Informazioni che faticano a trovare spazio

Processo per l’omicidio di Mauro Rostagno, Trapani, 45° udienza

45° udienza del Processo per l’omicidio di Mauro Rostagno, aula Falcone, Trapani. (Verbalizzano Rino Giacalone e Marco Rizzo)

Comunicazioni del presidente Pellino sulla perizia balistica…legge una ordinanza

I periti balistici avevano chiesto di potere eseguire una prova di sparo molto particolare considerato che l’elemento di prova all’esito di questa prova andrebbe distrutto….

Il presidente Pellino autorizza la prova su due delle tre cartucce repertate e dispone realizzazione documentazione fotografica….

Il presidente Pellino comunica ancora che sono giunte le informazioni anche se vanno in parte completate chieste alla Dia di Catanzaro e Palermo rispettivamente su Antonella Agostini e delitto Giacomelli nonché per il coinvolgimento di Virga Vincenzo sullo smaltimento rifiuti

Il presidente Pellino segnala nota del comando carabinieri Trapani, un’iformativa su risposte puntuali su diverse questioni poste dalla Corte e corredata da numerosi allegati…

Informativa puntuale e leale (parole di Pellino) il capitano Guiglio del nucleo oeprativo di Trapani che l’ha redatta è pronto a deporre…Il pm Del Bene informa che alla Procura di Trapani era stato chiesto verbale di interrogatorio del maresciallo Li Causi, capocentro di Gladio …l’unico verbale che si è trovato è pero omissato, evidenzia il pm Del Bene, e quindi chiede alla Corte di sollecitare la Procura di Trapani a rendere il verbale integro

Primo teste dell’udienza, il questore di Piacenza ed ex capo della mobile di Trapani Rino Germanà

Il presidente Pellino lo avvisa che la sua depoisizione è sttaa disposta su punti precisi…Risposta di Germanà…Sono stato della Mobile dal 1987 al 1991….dal 1984 al 1987 sono stato dirigente del commissariato di Mazara del Vallo

Mentre si è appena seduto come teste, vi segnaliamo la lunga e interessante prima deposizione di Rino Germanà, all’epoca a capo della mobile di Trapani, oggi questore a Piacenza. https://www.youtube.com/results?client=safari&rls=en&q=rino+germanà+rostagno&oe=UTF-8&redir_esc&um=1&ie=UTF-8&gl=IT&sa=N&tab=w1

Il 1 maggio 1989 avvenne il delitto di Mastrantonio Vincenzo. Il presidente Pellino chiede se la Mobile si interessò del delitto…Si, risponde Germanà

Germanà racconta….L’attività di indagine fu concentrata sul vissuto dell’ucciso:  avevamo altre attività parallele condotte nei confronti di un certo Gucciardi (con intercettazioni), da questa attività vennero fuori elementi che ci permisero di ricostruire il tessuto relazionale di Mastrantonio, impiegato dell’Enel, una sorta di tecnico, anzi un tecnico, era un cacciatore, aveva licenza porto di fucile, aveva rapporti assidui con determinate persone, Gucciardi Antonino, Asaro Mariano, Scandariato Nicolò, Virga Vincenzo, lo chiamava “padrino” secondo le testimonianza. Aveva rapporti commerciali con un certo Vultaggio perché si occupava di coltivazione di meloni, e questo Vultaggio era collegato a Vito Parisi (tutti i nomi citati erano-sono uomini di mafia ndr), alla fine era emerso un tessuto relazionale sotto il profilo investigativo molto corposo…era significativo per noi l’acquisto da parte dell’ucciso di una moto ad Alcamo, che apparteneva al figlio di tale Manno figlio di Cola esponente di spicco della mafia di Alcamo, questo Mastrantonio aveva una doppia vita: il lavoro da una parte e i collegamento mafiosi dall’altra…

Queste notizie quando le avete acquisite? Le conoscenze scaturivano da intercettazioni su Gucciardi che era compare di Mastrantonio Vincenzo…intercettazioni avviate 20 giorni prima del delitto…il Gucciardi mostrò preoccupazione a partecipare al funerale di Mastrantonio

L’omicidio di Mastrantonio Vincenzo ci portò a pensare ad un eventuale ruolo nel delitto Rostagno perché lui era operaio dell’Enel….Avevamo chiesto riesumazione cadavere per fare alcuni accertamenti….non mi ricordo che esito ebbe questa richiesta…

L’accertamento doveva riguardare le impronte..per vedere se venivano rilevate anche sui bossoli in sequestro del delitto Rostagno…

Il dott. Germanà chiede di leggere una informativa per vedere se trova cenni relativi alla domanda posta…

Informativa del 21 settembre 1989…..una precedente de 23 giugno…..nell’informativa si legge che c’è un esito rispetto alla riesumazione del cadavere: furono operati i rilievi a proposito delle impronte digitali, esito contenuto in allegato che però non c’è…

L’esame dattiloscopico riguardava raffronti con “omicidi in genere” non solo relativamente al delitto Rostagno

La corte sospende un attimo per consentire alle parti di leggere il contenuto delle due informative

Piccolo riassunto. L’omicidio di Vincenzo Mstrantonio, siccome impiegato Eel, portò a pensare a un ruolo nell’omicidio Rstagno, dato che mancava la luce nella zona al momento dell’omicidio. Si fece una perizia per vedere se fosse possibile rivelare impronte sui bossoli dell’omicidio Rostagno. Pensarono anche che essendo cacciatore potesse far parte di qualche gruppo di fuoco. L’avvocato Galluffo (legale di Vito Mazzara) chiede di vedere l’informativa letta da Germanà, che fa presente che il foglio è scarabocchiato e pieno di appunti che potrebbero non entrarci nulla. Le altre parti ricordano che anche loro dovrebbero leggere. Dopo un “siparietto” tra il questore e l’avvocato, il Presidente sospende per cinque minuti per permettere di leggere il documento alla difesa.

Si riprende

Domanda della corte…..A proposito del delitto giudice Giacomelli (Trapani, 14 settembre 1988)

Il presidente chiede….ci fu un fatto saliente, il rinvenimento di scooter casco e revolvere taurus….a ridosso del delitto…ricordo, risponde Germanà, come abbiamo ricostruito la scena….il revolver fu trovato in un cassonetto della spazzatura dove c’erano revolver e casco il cassonetto era vicino al luogo del delitto…abbiamo anche rinvenuto la vespa….

Nelle prime ore dopo il delitto si fa riferimento a scooter, casco e revolver (una Taurus)
Fu fatta perlustrazione ad ampio raggio nei dintorni e la polizia trovò l’arma in un cassonetto.
Il sequestro del materiale (compreso casco e scooter) è ascrivibile alla squadra mobile.
Gerrmanà non ha ricordi su perizia balistica fatta su revolver. Fatta la refertazione interviene la scientifica che ne ha la competenza.

Il ricordo (esordisce Germanà) è relativo al rinvenimento di peli di cavallo sulla moto, però non ci furono accertamenti…noi avevamo fatto alcune indagini ma poi furono arrestate altre persone e non dal nostro ufficio….

I carabinieri non hanno traccia di atti su perizia secondo Pellino, ma, dice Germanà, “tutte le carte della Mobile furono riesaminate dall’Autorità Giudiziaria, quindi anche dai carabinieri”

Germanà: Noi abbiamo sviluppato attività investigativa sul delitto Rostagno la nostra attività è finita all’autorità giudiziaria….c’era un teste che per noi non era attendibile e lo divenne per i carabinieri, fu fatto un processo, gli imputati furono tutti assolti

Altra domanda….Ha mai saputo di una iniziativa dell’ispettore Cicero che avendo appreso da alcune fonti determinate notizie si precipitò a Roma a riferirle al capo della Polizia? Episodio tra gennaio e settembre del 1988….Il teste non ha ricordo di questo fatto

Domanda sul delitto Rostagno….Accertamenti nei confronti di tre operai che avevano bivaccato nella cava dove fu trovata l’auto dei killer? Nessun ricordo…può darsi che ci siano riferimenti nel rapporto e magari oggi non lo ricordo

Domande del pm Del Bene…Verifica su Mastrantonio a proposito della sua attività lavorativa….temporalmente in coincidenza del delitto Rostagno: la moglie ci disse che in quel periodo era ammalato….Causale del delitto Mastrantonio? Ucciso per vicende interne a Cosa nostra ma le ragioni non riuscimmo a individuarle

Rapporto tra Mastrantonio e Virga……Accertammo che Virga aveva fatto da padrino al suo battezzo perchè Virga conosceva il padre…..

Domande avv. Esposito per Saman…..Le funzioni di Mastrantonio….Erano funzioni tecniche….

Avv. Miceli parte civile Chicca Roveri (è in aula) e Maddalena Rostagno….Il teste a domanda dice di non ricordare se fu accertato la zona di competenza del Mastrantonio…Per ucciderlo gli spararono al cuore, lui aveva una Ford Fiesta, aveva 150 mila lire lasciati all’altezza dell’inguine, poi c’erano mozziconi di sigaretta con rossetto, come a volere fare intendere che c’erano questioni legate a donne….non ricorda il tipo di armi usati….forse un fucile ma nel rapporto ci sono le indicazioni

Domande dell’avv. Galluffo…..Fu trovato anche un profilattico non utilizzato….A proposito di Enel: ci fu un corto circuito presso cabina luogo delitto Rostagno? Abbiamo verificato anche questo: non risultavano all’evidenza manomissioni, per  i tecnici fu collegato al brutto tempo del tempo corto circuito prodotto da eventi e non da manomissioni almeno all’apparenza

Domande avv. Vezzadini….Sulle funzioni di Mastrantonio presso Enel: ci sono le sommarie informazioni del suo compagno di squadra, ,erano tutti e due tecnici dell’Enel

Domande della Corte….Accertamento nella cabina Eenel sul luogo del delitto Rostagno: agli atti c’è relazione del 1988 che fa riferimento ad accertamento eseguito il 27 settembre 1988 da funzionari tecnici Enel e da funzionari polizia di stato. Il presidente Pellino chiede notizie su alcuni particolari rilevati…

Pellino si chiede come mai quella zona fosse al buio da giorni e l’Enel non fosse intervenuto. Il corto fu dovuto a polvere e maltempo, secondo l’Enel quando fu interpellata dalla polizia.

In aula viene sentito ora un altro teste…

Deposizione di Natale Torregrossa fondatore logge circolo Carreca di Trapani …Fondammo cinque logge, anche una loggia femminile, tutte facevano riferimento a Piazza del Gesù…..Noi eravamo con Mandalari in fase iniziale e poi con il principe Alliata

Ha incontrato mai Licio Gelli? Assolutamente no…..era Aldo Celi…dopo 30 anni ci si rifà la stessa domanda. Licio Gelli non è mai venuto a Trapani.

Ha mai incontrato Mauro Rostagno? Due volte, una volta l’ho invitato quando nella sede delle logge venne il principe Alliata cui fece una intervista…poi andai su suo invito a Rtc per chiarire alcune cose….alle sue domande gli dissi che noi ci occupavamo di spiritualità e alleanza universale…..

Non riesce a collocare temporalmente l’incontro….forse 1988

Nel 1988 le logge funzionavano lo stesso nonostante le indagini….

Non sapevo chi era Rostagno, se lo avessi saputo non l’avrei invitato né la prima volta né ci sarei andato….per me era uno che si occupava con la Saman di spiritualità,  su questo terreno ci siamo incontrati

Il presidente chiede di cosa parlò con Rostagno? Solo spirituali. Non si parlò di traffico di armi? No…..Di contatti con ambasciata bulgare? Tutte queste cose sono state sviscerate nel processo precedente risponde stizzito il teste…Io andai da lui perché volevo approfondire determinate questioni del principe Alliata…armi? a che proposito ne avrei dovuto parlare con lui….

In atti – osserva il presidente Pellino – c’è un verbale di sommarie informazioni reso da Rostagno da dove emerge che il vostro colloquio fu di altra natura….da questo atto – prosegue Pellino – il primo contatto tra il teste e Rostagno avvenne la mattina del 22 febbraio 1988 con oggetto intervista resa dal principe Alliata….Alliata aveva risposto ad una domanda di Rostagno dicendo che a parità di merito per un determinato posto è da preferire un “fratello”…Rostagno mi chiese spiegazioni su questo io ribadii che i fratelli garantivano maggiore spiritualità…

Ancora Pellino: dallo stesso atto Rostagno risulta che con lei avrebbe parlato delle indagini in corso sulla Iside 2……risulta che lei in un primo moento si rifiuta a fornire chiarimenti, tornate a sentirvi e stavolta lei accetta ‘incontro e stavolta è lui che viene da lei…presso una agenzia di viaggi di sua proprietà  In questa sede incontra lei, sua moglie, l’avv Sandoz e il sig. Tartamella Antonino…

Nella mia agenzia – risponde – loro venivano a fare i biglietti…….Il teste risponde negando la circostanza…Secondo il verbale Rostagno avrebbe chiesto notizie su Paolo Scontrino gran maestro venerabile, voleva sapere se fosse attendibile…Pellino chiede se si parlò di un contrasto tra Scontrino e Francesco Canino? Non mi risulta risponde Torregrossa…..Ma lei – dice Pellino – gli avrebbe parlato di questi contrasti? Assolutamente no, risponde il teste che si lamenta del fatto che questo verbale non è mai stato trattato nel processo Iside 2, io – dice – questo verbale non lo conoscevo….Rostagno non lo consideravamo come personaggio pubblico, importante, per noi era un giornalista, lavorava alla Saman, tutta questa confidenza non c’era motivo di darla….Io sono andato a Rtc, non ci sono dubbi, ma non parlammo di rapporti tra noi e Gelli….

Nell’atto – riprende Pellino – c’è scritto che lei a Rostagno avrebbe detto che Geki non c’entrava nulla con la Scontrino…

Risposta del teste…E ne avrei parlato con lui di Gelli? Assolutamente no….Ancora dal verbale: voi, cioè lei e Sandoz avreste escluso rapporti di Scontrino con servizi segreti per traffico di armi….Come mai questo verbale esce ora? Con il tempo i frutti maturano chiosa Pellino….Con Rostagno – dice Torregrossa – abbiamo parlato di spiritualità. Il presidente Pellino fa domande più approfondite, stavolta il teste risponde non ricordando…..Non abbiamo toccato nemmeno i temi dell’indagine Iside 2…Avete parlato dell’affiliazione di Canino? Non lo ricordo….non è che era mio fratello che ci “cuntava” tutti i cosi….Dal verbale: Torregrossa e Sandoz avrebbero detto a Rostagno che Canino era stato affiliato 10 giorni prima della sua candidatura alle regionali nel 1981 e poi cheise di essere messo in sonno….Il fatto è vero risponde Torregrossa ma Rostagno sapeva queste cose certamente non per averle apprese da me

Torregrossa si stupisce che queste domande non gli siano state fatte prima. L’avvocato Esposito ricorda che “con il tempo i frutti maturano”. Con Rostagno, precisa Torregrossa, abbiamo parlato solo di spiritualità. “Se c’era una loggia coperta dovevo parlarne a lui?”

Io andai a Rtc a incontrare Rostagno, e ci andai da solo….dice il teste. Nessun incontro nella mia agenzia, in precedenza lui era venuto nella sede della loggia con la troupe per intervistare Alliata…altre volte non l’ho più incontrato….io ci andai perché voleva chiarite cose rispetto all’intervista fatta da lui…

Domanda del presidente Pellino: chiede al teste se conosce il dentista di Saman….No risponde il teste….il presidente Pellino continua con la lettura del verbale dove Rostagno riferisce di un colloquio con il teste e altre persone….Rostagno in quel verbale dice di avere appreso di una visita all’ambasciata Bulgara a Roma e in Toscana dove incontrò Licio Gelli e un cardinale….Torregrossa conferma la visita all’ambasciata bulgara e nega la visita in Toscana….Per me queste cose Rostagno se le è inventate, dice Torregrossa…Noi siamo stati per parlare con l’addetto culturale bulgaro che poi venne a Trapani…Noi facevamo cultura a Trapani (detto sottolineando la circostanza) e per questo venne il rappresentante culturale della Bulgaria….il viaggio a Roma fu fatto solo per questo…attività solo culturale…

Pellino chiede su cene sociali presente Licio Gelli a Trapani presso abitazioni di Agate Mariano e a Campobello di Mazara…

Sono faziosità e illazioni io è 35 anni che sono in mezzo a queste cose non me ne sono liberato più…

Tra le battute di Torregrossa segnalo che a proposito di quanto riferito da Rostagno sulla loggia, “Mi pare che questo sapeva troppe cose, non è che era mio fratello e ci cuntava tutte cose”. Non ricorda se parlarono di Canino e della sua affiliazione. Riguardo alle domande, Torregrossa si stupisce come mai certe domande non siamo state fatte prima. Si sente l’avvocato Esposito che dice “con il tempo i frutti maturano”. Con Rastagno, precisa il teste, abbiamo parlato solo di spiritualità. “Se c’era una loggia coperta dovevo dirlo a lui?”

Le logge trapanesi facevano capo ad una delle logge di Piazza del Gesù: qui avevamo come riferimento quella di Pino Mandalari….(commercialista di Totò Riina ndr)

IL presidente chiede se ha mai conosciuto un certo Salvatore Fodale, medico? Non glielo saprei dire”, risponde Toregrossa……”Non ricordo”.

Torregrossa non ricorda da quale loggia nazionale dipendessero quelle da lui fondate. Pellino chiede come è possibile, da fondatore di tante logge, che non lo ricorda.

Pellino: lei ha mai saputo di una loggia catanese denominata Socrate? Si, risponde Torregrossa…noi avevamo contatti con i fratelli catanesi….conttati che risalgono al 1986, 1985….

l gemellaggio era sempre nell’ambito di attività culturali, spirituali…

Ha conoscenza di esponenti di spicco della loggia Socrate di Catania?

“Peppino Coltraro”, risponde il testo altri non ne saprei dire…Ing. Pappalaro…”Certo,  è venuto tante volte a Trapani non mi risulta che sia un mascalzone…”.

Conferma che Natale l’Ala era nella loggia ma non ricorda l’iniziazione. “Non sapevamo che avesse dei trascorsi criminali. Anche questo è stato sviscerato. Gli fu revocata la parente e venne detto che noi c’eravamo interessati per fargliela avere”.

Conferma anche il gemellaggio con una loggia di Catania.

Il Pm Paci dice che Toregrossa raccontato poco fa di avere detto a Rostagno, dopo aver parlato di spiritualità “non chiedermi altro”. Il teste nega con forza.

Domanda del pm Paci sulla freuquentazione con Mandalari….interrompemmo i rapporti quando Mandalari fu arrestato….ci dissociammo pubblicamente

‎”Quando pino mandalà fu arrestato per associazione mafiosa noi prendemmo le distanze da lui, anche queste cose sono state sviscerate”. Torregrossa dice di non avere mai sentito parlato del centro scorpione a Trapani.

Domanda del Pm Paci? Ha mai sentito parlare del centro Scorpione? No mai, nemmeno dai giornali…..si è tanto parlato di Iside 2 di altre cose no….E di Gladio ha mai sentito parlare? Ah di Gladio si, ma io non me ne sono mai interessato”.

Torregrossa si aprì a Rostagno per discutere di Bagwan, “non perché sciorinassi discorsi su Gelli ecd, che non ho mai incontrato”. “La mia disavventura è nata quando nel 1980 ho fatto un’intervista in tv insieme a quello che era l’avvocato si Gelli. Mi permisi d ricordare la presunzione di inmocenza per i fratelli indagati. Torregrossa è convinto che ne,meno Grimaudo conoscesse Licio Gelli.

Domande avv. Lanfranca….L’obbedienza di Mandalari era quella di via Filippo Cordova di Palermo? Si bravissimo, risponde il teste…Lei ha detto che avete parlato di spiritualità…ma in concreto di cosa discutevate? Siccome Rostagno era con il creatore della Saman avevano avuto maestri indiani che insegnavano spiritualità, ho cercato di capire di cosa si occupassero e quando ho appreso che era un discorso spirituale lo invitai a venire nel centro scontrino perché c’era una corresponsione sui temi spirituali trattati….fu un mio domandare a lui non uno sciorinare di discorsi delicati su Gelli e su altro….Lei Gelli lo ha conosciuto? Assolutamente no…la mia disavventura nasce nel 1980 quando con l’avv. Arturo Sinagra abbiamo fatto intervista in tv. Sinagra era l’avvocato  di Gelli, mi permisi di dire che fino a quando un fratello non è condannato vige presunzione di innocenza, da quella volta cominciarono i miei guai….Ma Grimaudo lo conosceva Gelli? Non lo con oscena, stia tranquillo….Una volta Grimaudo fece una lettera a Gelli a proposito del trasferimento di una persona…ma non c’era conoscenza diretta… se questa lettera è arrivata a Gelli non mi risulta perché chi doveva portare questa lettera a Gelli non ci andò più….

‎”Grimaudo fece una lettera per Gelli per segnalare il trasferimento di un fratello in un’altra loggia, questo fu il nostro unico contatto, non so manco se rispose”

Avv. Lanfranca chiede in cosa consisteva lo scambio culturale con la Bulgaria…Il teste non ricorda…..Massoneria segreta la nostra? A Trapani tutti lo sapevano che allo Scontrino c’erano le logge…..Agate Mariano era scritto.?….Mai iscritto, il suo nome fu estrapolato da agende personali….Io partecipai ad una cena tanti anni fa dove c’era Agate e scambiammo indirizzi

‎”Mariano Agate non è mai stato iscritto alla loggia, si trovava nelle agende personali di alcuni fratelli, così come c’erano non mafiosi. Non eravamo amici, partecipammo a una cena anni fa e lì ebbi l’indirizzo, ma io avevo 3000 persone scritte nell’agenda”

Avv. Miceli…ha mai sentito parlare di una loggia denominata Camea? So che è a Palermo, ma non l’ho mai frequentata…..C’erano rapporti tra Mandalari e il principe Alliata? Non li conosco….Conosce dott. Giuseppe Varchi? No, mai conosciuto

Avv Miceli fa domande su Loggia Camea che il teste dice di non conoscere. Chiede che rapporti ci fossero tra principe Alliata e Mandalà, ma non sa rispondere.

Avv Crescimanno chiede cosa è una loggia. Torregrossa: non so rispondere, perché mi fa questa domanda? L’avvocato: c’erano 5 logge e non sa cosa fossero? Ricordo che è il presidente ad ammettere le domande. Il teste inizialmente con qualche reticenza, comincia a spiegare cos’è l’Obbedienza e cosa è una loggia.

Avv. Crescimanno….Cos’è una loggia e cos’è una obbedienza? Ma perché mi fa questa domanda? Il presidente lo riprende dicendo che deve rispondere alle domande e allora il teste ribatte un risentito non lo so. Poi risponde..,.L’obbedienza è un insieme di tante logge che hanno un indirizzo spirituale in cui c’è un sovrano, un gran maestro e le logge fanno parte dell’obbedienza costituendone parte integrante…la loggia è composta da elementi iniziati, per essere loggia bisogna essere almeno in sette e avere dei locali per il tempio e seguire il programma dell’obbedienza…la loggia è una scuola iniziatica dove gli uomini si sottomettono alle regole per loro deputate giuste e idonee e perseguono un cammino per arrivare alla loro perfezione…sarà stupido….ma è così….

L’avv. Crescimanno chiede perché nello stesso luogo c’erano cinque logge…

Per necessità di lavoro…

Torregrossa “Io non ho preso le distanze da Gelli, ancora adesso non posso farlo, non si sa se era un mascalzone o no, non è stato condannato”

“Siamo a Trapani, non era difficile sapere per Rostagno da altre fonti certi dettagli sulla loggia, ma non da me”

“Alliata era il Sovrano della nostra Obbedienza, era superiore a Grimaudo, sovraordinato rispetto all’organizzazione a Trapani. È lo stesso Alliata che fu parlamentare”

Avv. Greco chiede se il principe Alliata aveva incarichi nella loggia…Era sovrano della nostra obbedienza…E’ lo stesso principe alliata che era deputato in parlamento? Si la risposta…Domanda sui contatti con paesi stranieri? Non ricordo….Unica iniziativa culturale che lei ricorda con estero …solo ambasciata bulgara….Se poi si vuole parlare di contatti con religione musulmana c’è stata attraverso il catanese Michele Papa

Avv. Ingrassia…..Chiede rispetto ad una frase iniziale chiarimenti e cioè quando ha detto se avessi saputo chi era Rostagno non lo avrebbe frequentato….Risposta…Se avessi saputo che era di Lotta Continua io da spiritualista non condivido determinati atteggiamenti…..Opposizione a scelta ideologica comunista? Se avessi saputo chi era Mauro francamente non sarei incontrato a Rtc nè l’avrei invitato perchè era la persona meno adatta a venire in un centro culturale…è una mia preclusione personale….Come mai questa opposizione nideloogica non funzionava nei confronti dei bulgari…Non erano terroriìsti….la risposta

Domande del presidente Pellino….Ha mai conosciuto la signora Renata Pinaglia….Si, una donna sui generis pittrice moglie del direttore dell’aeroporto di Birgi, era una nostra sorella iscritta nella loggia femminile…nessun motivo di contrasto con la signora Pinagia, non ricordo….

“Con Rostagno scoprimmo che c’era incompatibilità ideologica perché veniva da Lotta Continua. Se avessi saputo chi era Rostagno non sarei andato a Rtc né l’avrei invitato nel nostro centro culturale”. L’avvocato Ingrassia ricorda che anche all’ambasciata bulgara c’erano i comunisti, ma a proposito di Lotta Continua Torregrossa dice: “Non mi risulta che i bulgari fossero terroristi”

Conosce imprenditore Costanzo Graci di Catania? Assolutamente no…La signora Pinaglia può avere avuto questi rapporti? Non mi risulta….Le risulta che iscritti alla Iside 2 erano iscritti anche alla P2? No non mi risulta….Ha conosciuto Tranchida Pietro? Sì,…Affiliato a quale loggia? Non ricordo, è un mio fraterno amico, ancora oggi è vivo..

‎”Tranchida Pietro mio fraterno amico, non ricordo a quale loggia fosse affiliato.

La Corte di avvia verso una pausa prima di sentire l’ultimo teste Sergio Di Cori…

Altro massone, Di Martino, Pellino chiede se sa che era stato processato per associazione mafiosa. Torregorssa dice che non sapeva. di Martino fu assolto con formula piena e risarcito.
Ultima domanda, dell’avvocato Lanfranca, di Carla Rostagno: chiede se sa di incontri di altri affiliati della loggia con Rostagno. C’è opposizione di Galluffo ma la corte accoglie, il teste non ricorda. Lanfranca chiede se sa di incontro di Rostagno con L’Ala e il teste dice di non sapere nulla

Si riprende alle 14

Depone Sergio Di Cori. Prime domande dell’avv galluffo. “Tra gli anni 80 e 90 sono stato giornalista per Corriere della Sera, Europeo, poi corrispondente dalla California per il Piccolo, il Giornale di Sicilia, l’Unità e altri.” Di cori dice di avere conosciuto Rostagno nell’aprile del 1972 a milano. “Ci siamo incontrati di sfuggita un altro paio di volte fino all’88, in occasioni sociali/mondane/sociopolitiche. Lui era un leader si LC, io nn militavo ma appartenevo a qull’ambiente della sinistra. Era normale all’epoca frequentarsi tra componenti della sinistra extraparlamentare. Non ricordo esattamente il frangente, forse una volta a uno spettacolo di Dario Fo, poi credo a una manifestazione femminista”

“Ho scritto diversi libri” fa un elenco e cita “Delitto Rostagno” (1996, Re Nudo). Ha collaborato a “La strage di Stato” fornendo informazioni e documentazione su neofascisti. Galluffo recupera testimonianza degli anni 90 dove Di Cori dice di ave frequentato per un anno Rostagno e di avere scritto insieme parti del libro “La strage di Stato”. Galluffo aiuta il teste a ricordare altre occasioni di incontro. Di Cori dice che nell’88 fu Rostagno a chiamarlo. “Era al corrente della mia attività di giornalista. Lavoravo per un’azienda di servizi culturali per il Psi e avevo intrapreso attività investigativa con Mauro Volterra, mio caro amico e collaboratore della Fallaci. Si dice che si suicidò ma in verità io ed altri cercammo nell’87 di dimostrare che fu ucciso perché conoscevo il suo carattere e il lavoro che stavamo facendo insieme. Dissero che si lanciò dal cornicione, ma per terra trovarono anche il suo computer. La famiglia chiese l’autopsia e un’inchiesta ma non furono fatte”

Di Cori spiega che fecero delle inchieste sulla morte di Pasolini. Indagarono insieme ad altri giornalisti, tutti di etnia isrealita, erano nel gruppo “Ebrei per il socialismo” e dopo la strage di Fiumicino dell’85 cominciarono a occuparsi del terrorismo. Con Volterra cercò i punti di contatto tra i due casi.

Galluffo chiede della conoscenza di Cardella: Sì, l’ho visto un paio di volte. Non ricordo il soprannome. Galluffo ricorda che in una vecchia deposizione Di Cori spiegò che veniva soprannominato “Carne fresca” all’interno del Pci. Fu perché era produttore di film porno e forniva attrici porno ai politici. Si torna a Rostagno: “mi chiamò nel 1988, mi stupì perché non c’era frequentazione. Lo conoscevo perché era una persona pubblica, comunque accettai l’incontro che mi propose. Avevamo tante conoscenze in comune tra cui Mauro Volterra, e come me credeva che fosse stato ammazzato. Si rivolse a me, come ho capito anni dopo, per parlare d traffico di armi. Ne parlammo solo generalmente, quella volta.

“La seconda o la terza volta che mi chiamò venne a Roma, mi parlò. Sapevo che faceva il giornalista a Trapani, per Rtc. Mi disse di un’esperienza che aveva vissuto, aTrapani ma non ricordo dove. Credo che l’esperienza di Mauro risalisse all’aprile-maggio 1988. Raccontò che per caso si appartò con una donna in auto, la moglie di un generale (che nel processo è stata identificata e ha negato, ndr). Era un vecchio aeroporto militare in disuso, atterrò un C130, dal portellone furono estratte grandi casse di legno e furono caricate su camion. Se mi disse quanto distava da trapani l’aeroporto non lo ricordo. Nel vecchio documento Di Cori disse “a circa 19 minuti di strada dal centro”. Le casse scaricate dall’aereo contenevano generi alimentari, pannolini e altra roba data in beneficenza. Rostagno mi disse che sull’aereo caricarono casse di armi, provenienti dal camion, un mezzo civile.”

‎”La secomda volta che parlammo dello scambio mi mostrò una videocassetta con quella scena.” Galluffo chiede se Rostagno fosse in dubbio prima di mostrare la cassetta sul contenuto. Quando ne parlammo la rima volta fu vago perché non ci conoscevamo bene e sondava cosa sapevo sul traffico d’armi. Credo che il passaggio che fece scattare qualcosa in Rostagno fu quando gli presentai delle persone molto in vista della comunità ebraica romana. Anni dopo ci pensai tantissimo. Credo cercasse un’idea piú grande, cercava di capire se el traffico d’armi fossero coinvolti i palestinesi. Per questo credo venne da me che non ero un suo amico. Diciamo che ero “l’ebreo più abbordabile” per lui per approfondire questo tema. Lui comunque studiava il traffico che metteva in contatto mafiosi e terroristi.

‎”Rostagno mi fece vedere il video. dopo avere visto quello scambio la prima volta, senza videocamera, vi tornò più volte. ma in un’occasione riuscì a filmarlo e me lo mostrò. Non ricordo se ci fossero etichette o scritte sulla cassetta. Nel video si vede l’aereo che atterra, due-tre camion, quelli che si vedevano, che scaricavano casse di legno che venivano trasportati con dei camion e portate nell’aereo. c’erano delle persone, non in divisa militare. si vedono che aprono le casse e dentro ci sono dei mitra. In altre casse c’erano lattine, forse di latte condensato.

Galluffo ricorda al teste di avere detto anni fa che quelle armi sarebbero andate in Somalia al posto dei beni.

Non parlarono di “cose tecniche” sulla videocamera e il tipo di ripresa, dice il teste rispondendo a Galluffo. La pista dove atterrò l’aereo era in disuso, circondata da sterpaglia.

Sollecitato da Galluffo Di Cori dice di aver parlato del tema del traffico d’armi con uomini del Psi con cui era in contatto per lavoro. L’avvocato chiede se qualche uomo potente gli disse di non occuparsi del tema e di farsi gli affari suoi. Di Cori disse che quasi tutti gli dissero di lasciar perdere.

Di Cori riferì a Rostagno che certi socialisti si erano infastiditi per la sua indagine. Il teste non ricorda, ma l’avvocato a riferimento a vecchie deposizioni, risalenti al 96 all’epoca del suo libro su Rostagno. Di Cori anche se non ricorda dice che conferma perché in quegli anni era preparato e aveva la documentazione con sé.

Tuto quello che ho detto ed ho sottoscritto in quei verbali è la verità…

Alcune notizie sia io che Mauro Rostagno le abbiamo apprese dall’ufficio politico di Claudio Martelli…….
Cardella era un personaggio detestabile e ributtante…condivise questa rabbia nei confronti di Cardella con me…lui non voleva essere fermato (indagine su traffico di armi e terrorismo) e Cardella lo voleva fermare..

Di Cori dice che Cardella voleva fermare Rostagno nelle sue indagini sul traffico d’armi e sulla presenza della mafia in quel traffico. Non ne so i motivi.

Rostagno cambiò molto, capì che era “solo” e doveva andare per la sua strada da solo. All’epoca nessuno era solo, c’erano legami, possibilitá di accesso anche ad alti livelli politici. In quel momento si trovò davvero solo, l’ho visto terrorizzato.

Galluffo recupera una vecchia dichiarazione di Di Cori dove dice che Mauro gli raccontò di avere scoperto che Cardella sfruttava Saman per avere finanziamenti e che la Roveri nella lite tra i due si era schierata con Cardella. Adesso Di Cori precisa che erano sensazioni e che il suo astio era con Cardella, non con la Roveri. L’avvocato legge un altro pezzo della dichiarazione del 96, in questa dice che anche Cardella lesse quella cassetta.

Rostagno cercò referenti nelle sue indagini nel Pci. Stando a vecchi verbali anche Di Cori ne parlò con uno del Pci, Paietta, che procurò un incontro tra Rostagno e un esponente di spicco del Pci al festival dell’Unità di Firenze, ad agosto. Di Cori non sa se ci fu l’incontro. I pm fanno notare che non risulta sia Firenze. Di Cori precisa che non ricorda dove fosse il festival. Ricordiamo che alla deposizione di Salvatore Cusenza, esponente trapanese del Pci, il politico disse che andarono con Rostagno a un festival dell’unità a settembre.

Non me lo ricordo…non ricordo di averlo detto…..non mi ricordo…..Si ricorda se Rostagno le parlò di Falcone? Non mi ricordo…..E si ricorda cosa Rostagno ebbe a dirle di quel colloquio? Ma se non mi ricordo che Rostagno mi disse che aveva parlato con Falcone come faccio a ricordarmi cosa mi disse…..

Negli ultimi dieci minuti il teste sta raccontando l suo incontro con Falcone che per sua stessa ammissione “non c’entra niente col processo”.

Lei ha mai parlato con Falcone? Si, risponde…ma non ha niente a che vedere con questo processo…..nel 1991…..Lui mi volle incontrare e io l’ho incontrato a Roma in un bar…allora si chiamava Garibaldi….bar Garibaldi ora non esiste più….forse nel marzo 91….ottobre 91…mi aveva dato appuntamento al ministero in via Arenula…non c’era…aspettai…me ne andai al bar e a un certo punto arrivò Falcone con la scorta….a un certo punto vennero verso di me degli uomini armat,i mi spaventai, pensavo volevano uccidermi, e invece arrivò Falcone….Falcone le parlò di Rostagno? Si, poco…..Falcone si ricordava dell’incontro avuto con Rostagno? Questo non me lo ricordo….Io capii parlando con lui che si erano incontrati lui e Rostagno…

Falcone e di Cori parlarono poco di Rostagno. Dice che il giudice gli accennò che non riuscì a dare molta attenzione a Rostagno perché non era il momento giusto dal punto di vista politico. L’avvocato legge la solita vecchia posizione in cui Di Cori dice che Falcone precisò a Rostagno che le sue indagini avrebbero potuto costargli la vita e che avrebbero compromesso alcune indagini. Di Cori racconta che la cautela di Falcone era parsa a Rostagno come un tentativo di insabbiare le cose.

L’avvocato legge che nella conversazione con Falcone parlarono di Bruno Golino, socio di tale Carretti in una societá di Siracusa e uomo i servizi segreti in contatto con la Cia. Il nome di Golino sarebbe emerso nelle conversazioni con Rostagno. Di Cori disse nella vecchia deposizione che Falcone parlò di questa storia con Borsellino per dare il via a un’indagine sui legami tra Cia, servizi e mafia che aveva riscontri con quanto detto da Rostagno. L’avvocato legge la deposizione e il teste poi dice di ricordare, dopo la lettura.

L’avvocato chiede se Di Cori conosce Golino, Salvatore Picciotto, tale Danielson commerciante di diamanti e in contatto con Cardella.
Tornando a Falcone, Di Cori adesso fa presente che si incontrarono tre volte in totale. La seconda volta fu nel 92, sempre al caffè Garibaldi. In quell’occasione, stando al vecchio verbale, Falcone gli rimproverò di aver parlato di quei fatti discussi insieme con il senatore Gerardo Chiaramonte.

Sempre dai vecchi verbali, letti come contestazione: Di Cori disse che tramite la conoscenza in Usa di un ex arancione di Saman venne a sapere di tale Wolfango di Milano che era preoccupato per quanto sapeva su Cardella e sui suoi finanziamenti.
Adesso l’avvocato gli ricorda di avere presentato un esposto ai danni del giornalista di Repubblica D’Avanzo tempo fa. “So che è morto poco tempo fa. I morti meritano rispetto ma non assoluzione, non sono un prete. Con me è stato molto scorretto, arrivando a un livello basso e immondo, lo ricordo con vivo disprezzo.” Galluffo lo invita ad evitare considerazioni personali.

“Mi rifiutai di sostenere il suo punto di vista. Due giorni dopo chiamai Repubblica. Mi disse l’avvocato dell’Ordine dei giornalisti che per il giornale io li avrei cercati di truffare. Io mi rifiutai di avvallare la loro tesi e loro cominciarono a calunniarmi e a diffamarmi. Questo è il motivo dell’esposto.”
“Ciò che io avevo da dire per loro non corrispondeva a quello che volevano sentirsi dire”.

Il 28 giugno 96 fu uccisa a pistolettate Veronica Guerin, mia amica e bravissima giornalista investigativa irlandese conosciuta tramite la Fallaci. Aveva cominciato a occuparsi di Rostagno seguendo la pista dei legami mafia-droga in Irlanda. In quei giorni in cui ero molto frustrato leggo sul corriere che la Roveri era stata arrestata per l’omicidio di Rostagno. Istintivamente pensai che stavano costruendo una enorme trappola ai danni della Roveri, perché quella cosa non poteva essere possibile da quanto sapevo ed avevo elaborato. Qualche giorno dopo la chiamai al telefoni e le chiesi di parlare con il suo avvocato perché ero a conoscenza di fatti utili per lei. Il giorno dopo mi chiamò Giuseppe D’Avanzo: mi dice di aver parlato con la Roveri, allora parliamo un po’ e gli dico che in quel momento non potevo…

Galluffo gli chiede se ricorda di essere stato intervistato dal giornalista trapanese Maurizio Macaluso, ma Di Cori non ricorda se si tratta di lui. Personalmente confermo.

Galluffo chiede ci una nuova figura, Daniele Casolaro detto Danni. fu ucciso nell’agosto del 91, trovato nella vasca da bagno di un motel della West Virginia.” Per la polizia americana fu suicidio anche se morì stangolato. Casolaro stava conducendo delle indagini che sfioravano anche il caso Rostagno. Sembra che fosse in contatto con Rostagno”

Galluffo chiede se Rostagno gli disse di essere “preoccupato per la sua figliola, Maddalena”. Il teste non ricorda e l’avvocato legge uno stralcio del libro dove riferisce la preoccupazione di Mauro. Di Cori ricorda che le frasi gli furono riferite personalmente da Mauro.

L’esame e controesame del teste di Cori continuerà il 20 marzo….prossime udienze 6 e 13 marzo

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