Informazioni che faticano a trovare spazio

La miseranda storia di Marte e Venere e dei “peni culturali” (costata agli italiani ben 70 mila euro…)

Questa è una storia piuttosto triste nonché imbarazzante. A base di protesi e di peni marmorei. Narra dell’innamoramento dell’ex premier Silvio Berlusconi per un gruppo marmoreo (Marte e Venere, dell’età Antonina) scoperto casualmente durante una conferenza stampa per la presentazione del G8 avvenuta alle Terme di Diocleziano, a Roma. Unico difetto, la mancanza di qualche parte nelle due statue, in particolare il pene mozzato del dio guerriero.

Apriti cielo! I fatti successivi sono poi questi: richiesta del gruppo per Palazzo Chigi, trasporto della statua dall’aula X delle Terme alla sede del governo, richiesta di un intervento di restauro per innestare nelle statue le parti mancanti (mani, elsa della spada e pene di Marte), intervento dell’Istituto centrale del Restauro e spesa di 70 mila euro per l’operazione pagata dalla Presidenzaa del Consiglio, insomma il governo (immagine qui sotto).

Dopodiché meno di un anno fa ecco scattare l’operazione inversa col ritorno a casa del gruppo marmoreo: statue restituite dal nuovo premier Monti al Museo delle Terme, de-restauro promosso dalla sovrintendenza archeologica, restituzione delle statue alla loro condizione originale. Le tappe: 2010 per l’andata a Palazzo Chigi, maggio 2012 per la restituzione al Museo delle Terme di Diocleziano, febbraio 2013 per la conclusione del de-restauro e l’esposizione del gruppo così come è stato ritrovato e per anni consrevato.

Tutto per un pene. Questa vicenda ho avuto l’onore di scoprirla io allora per le pagine del Corriere della sera, cartaceo. E la sua conclusione l’ho scritta oggi per il corriere.it, versione online, dopo Laura Larcan ex Repubblica e ora al Messaggero ne aveva dato fresca notizia. Morale: di che ci tocca occuparci…

L’INTERVENTO NEL 2010

Marte e Venere al Museo Diocleziano
(senza le protesi volute da Berlusconi)

Le statue erano state «restaurate» per volere dell’ex premier con delle protesi (mani e pene) costate 70mila euro

ROMA – Erano state portate nel 2010 a Palazzo Chigi per desiderio del premier di allora, Silvio Berlusconi. Ma non gli piacevano così «mortificate» con pezzi mancanti e ne aveva commissionato le protesi. Sono le statue di Marte e Venere, ora alle Terme di Diocleziano da un mese senza quelle protesi «mortificanti» che fin da allora erano state definite da Berlusconi «rimovibili». La coppia Venere e Marte – che rappresentano Marco Aurelio e la moglie Faustina – è un capolavoro alto 228 centimetri, di età antonina.

Aula X delle Terme di Diocleziano. Sotto la volta austera e immensa della prima delle grandi sale dell’impianto termale che s’affaccia su piazza della Repubblica e la Stazione Termini è tornato il bellissimo gruppo marmoreo di Marte e Venere “esente” dalle ricostruzioni che aveva subito per iniziativa della Presidenza del Consiglio retta da Silvio Berlusconi. Via tutti gli attributi marmorei che erano stati innestati al gruppo su richiesta della Presidenza del Consiglio – oltre alla mano di Venere anche le mani, l’elsa della spada e il pene di Marte – con una spesa piuttosto consistente e l’intervento dei tecnici incaricati dall’Istituto superiore del restauro. Il gruppo marmoreo così concepito aveva fatto bella figura di sé dentro Palazzo Chigi finché con la nuova Presidenza del Consiglio retta da da Mario Monti è stato “restituito” al Museo delle Terme di Diocleziano, dove per impulso della nuova direttrice Rosanna Friggeri è stata costituita una commissione ad hoc per riportare le statue alla condizione iniziale del loro ritrovamento  E così da un mese Marte e Venere sono visibili nello stato precedente il restauro, privi degli attributi che erano stati loro conferiti.

“Tutta l’operazione di restauro è costata alla Presidenza del Consiglio 70 mila euro – spiega la direttrice delle Terme di Diocleziano, Rosanna Friggeri -. Il de-restauro invece ci è costato relativamente poco ed è stato molto rapido. Prima però abbiamo voluto studiare come erano avvenuti i ritocchi e a questo scopo è stata formata una commissione formata da Giovanna Bandini di questa soprintendenza archeologica, dalla direttrice dell’Istituto centrale del Restauro, da un chimico e da Lucilla De Chenal della Direzione centrale delle Antichità”. E così è stato fatto tesoro dell’intervento avvenuto per poi passare al de-restauro vero e proprio che è durato pochissimi giorni: il risultato è ora sotto gli occhi di tutti i visitatori. Marte e Venere sono tornati quello che erano..

A notare il nuovo stato del gruppo marmoreo è stata due giorni fa una giornalista in visita per la nuova mostra organizzata nelle aule monumentali delle Terme. Passando dall’Aula X ha  notato l’intervento di ripristino delle condizioni iniziali del celebre gruppo marmoreo. E così ne è stata data notizia. Ma come era nata la vicenda? Il gruppo marmoreo era stato apprezzato dallo stesso Silvio Berlusconi nell’accasione della presentazione del Logo per il G8 che era stata fatta proprio in quell’aula. Da lì era scaturita la richiesta del trasferimento della statua a Palazzo Chigi, richiesta che aveva avuto il benestare dell’allora sovrintendente archeologico Angelo Bottini, e poi la successiva richiesta di un intervento di restauro che oltre alle mani e all’elsa della spada aveva restituito a Marte anche il pene mancante. Un’operazione che era stata poi variamente commentata facendo nascere anche giochi di parole come quello dei  nuovi “peni culturali”. Il ritorno alle condizioni originali offre l’occasione alla direttrice Friggeri di manifestare la propria soddisfazione. “Mi congratulo con la commissione – dice – e per questo veloce de-restauro che ci restituisce un bene com’era e non artefatto”.

Paolo Brogi

Corriere.it 28.3.2013

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