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“Battitura” sulle inferriate, i detenuti di Regina Coeli e Velletri hanno avviato la protesta

 

I detenuti di alcune carceri del Lazio (Regina Coeli e Velletri) hanno iniziato a protestare con la tradizionale “battitura” sulle inferriate delle celle per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle drammatiche condizioni di vita all’interno delle carceri. Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

I detenuti hanno manifestato, ancora in modo non organizzato, negli orari riservati al pranzo e alla cena. A Regina Coeli si è anche registrato il caso del lancio di una bomboletta di gas accesa contro un agente di polizia penitenziaria.

I problemi sollevati dai detenuti sono quelli noti che affliggono il sistema carcerario italiano: sovraffollamento, scadente qualità di vita nelle celle, carenza di agenti di polizia penitenziaria, di educatori e di risorse finanziarie che rendono scarse o nulle le possibilità di socializzazione o di intraprendere un percorso di formazione professionale da utilizzare al di fuori del carcere.

Le proteste dei detenuti si aggiungono a quelle, dei mesi scorsi, degli agenti di polizia penitenziaria che a più riprese hanno protestato contro la situazione delle carceri italiane.

«Sono ormai mesi che, indistintamente, tutte le componenti del pianeta carcere denunciano il rischio che il sistema possa collassare – ha detto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni – Nelle carceri quotidianità vuol dire convivere con un’emergenza perenne, in strutture affollate e prive di supporti concreti che, troppo spesso, diventano  fonti di sofferenza e di atti di suicidio. In questi prime settimane di attività, il nuovo ministro Severino ha dimostrato di aver capito qual è il problema; tra le soluzioni proposte, quella del braccialetto elettronico e quella dell’utilizzo delle celle dei commissariati, ci lasciano perplessi. In ogni caso, fino a quando non si metterà mano ad una legislazione vigente fatta apposta per creare nuovi detenuti, credo che ogni misura sarà destinata a fallire Ripeto, non c’è più tempo da perdere. Questo è anche il messaggio che viene dalla visita di papa Benedetto XVI a Rebibbia».

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