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Malagrotta non chiuderà. Ecco i lavori che in gran segreto si fanno già a Testa di Cane, a ridosso delle case di Massimina

Cosa sta succedendo a Testa di Cane? A Roma, nell’invaso che è a ridosso di Malagrotta e che confina con la popolosa borgata Massimina fervono i lavori: come si vede dalle foto si sta allestendo qualcosa. Cosa? Forse il futuro di Malagrotta, se dovessero venir meno i siti scelti dal prefetto. Allora ecco Testa di Cane, dove già era prospettata in passato una discarica di  cinque milioni di metri cubi,   sufficiente per sopperire allo smaltimento dei rifiuti della capitale per tre anni.

Così, dopo 35  anni  di megadiscarica a Malagrotta e 23 anni  di inceneritore a Ponte Malnome (dal 1962 al  1985), ecco  Testa di Cane,  cioè  in un invaso situato  a  qualche metro  di distanza dal parco pubblico “Bosco di Massimina”,  in un’ area profondamente  e ufficialmente inquinata nelle falde acquifere e nelle acque superficiali,  secondo i dati ARPA e ISPRA, in attesa da anni di un piano di  messa in sicurezza per poter avviare finalmente  la bonifica : un sito  (Testa di Cane,  appunto)  immediatamente contiguo alla mega-discarica esaurita e tuttora colpita da procedura d’ infrazione europea,  un sito,  infine, che sarebbe  ancora più a ridosso delle case di Massimina di quanto non sia stata  e non sia tuttora  Malagrotta. Senza contare i problemi di impatto ambientale aggiuntivo  e relativi controlli problematici  derivanti  dalla Raffineria di Roma,  dal gassificatore,  dall’inceneritore dei rtifiuti ospedalieri,  dalle numerosissime cave,  dagli impianti di carburante e gas   (impianti a RIR  –  a rischio di incidente rilevante,  come  pure la raffineria)  e  infine dal traffico di mezzi pesanti  (1.300 camion al giorno).

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