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De Mauro. E gli altri sette giornalisti uccisi in Sicilia. Da Cristina a Mauro Rostagno e Beppe Alfano

Sono otto i giornalisti uccisi in Sicilia. Dal 1960 ad oggi. Uno di loro era De Mauro. Oggi la Corte d’assise di Palermo ha mandato assolto l’unico imputato, Totò Riina. Dalle motivazioni sapremo poi cosa non ha funzionato in questo rinvio a giudizio, che ci consegna un’amara constatazione: nessun colpevole dopo 41 anni per la morte di De Mauro.

Cosimo Cristina – il primo degli otto giornalisti uccisi in Sicilia –  aveva 25 anni quando nel maggio del 1960 fu ucciso a Termini Imerese. Era il 5 maggio, lo fecero ritrovare morto sulla ferrovia, come Peppino Impastato morto il 9 maggio del 1978. Dopo Cristina toccò a Mauro De Mauro nel 1970. Due anni dopo a Giovanni Spampinato. Poi dopo Impastato fu ucciso Mario Francese, nel ’79, e poi Pippo Fava nel 1984, lo stesso anno in cui in Campania venne ammazzato Giancarlo Siani. E poi dopo Fava è toccato a Mauro Rosagno nel 1988 e cinque anni dopo, nel ’93, a Beppe Alfano.

Il “fango” ha accomunato tutte queste morti. E la mancata giustizia. Il fango  innanzitutto, perché a dopo aver eliminato la persona serviva anche screditarne l’operato dimostrando che tutto ciò che era stato scritto e denunciato dal morto non valeva nulla.

Corollario del fango, anzi sua essenza in molti caso, sono stati i depistaggi che hanno imperversato nelle inchieste giudiziarie grazie a spezzoni dello stato che poi si sono rivelati collusi con la mafia.

La mancanza di giustizia è ora di nuovo sotto i nostri occhi con questa sentenza su De Mauro.

Per queste ragioni ci vedremno il 19 giugno a Roma all’Alpheus, dalle ore 17,30 in poi. Non  si tratta di ricordare solo Rostagno ma di battersi contro un sistema di ingiustizie ancora molto forte.

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