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L’omino che voleva il settennato

C’era una volta un omino, piccolo e pienotto, che voleva a tutti i costi un settennato. Quando invece gli affibbiarono sette anni di carcere, e non di Quirinale, il ministro dell’interno di un curioso governo che era stato fatto con pezzi di destra e di sinistra gli disse: Resisti. Ma ormai la frittata era stata (finalmente) fatta. E il settennato fu di guai.

Eppure un altro signore del settennato, che fattosi eleggere per la seconda volta aveva trasformato il settennato in un quattordicinato, aveva pure cercato di dargli una mano. Come? Con la sua carica di massimo presidente del Consiglio Superiore della Magistratura aveva permesso che l’organo colpisse la magistrata dei minori che di fronte alle curiose ricostruzioni del ministro leghista dell’interno aveva rilasciato dichiarazioni correttive a tutela del suo onesto operato. L’uomo del colle che non aveva peraltro aperto bocca quando il parlamento aveva votato il 5 aprile 2011 a maggioranza l’incredibile versione su Ruby (la sera di maggio Ruby per lo Stato italiano era la nipote di Mubarak)  aveva permesso che il Csm stangasse la povera magistrata dei minori Annamaria Fiorillo.

Eppure tutto questo non ha favorito l’omino che voleva il settennato e che ora ha visto il suo sogno numerico tingersi di nero pece. Sette anni di guai.

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