Informazioni che faticano a trovare spazio

In Siria va avanti il massacro, l’Occidente guarda, i giornalisti in pochi sul posto e a loro grande rischio: resoconto di un incontro a Roma

Grazie all’associazione “Cittadini del Mediterraneo” martedì 9 a Roma è stato fatto il punto sulla situazione siriana. Nel senso che sono state forniti notizie e approfondimenti che per varie ragioni mancano nei nostri media, complice il terreno bruciato che sull’informazione è stato fatto dal regime di Assad e dai suoi spietati sicari.

La serata, con un pubblico che riempiva la sala sul barcone messo a disposizione dalla Società Romana di Nuoto è iniziata col coordinamento di Mattia Ciampicacigli  con una messa a punto da parte di Padre Paolo Dall’Oglio, fondatore del convento di Der Mar Musa in Siria, luogo d’incontro di tutte le fede presenti in Siria e da anni impegnato a sostenere la democratizzazione del paese.

In breve, tra il suo e l’intervento molto utile del professore dell’università orientale di Napoli Haddad Sami si è riusciti a capire il carattere popolare di una rivolta che la disinformazione del regime propone come frutto di manovre occidentali e dei servizi segreti.

In realtà come ha spiegato a lungo Haddad tutto è iniziato da alcuni giovanissimi writers che nel sud del paese ispirati dalle immagini di Al Jazeera sulle rivolte arabe hanno scritto sui muri che la fine del “dottore”, nomignolo affibbiato a Bashar El Assad, era vicino (il fatto è anche in un post di questo blog pubblicato a suo tempo).

Arrestati sono scomparsi e inutilmente le loro famiglie hanno cercato di farli scarcerare. Il colloquio che i genitori hanno avuto col responsabile della sicurezza è stato drammatico. Costui ha detto: dimenticate questi figli, fatene altri se potete, se non potete chiamateci che ci pensiamo noi.

Di fronte a questa offesa è nata una reazione che non si è più fermata e che nella spirale della repressione – arrivata ad usare oltre ai carri armati anche i cacciabombardieri con sgancio di bombe – ha visto nascere pian piano i comitati dei ribelli.

All’inizio tutto questo è stato contrastato da cecchini che sparavano ed uccidevano coloro che più di altri durante le manifestazioni lanciavano slogan o davano indicazioni, e poi sono stati colpiti anche tutti coloro che usavano cellulari per scattare foto e documentare ciò che accadeva.

Il quadro di come si opera oggi da giornalisti in Siria è stato fatto subito dopo da l tunisino Salah Methani che ha alle spalle due “ingressi” semiclandestini nel paese per conto di Rainews24.

Il giornalista ha ricordato alcuni dati fondamentali: in questo momento i giornalisti occidentali dentro sono pochissimi (la BBC con le sue guardie del corpo, Al Jazeera con uno status particolare, poco altro), entrare è molto pericoloso e richiede di affidarsi a meccanismi che conoscono il territorio e i posti di blocco spesso volanti, in alcuni posti come Aleppo non c’è né kuce né internet, il regime uccide ed è pericoloso usare i satellitari (un giornalista inglese è stato intercettato e colpito da bombe mentre trasmetteva col satellitare).

Saleh ha poi spiegato che il cosiddetto esercito di liberazione in realtà non esiste come tale, anche se Faisal Al Mohammed di “Siria libera e democratica” ha invece rivelato che proprio ieri ad Aleppo si stava tenendo un summit di tutti i capi delle formazioni anti-Assad.

In generale poi è stato stigmatizzato il silenzio occidentale che sta lasciando di fatto mano libera al regime spietato di Assad.

Dal convegno è stato auspicato di segnalare in vece ai ministri Terzi e Riccardi la necessità di avere una posizione definita  sulla materia e una presenza contro lo sterminio di civili siriano giunto oggi a contabilizzare oltre 30 mila morti.

Uno strascico infine a proposito di Israele, identificato come stato ebraico sionista senza ombra di distinzione tra lo stato, il popolo e il governo (in questo momento quello di Netanyahu), cosa su cui sono intervenuto invece per ricordare le necessarie distinzioni e non alimentare antisemitismo. Da parte mia ho poi invece auspicato che i contributi portati al convegno vengano fatti circolare in un giroi più ampio, a partire da una pubblicazione sul web. E questo blog si è dichiarato a disposizione.

Foto: in alto al tavolo da sinistra Salah Methani , Padre Paolo Dall’Oglio, Mattia Ciampicacigli, Faisal El Mohammed e Sami Haddad.

Foto Andrea Brogi

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