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Nuovo governo: profumi d’incenso e di banche, ma il gran premio va a Catricalà, il garante che in sei anni non ha mai visto nessun conflitto d’interessi

Nuovo governo, nuovi ingredienti? Intanto un po’ d’incenso. Poi vai con le banche. E infine – tanto per non scontentare gli ex inquilini di Palazzo Chigi – pure qualche scimmietta di quelle che non vedono…Comunque governo già piuttosto diverso nell’insieme, grazie proprio ad alcuni ministeri chiave come interno, giustizia, difesa affidati a neoministri come Cancellieri, Severino, Di Paola. Ma veniamo ai sapori meno gradevoli.

Un vago odore di incenso, piuttosto diffuso.  

Ecco Lorenzo Ornaghi (neoministro ai beni culturali) che è alla testa della Cattolica di Milano ed è anche vicedirettore dell’Avvenire.

Ecco Renato Balduzzi (Salute) che vanta la leadership del Meic, Movimento ecclesiale di impegno culturale.

Ecco Francesco Profumo (Istruzione) considerato notoriamente molto vicino al cardinale Bagnasco, presidente della Cei.

Ecco Andrea Riccardi (cooperazione e sviluppo) fondatore e presidente della Comunità di Sant’Egidio.

Odore forte di banche e di affari viene invece dalla scelta di Corrado Passera (Sviluppo), che ha un passato trafficatissimo tra affarismo e finanza avendone combinate di tutti i colori, e da Elsa Fornero (Lavoro) che è vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo. Nonché da Piero Gnudi (Turismo), consigliere di Unicredit.

Che altro? L’ambasciatore Giulio Terzi di Santagata (Esteri) è noto soprattutto per aver fatto da pontiere quando era in Israele per la visita sdoganatrice di Gianfranco Fini.

Un ruolo speciale è infine per Antonio Catricalà (sottosegretario alla presidenza del consiglio). Questa scelta premia  un  custode della trasparenza dei mercati che come garante non è sembrato scorgere alcun conflitto di interessi al governo negli ultimi sei anni.

Dal contributo statale deciso dal governo Berlusconi per l’acquisto dei decoder venduti dall’azienda del fratello Paolo (assolti in quanto avrebbero generato solo un “vantaggio economico contenuto”), passando per l’inaugurazione dell’allora ministro Lunardi di una galleria costruita da una ditta di sua proprietà (“Lunardi inaugura la galleria Lunardi”, titolò qualcuno). 

Nulla da eccepire sui suggerimenti dell’ex premier a Fiorello (“Lascia stare Sky e vieni a Mediaset…”) dati allo showman in qualità di imprenditore e abbandonata (per un paio d’ore) la veste di Presidente del Consiglio. Ecc ecc

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