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I contadini romani contro la speculazione edilizia. Un murale a Monte Mario

Domenica di protesta degli agricoltori romani, realizzato a Monte Mario un grande murale per dire no alla speculazione edilizia. Da corriere it del 25.9.2011:

AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE

I contadini protestano a Monte Mario
un murale per dare la terra ai giovani

Agricoltori-artisti realizzano domenica 25 un’opera di 25 metri per due: per dire no al cemento nelle campagne

ROMA Un murale di 25 metri di lunghezza per dire no all’aggressione al territorio e alla speculazione edilizia. A realizzarlo domenica, a Monte Mario, agricoltori romani della Cia (Confederazione italiana agricoltori), dell’associazione «Territorio Roma» e della cooperativa Co.bra.gor. No alla speculazione, sì al recupero agricolo della campagna romana.
L’opera impegnerà dall’alba di domenica mattina per molte ore della giornata giovani agricoltori protagonisti in prima persona dell’avvio di una vertenza cittadina sull’accesso dei giovani alla terra. Con ultimazione al tramonto, i giovani agricoltori-artisti realizzeranno un’opera murale a tema, autorizzata dal Comune di Roma e con il patrocinio del Municipio XVII, sul muro di contenimento della collina di Monte Mario che costeggia il lato destro del Viale dei Cavalieri di Vittorio Veneto (direzione Balduina), nel tratto finale, in prossimità dell’incrocio con la Via Trionfale, per uno sviluppo lineare di 25 metri e un’altezza di 2 metri.

COMUNE AGRICOLO D’EUROPA – Roma Capitale è tuttora «il Comune agricolo più grande d’Europa – spiegano in un comunicato i promotori dell’iniziativa -, conserva un patrimonio di aree verdi di grande valore paesaggistico e ambientale, grazie alla permanenza delle pratiche agricole tradizionali, la cui sopravvivenza è costantemente minacciata dall’espansione urbanistica e dall’assenza di ricambio generazionale nei conduttori agricoli, pur riscontrandosi nelle giovani generazioni della città un interesse crescente per il ritorno alla terra».
«L’elevato costo di acquisto e affitto dei terreni rappresenta il principale ostacolo al nuovo insediamento giovanile – sottolinea la Confederazione agricoltori – , mentre il circuito della rendita fondiaria, alimentata dalle destinazioni edificatorie, sta allontanando definitivamente l’attività agricola anche dalle aree più vocate della campagna romana”.

VERTENZA PER L’AGRICOLTURA URBANA – «Le organizzazioni promotrici ed i giovani che animano questa iniziativa – spiegano poi gli agricoltori – intendono aprire una vertenza con gli enti locali sul rilancio dell’agricoltura urbana a Roma, sulle concrete opportunità occupazionali per i giovani in questo settore, a partire dal recupero a fini agricoli dei terreni di proprietà pubblica non utilizzati e in stato di abbandono.

DISTRIBUIRE I TERRENI DEMANIALI – La Confederazione Italiana Agricoltori di Roma, l’Associazione “Territorio Roma” e la cooperativa Co.bra.gor invitano l’assessore all’agricoltura della Regione Lazio Angela Birindelli, il Sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno e il delegato all’agricoltura Francesco De Micheli, l’assessore all’agricoltura della Provincia Aurelio Lo Fazio, a concordare la predisposizione di un bando pubblico per l’assegnazione a cooperative di giovani agricoltori di terreni di proprietà del demanio, dei Comuni e di altri Enti pubblici e a costituire nella Regione Lazio una agenzia specializzata («Banca della Terra») in grado di facilitare il primo insediamento dei giovani imprenditori agricoli».

ALTERNATIVA AI NUOVI PIANI EDILIZI – L’iniziativa viene appoggiata da Legambiente che atrtraverso Lorenzo Parlati spiega: «Siamo preoccupati per il Nuovo Piano Casa della Regione Lazio che minaccia anche le aree protette. Il cemento rischia di sfondare grazie a una legge che permette ampliamenti in tutte le zone in cui in modo generico sono indicate costruzioni. In precedenza avevano zone D e zone sviluppo, ora la formulazione è generica e lascia aperta la porta a tutto ciò che di abusivo è stato realizzato nel tempo e che ora trova spazio per essere addirittura ampliato».
Positiva, sostiene Legambiente, è dunque «la mobilitazione degli agricoltori perché l’agricoltura nei parchi è l’unica attività compatibile. Oggi si rischia che le aziende agricole in crisi per la situazione economica generale possano essere costrette a svendere dagli speculatori».

Paolo Brogi
25 settembre 2011 13:45 Corriere.it

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