Informazioni che faticano a trovare spazio

Spazio a squallide “leggende metropolitane” nel libro adottato da Tullio Giordana su Piazza Fontana. Come quella su Rostagno

Mi dispiace che Marco Tullio Giordana – autore celebrato per “I cento passi” – si sia affidato per Piazza Fontana a un libro che tenta di ricostruire un’intera stagione italiana con argomenti che lasciano di stucco. Il libro di Paolo Cucchiarelli è “Il segreto di Piazza Fontana”, edito da Ponte alle Grazie, uscito con scarsa eco un anno fa. La sostanza del libro è di “bombe raddoppiate”, quelle messe dagli anarchici (cioè Valpreda) e quelle raddoppiate dai fascisti (e chi per loro).  Un copione che l’autore vede ripetuto anche a Brescia, come ha appena detto su Facebook (pagina “Processo per la strage di Brescia”).

Ora, lasciando a sé la discussione sulle perizie balistiche, tutto il ragionamento di Cucchiarelli sembra fondarsi su una fonte “indicibile”, nel senso che non ha nome e cognome, di un estremista di destra che – bontà sua – ha spiegato all’autore il vero quadro.

Basta lì. Scorrendo il finale del libro – acquistato a suo tempo e per ragioni di tempo finora non letto – mi è caduto l’occhio sul capitoletto dedicato a Mauro Rostagno, che insieme a Feltrinelli, Pinelli e Calabresi va a completare il quadro d’insieme ricostruito dal Cucchiarelli.

Ed ecco cosa leggo nel suggestivo capitoletto intitolata a pagina 609 “Il segreto di Rostagno” (a proposito quanti segreti.,..). Leggo: “In carcere a Favignana, il boss di Mazara del Vallo, Mariano Agate  dirà a Renato Curcio:”L’assassinio di quel tuo amico, di Mauro Rostagno, non è cosa nostra ma cosa vostra è”. Chi gli aveva tappato la bocca era interno al suo ambiente”.

Ho già scritto in passato su questo presunto colloquio che chissà perché mai viene sempre proposto in corsivo (certamente per dargli maggior risalto) e a volte arricchito di un iniziale “beddu mio”, il che fa sempre colore. Paolo Cucchiarelli, giornalista, dovrebbe sapere che le notizie giudiziarie hanno un banco di prova molto preciso, gli atti in proposito. Li ha letti? Ha letto cosa risponde Renato Curcio all’autorità giudiziaria? Sa di che cosa sta parlando, oltre al fatto – di per sé piuttosto ignobile visto che è costruito sul nulla – di attribuire agli ex compagni di Rostagno (e cioè a Lotta Continua) il suo omicidio? Ma che sarà mai… Una volta preso l’abbrivio Cucchiarelli scrive a briglia sciolta. Fermiamoci qui. E ripassiamo la materia: la deposizione che Renato Curcio a metà del 1996 rese al procuratore Gianfranco Garofalo di Trapani.

Il verbale, il “ verbale di sommarie informazioni” con cui la Procura di Trapani acquisì le risposte da parte di Renato Curcio è del  31.7.1996. Il  verbale porta il numero di registro 339/96 Rg mod 21, è stato redatto a Roma presso gli uffici del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, presenti il procuratore G.Garofalo, il sostituto A.Rovida e il dirigente Digos della Questura di Trapani G. Pampillonia. Ed è, caro Cucchiarelli, agli atti processuali del processo in corso a Trapani nei confronti dei mafiosi Vincenzo Virga e Vito Mazzara come imputati dell’omicidio Rostagno, un processo giunto alla 25° udienza e di cui Cucchiarelli sembra non sapere. Ma cosa si legge nel verbale?

Ecco: “Non risulta al vero – risponde Renato Curcio a una precisa domanda in proposito – che io sia stato avvicinato in carcere da Agate Mariano che mi avrebbe, nell’occasione, detto che l’omicidio di Mauro non era cosa che riguardava la mafia. Ritengo di non averlo mai incontrato o, quantomeno non lo conosco personalmente”.

Caro Cucchiarelli, questo è quanto. Mi dispiace per la tua prosa così libera e insinuatrice, se il tuo libro sarà riedito spero che tu ne tenga conto. Correggersi è sempre meglio che perpetuare l’errore. Che in questo libro sul segreto di Piazza Fontana non  mi pare l’unico. E allora concludiamo: non so quanto Tullio Giordana, che dicono aver acquisito i diritti di questo libro, e con lui i noti sceneggiatori Rulli e Petraglia, si sia abbeverato al lavoro di Cucchiarelli. Spero abbiano tenuto conto anche di altri lavorti in merito, a partire dall’ottimo libro di Giorgio Boatti per Einaudi. Certo l’idea di un Valpreda bombarolo e utile idiota può essere apparsa molto interessante e “vendibile”. Ma sempre nel ramo “cosa vostra è”, che è il ramo delle leggende metropolitane (sarebbe interessante risalire a chi le ha messe in giro…).

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