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Caritas: i Cie fanno perdere percezione della propria identità

Caritas: i Cie “sono alienanti, annichiliscono le persona e fanno perdere la percezione della propria identità”.
Il direttore di Caritas Ambrosiana commenta il Rapporto sullo stato dei diritti umani nelle carceri e nei Cie.
Immigrazioneoggi, 03-07-2012
Diciotto mesi nei Cie “sono alienanti, annichiliscono le persona e fanno perdere la percezione della propria identità”. Così il direttore della Caritas Ambrosiana, don Roberto Davanzo, ha definito il trattamento che subiscono gli immigrati irregolari, in occasione della presentazione del Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei Cie della penisola.
“Chi è trattenuto nei Cie – ha dichiarato il sacerdote – ha commesso reati amministrativi che paga con una reclusione a volte peggiore di quella dei detenuti, perché vissuta nella più totale inedia, in giornate vuote senza senso, senza capire perché sono lì e come faranno a uscirne”. Un’equipe di Caritas Ambrosiana dal 2004 opera all’interno del Cie di via Corelli a Milano per offrire assistenza legale ed educativa. Il direttore della Caritas ha inoltre affermato che, in taluni casi, è possibile parlare di un trattamento al limite della tortura.
Dello stesso avviso è stato Pietro Marcenaro, presidente della Commissione diritti umani del Senato. Parlando dei centri visitati dalla Commissione nel corso del 2011 e dei primi mesi di quest’anno, Marcenaro ha descritto realtà in cui “i trattenuti vivono in una situazione di promiscuità terribile. Ragazzi fermati senza documenti vivono accanto a persone che provengono dal carcere”. È necessario, afferma il senatore, “far sì che i Cie siano la soluzione estrema, favorendo altre soluzioni, come il rimpatrio volontario”.

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