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Nuova piruetta del ministro Terzi e del governo Monti; i marò rtornano in India. Ma intanto l’accordo La Russa-Confitarma resta in vigore per ulteriori danni

Il 22 marzo i due marò tornano in India. Il 22 marzo scadeva l’ultimatum posto dal ministro della giustizia indiano. L’India si preparava infatti ad arrestare l’ambasciatore a cui era stata già tolta l’immunità diplomatica, proprio perché aveva giurato sul ritorno dei due militari per essere processati in India e poi il ministro degli esteri Terzi si era rimangiato la parola. Alla Farnesina l’a<ria era diventata in questi giorni elettrica, oil ministro Terzi che aveva fatto l’alzata d’ingegno torna dunque a più miti consigli e devcide di rimandare indietro i due marò. A decidere è stato Monti a dire il vero, molto preoccupato dalla bruttissima piega che stava avendo la cosa. L’assicurazione avuta è che non sarà applicata lka pema di morte. Ma questa a dire il vero non è mai stata la questione. Pessima anche la posizione assunta dalla magistratura italiana a partire da quella militare che aveva nel frattempo ipotizzato due reati decisamente “minori come la dispersione di materiale militare leggasi pallottole) e la violata consegna al posto di omicidio seppure con tutte le attenuanti del caso.

Mentre avviene lka piruetta del governo, nessuno pensa a disinnescarela fonte del problema, l’accordo farto con la Confitarma dall’allora ministro della Difesa La Russa, l’accordo che manda allo sbaraglio senza una catena di conmando chiara sessanta marò che come i due in questione poi possono creare un vero danno ad altri e a se stessi.

Ecco la notizia data poco fa da repubblica.it:

Il governo italiano, dopo un negoziato condotto con l’India dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, ha deciso di rispettare gli accordi raggiunti in precedenza e di rispedire a New Delhi i due marò accusati di avere ucciso due marinai nel febbraio del 2012. In un comunicato Palazzo Chigi rende rende noto che “sulla base delle decisioni assunte dal Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai marò e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha deciso che torneranno in India domani”. La decisione chiude una fase delicatissima dello contro fra i due paesi sul destino dei due sottufficiali di Marina che erano imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie. Staffan De Mistura ha poi precisato: “Il governo indiano ha garantito che non ci sarà la pena di morte nei loro confronti”.

La decisione arriva a 24 ore dalla data posta dal ministro della Giustizia indiano Ashwani Kumar come limite per una soluzione pacifica della vicenda: “I due militari possono ancora tornare in India entro il 22 marzo e, se accade, questa spiacevole situazione potrà essere sanata”, ha detto Kumar al quotidiano indiano The Telegraph.

Si scioglie così momentaneamente la crisi che aveva opposto Delhi a Roma dopo il rifiuto del ministero degli Esteri di adempiere alla richiesta indiana di far rientrare i due imputati a cui era stato concesso il permesso di tornare in Italia per votare. La decisione è stata presa, si legge in un comunicato di Palazzo Chigi, dopo che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone avevano incontrato il premier Mario Monti, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e il Sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura “per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane”.

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