Informazioni che faticano a trovare spazio

Rostagno, 14° udienza del processo (30.6.2011)

14 udienza processo per l’omicidio di Mauro Rostagno:

Ad apertura di udienza il pm Del Bene ha prodotto un certificato di morte della teste Faconti Alessandra, risultata deceduta nel 2007. Per cui transitano nel processo i verbali di dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria nel corso delle indagini. Transitano anche i verbali sulla testimonianza di Antonello Marini che fu agente di scorta del giudice Falcone, a proposito di un incontro che Rostagno avrebbe avuto col magistrato a Palermo. Le parti concordano anche di acquisire i verbali delle testimonianze del prof. Umberto Santino, presidente del centro di documentazione Peppino Impastato.

Santino è presente in aula e le parti nonostante l’acquisizione del verbali decidono ugualmente di sentirlo.

E Santino riferisce dei contatti avuti con la Faconti per incarico di Rostagno, che lui conosceva bene già dagli anni 70, e che lui era tornato a incontrare nel maggio del 1988.

In quella occasione Rostagno gli fece una lunga intervista su traffici di armi e droga, sulle connessioni tra mafia e massoneria in Sicilia e in provincia di Trapani.

“Quando morì Rostagno andai alla Saman e chiesi se quella mia intervista era mai andata in onda, ma non seppi nulla, mi colpì la circostanza che in comunità nessuno sapeva della sua attività giornalistica. Il giorno dei funerali avevo chiesto di potere parlare ma mi fu impedito.

Tempo dopo scrissi a proposito della presenza di Claudio Martelli che era stato compiuto il tentativo di appropriarsi di quel cadavere, verso una parte politica che nulla poteva avere a che fare con Rostagno. Nell’attività giornalistica svolta in una città dormiente, assopita, mi colpì la sua volontà di fare controinformazione, nel senso che egli non cercava le consueti fonti, ma come Impastato andava a cercare notizie tra gli stessi soggetti che potevano avere interessi rispetto alle cose delle quali si interessava e allora gli dissi che si poteva prestare a strumentalizzazioni, nel senso che a lui potevano riferire solo una parte delle cose o solo le cose che si faceva comodo potere fare sapere. Gli dissi anche dell’editore della tv che sapevo la famiglia essere coinvolta in fatti giudiziari, ma lui mi rispose che era molto libero, non subiva pressioni. Penso che una delle fonti poteva anche essere l’editore della tv. Certamente il suo interesse era riservato alla folta presenza di sportelli bancari a Trapani, si interessava ai traffici di droga e di armi. Parlava degli intrecci tra mafia e massoneria”.

A questo proposito Santino produce due comunicati stampa del centro risalenti al 1995 relativi alla nomina ad assessore regionale dell’onorevole Francesco Canino.

“Produssi anche la copia di un articolo del Giornale di Sicilia dove Canino nel 1993 diceva che non sapeva della presenze delle logge massoniche segrete a Trapani dietro le quinte del centro Scontrino, di esserci andato una volta e in quella occasione di sapere della massoneria, in quell’articolo – racconta Santino alla corte -, Canino riferì della sua iniziazione, fatta con il rito del dito punto, questa dice Santino alla corte mi sembrò più una affiliazione mafiosa che massonica. Nel corso della testimonianza Santino ha riferito dell’eccezionalità del personaggio Rostagno, grande uomo di cultura, capace di parlare con la gente, che in quel periodo non esisteva un giornalismo analogo a quello da lui condotto. Santino riferisc che il progetto investigativo e conoscitivo di Rostagno concentrato su droga e armi sviluppava la sua attività controinformativa. Santino ricorda che lui da Rostagno doveva essere intervistato altre due volte, dopo quella sul traffico internazionale di droga, poi dovevano fare una intervista sulla mafia omicida e l’altro sulla mafia finanziaria. Santino ,morto Rostagno, offrì alla tv la nostra collaborazione ma non raccolse alcuna adesione.

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