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Riforme che non costano: ora rivogliamo la fermata del Plebiscito. E la statua di Ercole indietro con l'”attributo” originario

Bene, si volta pagina? Allora rivogliamo subito la fermata del Plebiscito.

Ora che palazzo Grazioli torna ad essere un palazzo qualunque il Prefetto di Roma deve accogliere la richiesta di migliaia di cittadini romani che hanno chiesto invano finora la restituzione della fermata degli autobus in via del Plebiscito elimninbata su input dell’inquilino per supposte ragioini di sicurezza.

Seconda riforma che non costa: il nuovo presidente del consiglio – chiunque esso sia – restituisca quanto prima le statue che per vanità e narcisismo l’ultimo inquilino di Palazzo Chigi si è fatto consegnare da pavidi funzionari della sovrintendenza archeologica sottraendole al Museo romano delle Terme di Diocleziano per metterle negli uffici e sulle scale del palazzo. E si provveda anche a togliere la protesi che su inpout dell’inquilino altri poveri funzionari (dell’istituto centrale del restauro, stavolta) hanno appiccicato al “membro” tronco di Ercole, completando l’attributoi.  Il “pisello” della statua torni com’era prima, non importa che l’inquilino abbia fatto spoendere soldi inutilmente allo stato per riappiccicare pezzi di pisello. E’ una questione di decenza archeologica. A proposito, le statue e i gruppi marmorei sono quattro. Contateli prima di restituirli.

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