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La corsa di Miguel. La quindicesima edizione domenica a Roma in nome dell’atleta argentino “desaparecido”

Domenica 19 si corre per la quindicesima volta la corsa di Miguel. Appuntamento alle 10 sul piazzale della Farnesina a Roma, la gara consiste in un circuito di 10 km che si conclude allo Stadio dei Marmi, passando per il lungotevere, il Parco del Foro Italico e lo Stadio Olimpico. Per tutti gli altri un circuito minore di 4 km, che si chiama Strantirazzismo”, una 4 chilometri contro ogni discriminazione, una festa di colori e sport, ricordando la sfortunata atleta somala Samia Yusuf Omar, a cui era dedicata l’edizione 2013, ma anche nel nome di tanti sportivi che negli anni sono diventati sinonimo di lotta al razzismo, da Mohammad Ali a Carlos e Smith,  a passo libero con il via dal ponte della Musica e l’epilogo identico a quello dei podisti competitivi allo stadio dei Marmi (iscrizioni anche sul posto fino a mezz’ora dalla partenza. Info: www.lacorsadimiguel.it). Il ritrovo sará presso il Ponte della Musica, alle ore 10.

Ma chi era Miguel?


Miguel Benancio Sanchez amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese. E’ un “desaparecido”.
Quando una banda paramilitare lo sequestrò a casa sua, nella notte fra l’8 e il 9 gennaio 1978, trovò la bandiera bianca e celeste attaccata alla parete.
Gli chiesero: ”Perché?”. E lui rispose: “Perché sono argentino”.
Aveva 25 anni quando gli bendarono gli occhi e lo infilarono sul Ford Falcon nero, triste e ricorrente presenza di quegli anni infami governati da una feroce dittatura.

LO ZUCCHERO

Miguel era nato l’8 novembre del 1952, a Bella Vista, provincia di Tucuman, Nord dell’Argentina, famosa per la coltivazione della canna da zucchero. Anche lui lavorò da bambino in questo campo prima che l’intera area entrasse in crisi.

LA VALIGIA DI CARTONE

Allora, a 18 anni, prese la sua valigia di cartone e seguì i fratelli che erano già partiti per Buenos Aires. Fu qui che cominciò una nuova avventura.

IMBIANCHINO

Faceva l’imbianchino e il calciatore prima di scoprirsi innamorato dell’atletica. Giocava nella quarta divisione con il Gymnasia y Esgrima de La Plata.

ATLETA

Ma l’atletica lo conquistò. Si allenava di mattina presto e alla sera tardi con il tecnico Osvaldo Suarez, mitico personaggio che aveva vinto tre volte la Corrida di San Silvestro.

LUOGHI

Di mattina, all’alba, andava a correre costeggiando un campo da golf, a Ranelagh. Di pomeriggio finito il suo lavoro, era stato nel frattempo assunto al Banco de Provincia, sceglieva la pista di Villa Dominico, dove c’era Suarez.

UNA MELA

La sua giornata era infinita. Sveglia con una mela, primo allenamento, treno, lavoro, ancora allenamento, scuola serale per completare quegli studi che non aveva finito. A volte rientrava all’una di notte.

ADAM

Aveva tanti fratelli e sorelle, in tutti erano dieci. A Villa Espana, periferia di Buenos Aires molto umile, c’era anche il suo cane Adam: dopo la sua sparizione non abbaiò più, aveva perso la gioia di vivere.

PERONISTA

Miguel s’impegnava politicamente nella Gioventù Peronista: aveva pianto il giorno dei funerali di Peron, nel 1974. Ci si vedeva con i ragazzi del quartiere, ma negli ultimi anni gli impegni di lavoro e con l’atletica, ridussero molto la sua politica.

COSA ACCADDE

In Argentina si spariva per niente, per fare politica, per difendere i diritti delle persone o semplicemente per avere un amico “sbagliato” o finire su un’agenda telefonica “pericolosa”. Chissà cosa accadde a Miguel.

POETA

Era un poeta autodidatta. Il suo “Para vos atleta”, “Per te atleta”, fu pubblicato dalla Gazeta Esportiva di San Paolo, il 31 dicembre del 1977, nove giorni prima della sua sparizione. Era un inno alla corsa. Ma Miguel scriveva di tutto: atletica, Argentina, soprattutto amore. Tanto amore che aveva voglia di dare e di ricevere.

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