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Ignazio La Russa prima idea l’accordo con gli armatori per prestare marò. Poi va a manifestare contro l’India al grido di “assassini”

E’ straordinaria la faccia tosta di Ignazio La Russa che a Milano ha manifestato venerdì sera davanti a una festa organizzata dal consolato indiano al grido di “Assassini! Vergogna!”, come riferisce corriere.it (qui sotto). La protesta è per i due marò alla vigilia del processo che li attende in India, per l’uccisione di due pescatori scambiati  per pirati dai marò di pattuglia su una nave italiana in quel momento nelle acque prospicienti il Kerala indiano.

La faccia tosta è dell’ex ministro della difesa a cui si deve il capolavoro che ha messo nei guai i due marò. E’ La Russa infatti ad aver ideato e poi siglato quell’accordo tra il governo e la Confitarma per prestare – a pagamento – 60 marò alle navi che operano in mari infestati dai pirati.

L’accordo manda in sostanza allo sbaraglio i militari “prestati” alle navi mercantili previo pagamento (500 euro al giorno per ogni marò, soldi che finiscono nelle casse dello stato). Qual è il problema sul quale si registra un silenzio assordante delle istituzioni parlamento compreso?

Il problema è che non esiste una catena di comando ben identificata e che quindi in acque lontane, fuori dal contatto con le sale operative, l’iniziativa è demandata ai singoli marò. I risultati sono quelli che si sono visti.

E allora invece di andare a manifestare contro l’IndiA Ignazio La Russa dovrebbe fare un piccolo esame di coscienza: chi è il primo responsabile di aver mandato i soldati italiani alla ventura?

E poii urlare assassini a chi in ultima analisi ha dei concittadini uccisi diciamo che non è esattamente la cosa migliore da fare.

Ecco ciò che scrive stasera corriere.it:

Venerdì sera, durante il ricevimento per la Giornata nazionale della Repubblica dell’India, a cui hanno preso parte anche diversi esponenti delle istituzioni, un centinaio di esponenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Comitato Nove dicembre del Veneto, con anche alcuni marò, hanno organizzato una protesta fuori da Palazzo Clerici, nel pieno centro di Milano. Al grido di «Non c’è niente da festeggiare, i marò dovete liberare», i manifestanti hanno chiesto la liberazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò accusati di avere ucciso due pescatori al largo delle coste dello Stato del Kerala nel 2012. Sugli striscioni le scritte «Siamo tutti marò» e «Salviamo i nostri marò – Liberi subito».

IL BLITZ DI LA RUSSA – L’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa si è presentato al galà, ha detto ai manifestanti: «Voi restate qui, entriamo io e Fidanza», quindi si è presentato all’ingresso, seguito da un solo fotografo che si è infilato dietro di lui, ed è salito a parlare con il console indiano Manish Parbhat. «Siamo stati ricevuti cortesemente – ha spiegato Fidanza – proprio nel salone dove stavano banchettando. Noi abbiamo espresso al console la nostra contrarietà all’idea di organizzare una festa per l’India a Milano, proprio mentre due nostri connazionali sono detenuti illegalmente». Uscendo dalla sala La Russa e Fidanza hanno cominciato a urlare Assassini!Vergogna!». Come ha spiegato Fidanza, le urla erano rivolte a «alcuni imprenditori italiani ed elettori del centrodestra presenti, che hanno accettato l’invito alla festa solo per business. Ma gli affari non possono valere la vita di due italiani».

I POLITICI – Alla protesta erano presenti anche altri esponenti politici. Fra di loro, il presidente della provincia di Monza e della Brianza Dario Allevi, il primo ad avere rifiutato l’invito del console generale Manish Parbhat: «Quella dei due marò è una pagina orribile del nostro Paese – ha detto -. Sono tanti i cittadini che mi hanno portato vicinanza dopo questo rifiuto». In prima fila, a fianco di chi grida: «Letta, Bonino, Angelino Alfano siete i servi del governo indiano» anche alcuni esponenti di Fratelli D’Italia, come il consigliere comunale Riccardo De Corato, («Trovo incredibile che ci siano degli uomini delle istituzioni italiane in quel palazzo»), Marco Osnato («Non possiamo più tollerare questo scempio di militari italiani in India») e il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza («L’Europa interrompa i trattati di libero scambio con l’India»).

IL CORTEO – Da Palazzo Clerici, a due passi dalla Scala, i manifestanti si sono spostati verso la Galleria Vittorio Emanuele per raggiungere il Duomo e da lì piazza Cordusio. In piazza Cordusio, nel frattempo, sono arrivati anche una cinquantina di esponenti di CasaPound con tricolori e diversi striscioni («Alcuni italiani non si arrendono» e «Marò in Italia, Letta in India»).

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