Informazioni che faticano a trovare spazio

Paolo Brogi in II liceo, a Pisa. Ma chi sono gli altri?

La foto del liceo. Credo II C. Dunque sui 17 anni. Al Liceo classico Galilei di Pisa, via Curtatone e Montanara, Pisa, anno 1961 presum0.

L’ho messa da un po’ come salvaschermo. Perché? L’ineffabile speranza è di ricordare con questi volti i nomi. Una catastrofe, al momento: su 17 persone ne posso ricordare al massimo, ora, un paio, la Faetti e  la Galoppini (senza neanche i nomni di battesimo). Anna Maria Faetti? Elena Galoppini? Forse..

E gli altri? La Galoppini, la più brava della classe, è quella a destra. Braccia incrociate, bontà sua, si dispone verso il centro , ma si vede che è totalmente autonoma. Almeno lo spero per lei? Che fine ha fatto. Lo ignoro. Professoressa?

Faetti è su in alto nell’ultima fila a sinistra: cerchio nei capelli, sorriso ovvio, è vicina a me che sono l’ultimo a sinistra. La ricordo anche perché era del “ramo”, nel senso che come me era figlia di maestri. Una sorta di mini-collega. Che sia finita nella scuola anche lei?

Poi ecco il mio grande, esteso vuoto. La prof al centro, bruttina vero?, col suo grembiule come usava al tempo, una mano in tasca, l’altra fintamente penzoloni, insomma  cerca di fare la disinvolta in questa operina di corvée, la foto con gli alunni. Chissà chi era…

Mi colpisce alla sua sinistra la ragazza con quel suo inclinarsi al centro, del genere sottomissione  un po’ ruffianesca. Esagerazione, vero? Però ha le scarpe col cinturino,oh oh…

Mi piace infinitamente di più, accanto a lei, questa combattente dall’aria primordiale: mi incuriosisce assai. Non cerca sponde né indulgenze , guarda dritto davanti a sé, non è una bellezza (è evidente) ma ha una notevole forza. Boh…La immagino dovunque.

Sull’altro lato, sempre in prima fila, oltre una con gli occhi chiusi di cui non so nulla, ecco la “damina” col pie’ in avanti, capelli cotonatissimi per compensare l’altezza, grembiule slacciato tanto per intenderci. La seguono due regular, che altro dire. Solo i sorrisi mi sembrano quasi evocativi, già ma di cosa?

Nella seconda fila, da sinistra, ecco uno che doveva essere un sardo, forse di cognome faceva Boe . O me lo sogno?

Le due al centro dovevano essere amiche, c’è a ria di una certa complicità tra loro.

Ultima fila: accanto a me, ultimo a sinistra, un ragazzo con lenti spesse, leggermente  inclinato dalla mia parte. Era un amico? L’ho purtroppo rimosso.

Oltre la Faetti poi, di cui ho già detto, ecco una paio di ragazze: la prima è del tipo studiosa e buona figlia (i capelli, guardateli…), l’altra ha un sorriso imbarazzato, forse era la più intelligente del gruppo, chissà… Infine lo spilungone, unico con cravatta dei poveri quattro maschi. Che cosa sarà mai diventato poi?

E io? Mi appaio molto giovane, all’estremità, quasi in fuoriuscita, ma chi sopportava allora il trantran di un liceo? Sorrido, certo, una concessione alle convenzioni. Ho la giacca, come lo spilungone (lui sarà finito a lavorare in banca?),  ma l’ho calmierata con un girocollo alla francese. Non era il tempo quello forse di “L’anno scorso a Marienbad”? Delphine Seyrig, Sacha Pitoëff, ma anche, incredibile, Giorgio Albertazzi. E’ il film di Alain Resnais che presenta ii Nim, il più celebre gioco con i fiammiferi. Per Giorgio Albertazzi, protagonista del film, il gioco diventa un’ossessione. Esce sempre sconfitto contro il suo avversario, Sacha Pitoeff. Qual è la strategia vincente per il Nim? C’è, c’è…

Aiutatemi a dare un nome a questi volti, vi prego.

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