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“Lea Garofalo l’ho uccisa io”: la confessione oggi in aula di Carlo Mosco

Lea Garofalo: l’ha uccisa Carlo Mosco. L’uomo l’ha ammesso oggi in aula, durante il processo d’appello. Lea era una testimone di giustizia, fu uccisa. Secondo la Procura sciolta in 50 kg d’acido, come aveva fatto sapere un pentito. In realtà il corpo di Lea è stato bruciato, i suoi resti carbonizzati sono stati ritrovati poco tempo fa in Brianza. Denise la figlia non è protetta dallo stato, ma da Libera. La storia di Lea ha ispirato la ballata di Francesca Prestia. E’ un esempio per la Calabria offesa dalle ‘ndrine.  Sul ruolo della donna oggi contro la ‘ndrangheta vedi anche il capitolo “Libere donne di Calabria” nel mio libro “Uomini e donne del Sud”. Qui di seguito le notizie d’oggi da corriere.it:

OMICIDIO LEA GAROFALO, PROCESSO D’APPELLO

«Lea Garofalo l’ho uccisa io» , al processo
l’ex compagno Carlo Cosco ammette il delitto

«Merito l’odio di mia figlia». L’uomo per la prima volta si è assunto la responsabilità dell’omicidio della testimone di giustizia

Carlo Cosco, condannato in primo grado all’ergastolo per l’uccisione di Lea Garofalo, ha confessato in aula nel processo di secondo grado l’omicidio della compagna, che era una testimone di giustizia. «Mi assumo la responsabilità dell’omicidio, merito l’odio di mia figlia», ha detto l’uomo davanti ai giudici. «Io adoro mia figlia, merito il suo odio perchè ho ucciso sua madre. Guai a chi sfiora mia figlia, prego di ottenere un giorno il suo perdono». Per la prima volta Carlo Cosco, l’ ex compagno di Lea Garofalo, si è quindi assunto la responsabilità del delitto della donna, avvenuto il 24 novembre 2009. La figlia Denise fu testimone nel processo di primo grado in cui l’uomo e stato condannato, insieme ad altri 5 imputati, all’ergastolo. Cosco ha reso dichiarazioni spontanee durante la prima udienza del processo d’appello in corso a Milano.

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