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Processo per l’omicidio Rostagno, la Procura ha chiesto l’ergastolo per Virga e Mazzara. “E’ stato un delitto di mafia, Rostagno aveva svelato il suo nuovo volto con le alleanze con la massoneria…”

Omicidio di Mauro Rostagno: la Procura oggi ha chiesto l’ergastolo per Vincenzo Virga e Vito Mazzara.

69° udienza, terza e ultima parte della Requisitoria della Procura a Trapani il 16 aprile 2014.

Questa la parte finale della  requisitoria del pm Del Bene (trascrizione di Rino Giacalone)

Il Pm ha sottolineato i forti rapporti tra l’allora giudice del tribunale di Trapani Carmelo Lombardo con i massoni della Iside 2…nel 1984 il giudice aveva curato il procedimento delle misure di prevenzione nei confronti del boss Mariano Agate…fu applicata la misura di prevenzione personale ma nel 1984 non gli fu confiscata la sua azienda di calcestruzzi (finita confiscata solo pochi anni fa)….

Era esteso il potere di interferenza esercitato da Grimaudo, gran maestro della Iside 2, che arrivava ovunque

Non solo mafia? Può essere…guardate alla Iside 2

Come Peppino Impastato rappresentava una offesa per la sua sola esistenza nei confronti di Tano Badalamenti che fu eliminato della violenza e anche della calunnia dopo la morte, così anche Rostagno costituiva un affronto nei confronti del potere mafioso. Anche i commenti coloriti di Rostagno sul processo Lipari diventavano una offesa. Per Agate, Messina Denaro, Virga e Mazzara. Analoghi moventi e reazioni per Impastato e Rostagno. I mafiosi trapanesi erano offesi dal giornalismo di Rostagno che li irrideva. E Rostagno era diventato così una camurria. Troppo lunga la sequenza dei giornalisti uccisi in Sicilia. Tutti giornalisti scomodi perché scomodi e isolati dentro una categoria non sempre solidali con i giornalisti scomodi. Spesso ostilità che spianano le strade agli assassini. Tra Impastato e Rostagno in comune le manovre depistanti. Per tutti e due il passato  della vittima indicato come oscuro. Non solo la mafia? Si, può darsi, e Del Bene guarda al sistema di potere del centro studi Scontrino. Cosa nostra può avere avuto ragione ad uccidere Rostagno o avere agito come braccio armato. Mafia e non solo mafia ma il non solo mafia non è certo la pista interna, il Di Cori, non è certo Elmo, ma è quel coacervo di interessi che si ritiene essersi sviluppato nel centro studi Scontrino, nella massoneria deviata. L’istruzione dibattimentale ha evidenziato la responsabilità morale di Virga e la responsabilità di Mazzara come esecutore, ma anche la responsabilità di Cosa nostra….

Un movente che non esiste

L’istruzione dibattimentale ha dimostrato che Rostagno era avulso dal denaro e del suo utilizzo…non si occupava di corsi e fondi Saman se avesse scorto atteggiamenti truffaldini dentro la Saman avrebbe denunciato ogni caso….lo dice la storia professionale di Rostagno…Passaggi del pm a proposito della cosidetta pista interna al delitto…Rostagno era assorbito totalmente dall’attività presso Rtc…è insussistente ogni responsabilità diretta di Cardella e della Roveri o indirettamente la responsabilità di altri che si occupavano dei fondi per la Saman. Nella pista interna anche altre ragioni contrasto per altre cose maturate da Cammissa, Marrocco ……Nomi tirati fuori serviti a creare un movente generale sul quale mettere come figura imponente di Cardella…ma questo movente non esiste….

Il fax di Cardella

Il fax di Cardella contro Rostagno. E’ stata la Roveri che anche qui ha fornito interpretazione autentica delle dichiarazioni più forti..la Roveri ha detto di essersi schierata con Cardella per la dipendenza psicologica sebbene turbata dalla vicenda, aveva mostrato il documento al compagno Rostagno che aveva irriso alla vicenda…ma quelle parole usate da Cardella erano riferite ai loro rapporti, solo ai loro rapporti e non ad altro …Chicca Roveri nella sua testimonianza li ha bene spiegati. L’allontanamento dal Gabbiano della comunità Saman per il contenuto della sua intervista a King è spiegato nel dibattimento…Cardella non ha scritto per conto di altri…

Saman non c’entra

Dopo una lunga e articolata esposizione dei fatti da parte del pm Del Bene su tutto quello che nel processo ha riguardato con l’acquisizione di atti e testimonianze circa la cosiddetta pista interna giunge alla netta conclusione che nessun motivo di uccidere Rostagno da parte di Cardella o di esponenti o ospiti della Saman…

Udienza sospesa

Le sciocchezze di Sergio Di Cori e il fango buttato su Falcone

La testimonianza di Di Cori offende il giudice Falcone…è la prima volta che viene rappresentato come uomo incauto quando la storia professionale di Falcone è piena del rigore dell’uomo…dare credito a Di Cori significherebbe screditare il giudice Falcone….Ve lo immaginate Falcone che prende l’iniziativa di contattare Di Cori per incontrarlo per diverse ore in un locale pubblico? Falcone ha trascorso la sua vita in una stanza bunker…Di Cori getta fango su Falcone…basta questo dire perché ciò che dice sono sciocchezze…Siamo rimasti offesi tutti da queste affermazioni…Indecoroso avere introdotto questo tema….(Di Cori fu teste della difesa)…Falcone avrebbe chiesto a Di Cori di essere accreditato presso una agenzia di investigazione degli Stati Uniti? Ma avete conoscenza la lapide del dott Falcone al’Fbi e arriva questo che avrebbe dovuto mettere Falcone in contatto con i napoletani? Nonostante la approfondita indagine della Corte di Assise le cose dette da Di Cori sono rimaste non riscontrate…

Chinisia, le armi e la droga

Le vicende dell’aereo a Chinisia risultano solo parzialmente riscontrate….Intanto le cose dette dalla Digos per noi che indaghiamo sono pari a zero…la fonte confidenziale che riferisce della circostanza è pari a zero…Del Bene ricorda la testimonianza della moglie del generale Chizzoni – servizi segreti – indicata come la presunta amante di Rostagno alla quale avrebbe svelato le faccende che avvenivano nel’aeroporto “chiuso” di Chinisia…La donna ha smentito ogni cosa….I fatti. A Chinisia c’è un aeroporto che è collocato in un luogo difficilmente visibile…l’aeroporto anche in disuso fu usato in esercitazioni militari, una operata nel 1988…una simulazione di occupazione militare….ha trovato conferma l’interesse di Rostagno in quel periodo di fare immagini in totale segretezza…certe convinzioni emersero dopo la pubblicazione di un libro e le rivelazioni di Di Cori (il pm si riferisce alla testimonianza della Faconti e al libro di Bolzoni e D’Avanzo)….Il pm Del Bene sostiene che la vicenda è parzialmente riscontrata nel senso che altre indagini che nulla hanno avuto a che fare con il delitto Rostagno hanno dimostrato che in un periodo in quell’aeroporto (ma si è parlato anche di affari illeciti dentro l’aeroporto principale di Birgi) avvenivano scambi di droga dentro casse….i testi sono venuti a parlare di casse con armi….ma i testi dal Pm sono stati definiti totalmente non credibili

Gladio, Scorpione, tra traffici nascosti e dichiarati

Gladio ed Elmo. Il pm Del Bene riassume la testimonianza di Elmo, faccendiere vicino ai servizi segreti. Il maresciallo Vecchiano che lo aveva seguito per conto della Procura di Torre Annunziata ha detto che solo in parte le dichiarazioni di Elmo sono state riscontrate….La Procura di Milano ne ha sancito l’esclusione da ogni programma di protezione per il contenuto delle sue collaborazioni…teste ambiguo e lo è stato anche qui…è un teste che si è massacrato da solo…anche questo ci ha raccontato sciocchezze…Su Gladio dalla testimonianza del senatore Brutti è emerso che nel 1987 nacque a Trapani il centro Scorpione del Sismi al quale facevano parte agenti speciali k…smobilitato poi nel 1990….il pm Del Bene ricostruisce la storia di Gladio che negli anni 70 rimodulò i suoi compiti da quelli di addestramento a quelli di raccolta di informazioni contro terrorismo, mafia ….Gladio in Sicilia arrivò nel 1980, a Trapani nel 1987…la vicenda del centro Scorpione è rimasta avvolta in un’atmosfera nebulosa….nonostante la permanenza della struttura a Trapani per diversi anni…la presenza di importanti ufficiali…le spese sostenute…nessuna attività concreta risulta essere stata condotta tranne un solo rapporto su un presunto traffico di stupefacenti dentro la Saman…i temi del rapporto erano i rapporti con Curcio, l’uso di natanti da parte di Cardella…Brutti è venuto a dirci che Gladio a Trapani non risulta avere fatto alcuna attività contro la mafia nonostante a Trapani ci fosse una forte presenza della mafia….Brutti su Rostagno ha detto che rispetto a quello che faceva avrebbe dovuto essere protetto dalle istituzioni…il centro Scorpione non se ne è interessato…La testimonianza di Arconte…Ha detto di venire a Trapani presso centro denominato Sk….ha ricordato di suoi incontri con Li Causi e la gestione di traffici di armi con la Tunisia trasportati con traghetti e mai via aerea. Testimonianza significativa da parte di un teste che ha vissuto quei fatti, testimonianza che fa piazza pulita delle cose dette da Di Cori e Faconti. Arconte ha detto che erano forniture di armi trasportati in traghetti con destinazione finale il Nord Africa…Scalettari e Palladino, due giornalisti, hanno detto di avere appreso degli interessi di Giuseppe Cammisa in Somalia (Cammisa ex braccio destro di Cardella)…I due giornalisti hanno appreso da tale Sebri dei legami di Cammisa con mafia e servizi ….la fonte dei due giornalisti hanno indicato come centro dei traffici un aeroporto…quello di Milo e non Chinisia….Del Bene chiosa che sono notizie quelle fornite che non possono essere prese uno dei riferimenti dei due giornalisti, Sebri, in aula è apparso confuso, da Milano poi è arrivata una forte critica sulla sua attendibilità…..Sebri addirittura ha detto che nessuno gli ha mai parlato di Cammisa di non avere saputo nulla sul personaggio dicendo di sapere quello che era già noto a tutti sul personaggio Cammisa per via del suo precedente coinvolgimento nell’operazione Codice Rosso….Sebri si è trincerato dietro non ricordo…tanto da essere minacciato di reticenza…per poi ascoltare da lui presunte intimidazioni che avrebbe ricevuto da due soggetti…carattere anonimo dei documenti prodotti mette fortemente in dubbio la loro autenticità… appare difficile credere che quando Rostagno avesse davvero scoperto la presenza di cellule militari segrete con i suoi riferimenti di allora cioè i dirigenti Pci Marino e Cusenza….Rostagno ha fortemente attaccato la Iside 2 e nulla ha detto su cellule militari e traffici di armi…

Mafia e massoneria

Le uniche cose documentate nel processo sono le conoscenze giornalistiche precise dei legami tra mafia e massoneria….l’attività giornalistica di Rostagno è diventata pericolosa proprio per il suo interesse su questi legami…L’incontro con Falcone va giustamente interpretato…Rostagno ne uscì deluso dove andò a parlare delle sue conoscenze pensiamo che Falcone ebbe un atteggiamento apparentemente disinteressato che delude Rostagno probabilmente perché percependo la pericolosità delle conoscenze di Rostagno voleva indurlo ad allentare la pressione….Rostagno va da Falcone non perché gli deve parlare di vicende marsalesi dove a Marsala c’è un procuratore come Borsellino…va da Falcone perché è con lui che capisce deve parlare delle sue scoperte su mafia e massoneria..

Le congetture di Dell’Anna

La comunicazione giudiziaria di Lotta Continua. Voleva incontrare il giudice istruttore Lombardi,  riteneva non dovesse essere coinvolto…Una netta presa di posizione di Rostagno registrata dall’Ansa sia per la sua estraneità e sia per la difesa dei suoi compagni di Lotta Continua coinvolti….una vicenda che lo aveva amareggiato ma che non fermava la sua attività giornalistica…Non esiste in Rostagno alcuna voglia di dissociarsi e di accusa nei confronti di altri…la sua audizione era finalizzata allo scopo di definire una posizione processuale…non appare credibile che i responsabili dell’omicidio Calabresi erano preoccupati del giornalista organizzando in pochi giorni il delitto recuperando manovalanza locale…spazziamo via questa pista! Dell’Anna capitano dei cc anni dopo convocato a Milano per recuperare documenti il 4 nov 1992 indirizzò pro memoria al pm Franco Messina riferendo incontro con Lombardi. Dell’Anna riferì che Lombardi aveva a lui esternato convinzioni che delitto Rostagno era maturato nel contesto di Lotta continua….avendo da lui interrotto contatti con i suoi ex compagni…Dell’Anna disse che Roveri e Cardella sapevano ogni cosa sul delitto Rostagno. Lombardi disse che aveva una fonte e che il pentito Marino ne era al corrente. L’istruzione dibattimentale – prosegue Del Bene – ha chiarito in maniera inequivocabile l’episodio dell’incontro del 1992 tanto da censurare la condotta di Dell’Anna…questi ha detto che notizie non provenivano solo dal dott Lombardi ma anche da altro, interrogatorio Marino ed esame documenti di Lotta continua. Lombardi ha confermato incontro con Dell’Anna ma ha escluso in maniera categorica di avere parlato con Dell’Anna del delitto Rostagno…se mai ne avesse avuto conoscenza ma non poteva essere perché non attinente alle sue competenze mai avrebbe parlato con Dell’Anna conosciuto in quella occasione…Dell’Anna operò senza delega, acquisì documenti in modo ufficiale senza autorizzazioni della Procura di Milano su uso dichiarazioni Marino..Dell’Anna ha cercato di giustificare comportamento adducendo una summa di informazioni da più fonti…alla fine le notizie riportate erano sue congetture ….circostanze che contrastano con doveri di un pubblico ufficiale, di un ufficiale di polizia giudiziaria….gli investigatori a Trapani anche con Dell’Anna hanno continuato a inseguire una pista diversa da quella mafiosa per il delitto Ristagno.

Solo mafia

Rostagno a Trapani aveva svelato il nuovo volto della mafia…il passaggio dalla mafia provinciale a quella moderna dove in primo piano c’erano le nuove alleanze, con la massoneria, e i nuovi boss, altro che la famiglia dei Minore (ex capimafia trapani)…Rostagno aveva puntato l’attenzione sull’avanzata di Agate e con lui dei nuovi affari, impresa e appalti…Rostagno rappresentava una nuova rivoluzione culturale…attaccava la borghesia mafiosa, quella che ancora oggi protegge la latitanza di Messina Denaro come ieri quella di Riina…Il braccio armato del delitto è stato di Cosa nostra…precisa la responsabilità penale di Virga e Mazzara.

Conclusione del Pm Paci: abbiamo raggiunto la prova di chi ha ucciso e del movente…per la prima volta grazie a questo processo si ricostruisce una perfetta linea di continuità tra esecuzione dinamica e protagonisti, primo di tutti Vito Mazzara e le ragioni perché un delitto di quel genere doveva essere commesso…questo è accaduto in questo processo…il processo arrivato alla Dda il 21 aprile 1997 chiede oggi, senza formulare teoremi, l ERGASTOLO di Virga e Mazzara per il delitto di omicidio e chiede la prescrizione per gli altri capi di imputazione circa il porto di arma clandestina per il lasso di tempo trascorso

L’UDIENZA SI CHIUDE

RINVIO AL 23 E 24 APRILE PER LE PARTI CIVILI

NELL’ORDINE, AVV.  ESPOSITO, LANFRANCA, MICELI, CRESCIMANNO

A seguire l’articolo sunto della requisitoria scritto da Rino Giacalone:

“Virga e Mazzara sono colpevoli”, richiesta di ergastolo

Omicidio del giornalista Mauro Rostagno:

“E’ stata la mafia infastidita dagli scoop sulle connessioni con la

massoneria”

di Rino Giacalone

La voce finale dei pm Gaetano Paci e Francesco Del Bene è giunta attorno alle 14,30. Sono dovuti trascorrere 26 anni dal delitto del sociologo e giornalista Mauro Rostagno, 14 anni da quando il

fascicolo è giunto sul tavolo dei magistrati della Procura antimafia di Palermo,  tre anni da quando il relativo dibattimento è cominciato dinanzi alla Corte di Assise di Trapani, 69 udienze, oltre un centinaio di testimoni, per arrivare oggi alla richiesta di ergastolo per i due imputati, due conclamati mafiosi, Vincenzo Virga, accusato di mandante, capo del mandamento di Trapani, Vito Mazzara, capo decina della famiglia di Valderice, ex campione della nazionale azzurra, sicario di fiducia del boss Virga, accusato di essere stato il killer.

Tre udienze sono state dedicate alla requisitoria dei due magistrati, oggi l’ultima di queste dopo quelle

dell’11 e 14 aprile. Hanno ricostruito il dibattimento, hanno messo in fila le prove raccolte, hanno puntato il dito contro il tempo perduto per andare dietro alle altre piste alternative a quella mafiosa sulle quali hanno parecchio insistito le difese…”stupidaggini” hanno detto i due pm che sono entrati nel

merito di queste piste mostrandone l’inconsistenza, sulla pista mafiosa hanno messo in fila tutti gli elementi, dagli indizi raccolti dagli investigatori, e poi le collaborazioni dei pentiti, l’esito delle perizie, balistiche e sul Dna, la voce dei testimoni e la voce dell’imputato Mazzara intercettato mentre

infastidito con i familiari commentava della riapertura di quelle indagini sul delitto rispetto alle quali lui stesso si è detto convinto, sempre parlando con i familiari, della archiviazione.

I pm hanno dato atto del grande lavoro svolto in questi tre anni di processo dalla Corte di Assise presieduta dal giudice Angelo Pellino (a latere il giudice Samuele Corso), lavoro che si è concentrato

anche sulle altre piste, importante perché se la Corte non avesse scelto di approfondire sarebbero rimasti degli interrogativi e invece l’esito del dibattimento se ne è sancita la inconsistenza. Paci e Del Bene hanno tolto di mezzo anche altri dubbi che si erano raccolti attorno a quelle dichiarazioni

fatte anche da magistrati, come Antonio Ingroia (originario titolare del fascicolo) già all’avvio del dibattimento a proposito del fatto che ad uccidere Rostagno era stata la mafia e non solo la mafia.

“E’ vero – ha detto Francesco Del Bene – è stata la mafia ma non solo la mafia, le colpe sono da attribuire anche a quel contesto della massoneria deviata che non aveva gradito il lavoro

d’inchiesta che Rostagno stava svolgendo”.

E’ questo uno scenario che a Trapani non è sparito, è attuale, il sistema di potere è ancora in piedi, le

connessioni mafia e massoneria esistono, camere di compensazione frequentate anche da politica e impresa. “E’ lo stesso scenario che ieri mentre si uccideva Rostagno proteggeva la latitanza del capo dei capi Totò Riina che stava nascosto a Mazara del Vallo, e oggi protegge la latitanza del super boss Matteo Messina Denaro” ha sottolineato ancora Francesco Del Bene. Le corna, la pista interna, la pista di Lotta Continua, le rivelazioni sui traffici di armi, nella requisitoria dei pm sono state “spazzate via”. “Guardate a ciò che era (ed è) la massoneria con le sue connessioni con la mafia, rileggete ciò che ci hanno detto investigatori come Rino Germanà, le confessioni dei pentiti, rileggete le testimonianze evidentemente bugiarde o omissive a secondo da quale punto si guardano di altri investigatori e vi renderete conto che Rostagno è stato ucciso perché ogni giorno alzava il tiro contro la mafia tanto da diventare una camurria che doveva essere tolta di torno”.

“Abbiamo raggiunto la prova contro chi ha ucciso e il movente. Grazie a questo processo si è  ricostruita una perfetta linea di continuità tra esecuzione, dinamica e protagonisti, primo di tutti Vito Mazzara con le ragioni dell’omicidio e sul perchè un delitto di quel genere doveva essere

commesso” è stata la conclusione fatta dal pm Gaetano Paci. “Rostagno a Trapani aveva svelato il nuovo volto della mafia…il passaggio dalla mafia provinciale a quella moderna dove in primo piano c’erano le nuove alleanze, con la massoneria, e i nuovi boss, altro che la famiglia dei Minore (ex capi mafia di Trapani) Rostagno aveva puntato l’attenzione sull’avanzata di Mariano Agate e con lui dei nuovi affari a proposito di impresa e appalti…Rostagno rappresentava una nuova rivoluzione culturale…attaccava la borghesia mafiosa…il braccio armato del delitto è stato di Cosa nostra…precisa la responsabilità penale di Virga e Mazzara” ha detto poco prima l’altro pm Francesco Del Bene. “Come Peppino Impastato rappresentava una offesa per la sua sola esistenza, perché non mancava di

additare a Cinisi il potere di Tano Badalamenti e che fu eliminato prima dalla mano violenta e poi anche dalla calunnia dopo la morte, così anche Rostagno per i suoi commenti coloriti su figure mafiose come quella di Mariano Agate costituiva un affronto nei confronti del potere mafioso e anche lui ha conosciuto la violenza e la calunnia mafiosa”. La storia di Mauro Rostagno è la storia dei tanti giornalisti uccisi in Sicilia. Tutti giornalisti scomodi e isolati dentro una categoria non sempre solidale con i giornalisti scomodi, oggetto di ostilità che spianano le strade agli assassini”. Si diceva mafia e non solo la mafia: “Il nonsolo mafia non è certo la pista interna, i racconti di Di Cori o quelli di Elmo, non è la Saman o l’intelligence italiana, Gladio ed altro, ma quel coacervo di interessi che si sviluppava in quegli anni nel centro studi Scontrino, dove c’era la cabina di regia della massoneria deviata capace di arrivare ad

influenzare e inquinare uffici inquirenti e investigativi assieme a quelli politici, istituzionali, economici, bancari, imprenditoriali”. Il 23 e 24 aprile parleranno le parti civili, poi sarà la volta delle difese, tra il 9 e

il 10 maggio la sentenza. Oggi come accade dalle ultime due udienze assente l’imputato Vito Mazzara. In video conferenza da Milano, carcere di Opera, presente l’altro imputato, Vincenzo Virga che lo scorso 14 aprile ha preso la parola per protestare contro i “capricci” della polizia penitenziaria che l’ha

fatto arrivare nella saletta del carcere collegata in video conferenza solo dopo avere proceduto ad una minuziosa perquisizione: “Mi hanno denudato e quindi ho perso tempo per arrivare…penso che si tratti di un capriccio”. Nelle storie di mafia Virga non è l’unico ad essere stato denudato…viene da pensare alle vittime della mafia finite nude sul tavolo dell’obitorio…per i violenti e sanguinari “capricci” di Cosa nostra.

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