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54° udienza del processo per l’omicidio di Mauro Rostagno

Processo per l’omicidio di Mauro Rostagno, Trapani, 54° udienza (26 giugno 2013)

Resoconto di Marco Rizzo della prima parte della 54° udienza (la seconda parte non è stata verbalizzata)

È appena finita la deposizione del prof Scalabrino, primo teste della giornata. Fu il primo a chiamare i carabinieri dopo avere sentito gli spari. Subito dopo però si nascose con i familiari. Ricorda le sorelle fonte (“che abitavano vicino la chiesa”) e precisa che all’epoca erano ragazzine. Non ricorda nulla, nemmeno il numero degli spari. Il presidente Pellino gli mostra una foto con 2 persone dentro e alcune fuori il giardino della sua abitazione. Non ricorda sopralluoghi delle forze dell’ordine dopo l’omicidio, nel pomeriggio. Non riesce a identificarle (ha difficoltà a individuare una donna che il giudice gli chiede di trovare). Il teste viene congedato.
Tocca al teste Vincenzo Lo Schiavo, all’epoca impiegato dell’Enel “capo agenzia”, ossia a capo di una struttura tecnica la sua area di competenza era Lenzi dichiara che non fece nessun accertamento dopo l’omicidio di Rostagno. Durante l’omicidio e fino a dieci giorni dopo si trovava fuori trapani per delle cure termali.

“Non so se sono stato sentito successivamente dai carabinieri”
Risulta che fu sentito dalla squadra mobile. “Può essere, è passato tanto tempo” Fu sentito il 28 ottobbre 1989 gli ricorda Pellino.

“Un mio collega purtroppo deceduto, Pistolesi, fece degli accertamenti. Non so che tipo. Era capo reparto servizio reti. Era andato a controllare dentro la cabina elettrica di Rosariello, nella contrada omonima. Non ricordo cosa scoprì. Ci sarà un verbale di Pistolesi ”

“Riguardo la cabina elettrica e la differenza tra disattivazione manuale o distacco da corto circuito, se fosse stato quest’ultimo si sarebbe staccato un interruttore, ma poteva dirlo chi ha fatto il sopralluogo.”

Pellino legge la vecchia deposizione dove all’epoca dichiarava che nella cabina c’era un interruttore che poteva renderlo visibile.
Il teste non ricorda.

“Ci sono tre posizioni dell’interruttore, in genere: spegnimento, attivazione (manuali), e nel caso di cortocircuito una posizione intermedia.”
All’epoca dichiarò che la posizione dell’interruttore si riscontra in cabine di maggiore potenza rispetto a quella di Lenzi.
“Sono impianti vecchi, a volte non c’erano questi interruttori ma vecchi interruttori a leva con fusibile, dove non avveniva quanto detto, si bruciava il fusibile e basta”

Il teste non ricorda che tipo di interruttore ci fosse e quindi se era riscontrabile se fosse un guasto o meno.

Richiesta l’acquisizione del verbale dell’interrogatorio del teste e di Pistolesi nonché del certificato di morte di quest’ultimo.

Pellino ricorda che all’epoca del primo interrogatorio disse che la cabina di Lenzi aveva quella funzione, con l’interruttore dove è riscontrabile una manomissione o una disattivazione manuale

Pellino: “Può accadere che un corto circuito riguardi una singola lampada?”
Lo Schiavo: “Se è a incandescenza non avviene, si fulmina e basta. Per altri tipi di impianti sì, se avviene il corto circuito chi va ad attivare in cabina l’interruttore si accorge che c’è un guasto. Mi pare che a Lenzi fossero lampade ad incandescenza. Essendo la linea in rame il guasto può essere causato dal maltempo ma anche volontariamente”

Afferma di avere conosciuto l’operaio Mastrantonio Vincenzo [ritenuto vicino a Virga, NdR]
“Faceva parte del nucleo di operai che operava su Villa Mokarta, Valderice, Napola etc, credo arrivassero fino a Lenzi.
A volte usciva anche come Capo formazione. A seconda delle esigenze il nucleo poteva uscire in gruppi di tre-quattro o due persone.
Per entrare nelle cabine si disponeva di chiavi, ogni formazione aveva chiavi universali per tutte le cabine, che si tenevano nell’automezzo.”

All’epoca disse agli inquirenti: “In quanto capoformazione aveva la chiave universale. Per quanto mi risulta non gli fu mai assegnata la zona di contrada Lenzi”

LS: “In alcune occasioni c’era chi era in reperibilità e poteva andare oltre il territorio assegnato.”
Pellino: Conferma che aveva una chiave universale?
LS: “Sì, come quasi tutti gli operai, per la questione della reperibilità. Normalmente si teneva nell’automezzo come un qualunque strumento di lavoro”

Lo Schiavo spiega che in gergo tecnico la “sfiammata” è quando la lampada si esaurisce, non ci sono altre cause. Pellino chiede se l’acqua può causarla: “se si infiltra nel portalampada sì anche se non dovrebbe accadere per come è strutturata la lampada tecnicamente”

La cabina era in fondo alla stradella, in prossimità di Saman. Gli mostrano la foto di un perito per riconoscere la cabina. “Penso di sì” dice, Pellino spiega che è nella strada che va dalla chiesa alla comunità. “Non ho idea perché non sono mai stato a Saman, ricordo che era in fondo alla strada”

“Parlando del trasformatore, ci si riferisce a una macchina elettrica dentro la cabina, che trasforma la tensione da 20000 a 220 volt”. Pellino chiede se può bruciarsi: è impossibile, dice il teste. Pellino sollecita: se dovesse pioverci dentro? “Viene segnalato al centro di controllo”

Contestazione di Pellino: Pistolesi disse nell’89 che fece un sopralluogo, nel corso del controllo notò che una delle lampade della rete presentava segni di sfiammata, dovuta alla bruciatura del trasformatore, dovuta indubbiamente all’infiltrazione di acqua.
Precisa il teste: “allora è il trasformato del lampione, non della centralina. All’epoca erano lampade a vapore di mercurio”.
Se saltasse l’interruttore nessuno dei punti luce di quella rete può funzionare.
Il teste dice di non avere mai visitato l’impianto di Lenzi. Pellino: “Da quello che dichiarò all’epoca sembra che conoscesse bene le specificità tecniche dell’impianto”
LS: “Allora forse ci sono andato perché sapevo che dovevo essere sentito”

Il PM Paci chiede che lampade c’erano in quell’impianto: il teste risponde che forse quelle a incandescenza sono state sostituite con quelle a mercurio.
“Alla centralina facevano capo il circuito per l’illuminazione pubblica e quello per le abitazioni private. Nella cabina c’erano due interruttori.”

L’avvocato Esposito (Saman) chiede se c’erano delle documentazioni all’Enel che provassero che tipo di impianto ci fosse. Dice il teste che quegli impianti sono vecchi, anche antecedenti all’Enel. “I progetti risalgono a quando è diventata Enel, precedentemente quelle società poi assorbite dall’Enel non ne avevano”. L’avvocato chiede se ne è certo: “Non credo ci siano”
Il legale suggerisce di chiedere all’Enel, visto che solitamente prima di realizzare l’impianto ci sarà una progettazione

L’avvocato Crescimanno, che rappresenta l’Ordine dei giornalisti, ricorda che permane un dubbio sul tipo di trasformatore presente a Lenzi (sulla questione delle tre posizioni). Pellino rilegge il verbale: sarebbe possibile un’interruzione manuale che rispetto a un cortocircuito non farebbe capire la differenza, risulterebbe cmq spenta.
Per altre cabine con potenza maggiore (o più moderna, dice adesso il teste) invece è distinguibile.

LS: “Non ricordo cosa dissi all’epoca, forse ero andato a vedere l’apparecchiatura.”

[qui c’è molta confusione tra interruttori alzati, abbassati, roba che si ricorda e che non ci si ricorda, contestazioni e tipi di lampade e cabine]
Crescimanno chiede conferma: se c’è stato un cortocircuito la posizione dell’interruttore può essere nella stessa posizione dell’accensione. “Solo nei magnetotermici c’è differenza, se è meccanico è un pezzo di ferro che resta nella stessa posizione”
Il punto è capire in che posizione potrebbe essere l’interruttore e se quindi è riscontrabile una manomissione.
[avvocati e giudici sono visibilmente confusi]
L’avvocato Miceli “prova a fare una domanda” (cit): in un circuito meccanico attivo è possibile un intervento per togliere l’energia che avvenga senza abbassare l’interruttore?”
LS: “No”
“Se c’è un cortocircuito l’interruttore rimane in posizione attiva e salta il fusibile?”
LS: “Sì”
L’avv. Lanfranca chiede la zona coinvolta dall’eventuale black out della cabina di Lenzi?
7-8 km dalla cabina, risponde il teste.
Nuova domanda di Miceli: ”È possibile distinguere una lampada di mercurio o incandescenza se è montata nel lampione'” “Sì” Viene chiesta al presidente una foto dei lampioni di Lenzi dell’epoca.
Rispetto al palo cambia qualcosa?
sia il palo che l’armatura stradale cambiano
come armatura si intende la cima del palo, spiega il teste.

Pellino ricorda che si vedono i pali nei filmati della trasmissione Telefono Giallo, bisogna provare a recuperare le immagini specifiche

Miceli chiede se è possibile trovare traccia delle sostituzioni delle lampade. “Ci sono dei verbali sull’intervento al sistema”

“Sta abusando della mia concessione”, dice l’avvocato Galluffo a Miceli (poco prima non aveva posto opposizione sulla nuova domanda del collega)

Miceli riesce comunque a fare la domanda: aveva rapporti particolari con miceli?
Nella gerarchia era molto sotto del teste, Miceli torna a chiedere ma viene interrotto nuovamente da Galluffo.

Prende la parola quest’ultimo.
“Quando la polizia diede l’incarico al povero pistolesi per gli accertamenti fu presente?”
“no”
“Pistolesi era preparato?”
“Sì.”
“Sa in quanti andarono con Pistolesi per gli accertamenti?”
“No non ero a trapani”

Pistolesi dichiarò che controllò “l’interno della cabina di trasformazione il cui interruttore fu trovato staccato a causa del cortocircuito preesistente”

L’avv. Galluffo chiede se è possibile: “se era magnetotermico sì” risponde il teste.

Galluffo chiede se riguardo la “sfiammata” di cui parlava Pistolesi c’era infiltrazione d’acqua “poteva capitare, come anche un guasto all’apparecchiatura).
“La sfiammata poteva causare lo stacco dell’interruttore?” “Sì”
Quindi in posizione intermedia, chiede Pellino? “Sì”
L’avv Vezzadini, che difende Virga, chiede se all’epoca c’erano lavori in corso nella zona diretti da Enel.
“Non ce n’erano né potevano esserci, ero io responsabile della gestione degli impianti”
Tocca all’Avv. Ingrassia, altro difensore di Virga, che fa un riassunto:
“Disattivando manualmente la corrente causo la sfiammata?”
“No”
“Supponiamo che abbia di fronte a me un interruttore meccanico. se voglio interrompere abbasso l’interruttore. Quindi chi lo trova sa che c’è una disattivazione manuale, giusto?”
“Sì”
“Se c’è il corto circuito l’interruttore meccanico rimane alzato e si brucia il fusibile?”
“Sì”
“Con il magnetotermico se voglio togliere la corrente abbasso la leva?”
“sì”
“se c’è il corto circuito rimane a metà?”
“sì”

Il presidente e il giudice a latere stanno rivedendo i filmati di Telefono Giallo per cercare inquadrature dei pali della luce da mostrare al teste.

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