controllo è andato bene, certo questa vita all’aperto e alle intemperie non è l’ideale. Gheorghina, la madre, ha un altro figlio, neanche lui va più a scuola. Sdraiati per terra, sotto un prugno, ci sono i Todorov, con altri tre bambini. Accanto la famiglia di Magda Maria, altri piccoli.

“Ci hanno solo cacciato dalle nostre baracche, nient’altro – ripetono i rom di viale De Chirico -. Per farci ascoltare dobbiamo occupare anche qualche chiesa? Eppure nessuno ci sta a sentire. E la polizia è venuta anche qui, agenti in borghese, si limitano a dire che ce ne dobbiamo andare. Ma come? E dove?”. Vicino al campetto improvvisato ci sono palazzi a cinque piani, una residente si aggira col suo cane e commenta : “Mi chiamo Irma Vari, sono una pensionata, non trovo giusto che questa povera gente sia costretta a vivere così. Tempo fa abbiamo raccolto firme contro gli sgomberi di rom senza alternative. Ci riferivamo al campooi di via Campigli. Hanno firmato parecchie maestre, il farmacista, il bar, alcuni abitanti. Abbiamo inviato le firme al Quinto Dipartimento del Comune. Anche ora li sto chiamando…”. Dani Ghinea protesta:  “Siamo stati sgomberati per politica. Ci hanno lasciato in mezzo alla strada. Ma Roma ora è davvero più libera?”.

Paolo Brogi

Corriere della sera 29.4.2011

foto di Stefano Montesi

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