Informazioni che faticano a trovare spazio

Il Tg2 ha legato la violenza su Franca Rame non ai fascisti guidati dall’alto, ma alla bellezza della vittima. Servizio peraltro di una donna, Carola Carulli, con l’Ordine dei giornalisti che come al solito tace

“Pasionaria rossa che approfittava della sua bellezza per imporre attenzione, finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata…”

Il servizio su Franca Rame affidato a Carola Carulli della redazione cultura del Tg2 – così si chiama l’autrice del tragico “coccodrillo” –  ha indignato giustamente molti ascoltatori.

La consecutio mentale della giornalista della tv pubblica pagata con i soldi del canone degli italiani e perdipiù donna scandalizza. Carola Carulli riporta è vero un’opinione su Franca Rame contrapposta a un’altra del tutto diversa, ma la costruzione della frase precipita tutta in quell’avverbio “finché”. Secondo alcuni – ha detto in sostanza –  la pasionaria rossa avrebbe approfittato della sua bellezza per imporre attenzione finché non è stata sequestrata e stuprata…

In quel “finché” c’è tutta una lunga storia che la Carulli forse ha assimilato senza rendersene conto neanche bene. Però l’ha detto.

Se l’ordine dei giornalisti avesse un qualche senso chiederebbe conto all’iscritta della Rai per queste affermazioni che sono piovute su milioni di italiani offuscando la memoria di una donna coraggiosa e della sua famiglia. Lo stesso avrebbe dovuto fare il direttore del Tg2, che ha permesso la messa in onda del servizio. Insomma, c’è un “finché” che richiede spiegazioni. Sempre che le si possa dare.

Il direttore del Tg2 Marcello Masi, uno che passa per liberale, invece si è limitato a cercare di allontanare dal suo tg le accuse rivolte dai telespettatori indignati. Invece anche lui dovrebbe fornire spiegazioni.

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