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Né con Hamas né con Netanyahu, con i palestinesi e con gli israeliani che vogliono convivere

Hamas come le brigate Al Aqsa hanno inferto per anni ad Israele e alla sua popolazione una lunghissima serie di attentati che avevano come obiettivi autobus, discoteche, scuole, negozi. Nessuno se lo ricorda più?

Attentati talmente perversi da essere duplici, a volte, sulla stessa scena colpita. Il primo per colpire bersagli a casaccio, il secondo per far fuori anche i soccorritori.

In questa scia di sangue sono morti duemila civili israeliani nell’arco di pochi anni.

Hamas non è dunque solo razzi sparati su Israele, che non sono più semplici Quassam che vedo nel dibattito trattati come inoffensivi. Ora Hamas usa tra l’altro anche gli S138 di fabbricazione iraniana, con una gittata di 150 km.  Hamas in ogni caso viene da una lunga tradizione di disprezzo umano.

Hamas usa i kamikaze, quando le è possibile. Anche donne. Usa la disperazione e il fanatismo che vi si può innescare per lanciare esseri umani contro altri esseri umani. Non è aberrante e ignobile?

Hamas è in grado di fare tutto ciò perché ha di fronte un governo israeliano reazionario, che non cerca la pace.

E’ un giro di boa che ha inizio con la morte di Yasser Arafat, trattato dai governi israeliani di destra come un doppiogiochista e un traditore. Arafat è stato fatto fuori dagli israeliani? Di certo israeliani fanatici di destra hanno ucciso Rabin, considerandolo pericoloso per i loro piani.

Semplificando, i governi reazionari di destra israeliani come il governo Netanyahu preferiscono potersi misurare con Hamas piuttosto che con l’Olp e Abu Mazen, che sono purtroppo minoritari.

Con Hamas non c’è dialogo, c’è solo guerra. Ed è quello che abbiamo sotto i nostri occhi con i morti di Gaza che aumentano giorno per giorno.

Israele però non è solo il governo Netanyahu e chi lo sostiene.

Dirlo sarebbe come dire che l’Italia sotto Berlusconi era solo quella e non c’era altro.

C’è anche un Israele che invece vuole la pace, non solo a Tel Aviv. E lo si è visto – nonostante la scarsa attenzione dei media – anche in questi giorni in piazza, non solo a Tel Aviv dove in queste ore hanno manifestato in decine di migliaia (nella foto).

Infine un ultimo punto: la legittimità di Israele. La vedo continuamente rimessa in discussione attraverso l’argomento civetta dei coloni colonizzatori ecc.

Chi dichiara Israele illegittimo ha le stesse posizioni della jihad e dei suoi accoliti, a Gaza come nel Libano o altrove.

Particolarmente grave è questa posizione proprio nel momento in cui in Medio Oriente si sviluppano pericolose strategie panarabiste come quella recente del Califfato iracheno.

Dunque, in conclusione, consiglio agli amici che sono indulgenti con Hamas e con le sue folli elucubrazioni di rivedere le proprie posizioni. I palestinesi sono in Medio Oriente gli “ebrei” degli arabi e c’è chi ha utilità a farli restare così, in mano a forze oscure reazionarie che predicano la distruzione di Israele. Le stragi di palestinesi sono iniziate in Giordania, con settembre nero, e sono continuate in Libano, con la complicità dell’esercito israeliano. Ma a perpetrare le stragi sono stati arabi e fascisti libanesi.

Tutto questo per dire che per ritrovare la strada precarissima della pace bisogna chiamare anche le cose col loro nome.

Chi può impedire ad Hamas (e a tutto ciò che ha dietro) di continuare sulla sua strada? Chi può impedire al governo reazionario di Netanyahu di continuare su quella stessa strada?

Noi possiamo appoggiare i palestinesi che non si riconoscono in Hamas, rafforzare le loro posizioni, questo è certamente utile mentre non lo è affatto chiudere gli occhi sul folle vicolo cieco in cui si è infilato Hamas.

E possiamo appoggiare Israele pacifista anti Netanyahu, quell’Israele che chiede un’altra strada.

Così come dobbiamo chiedere alla comunità internazionale di occuparsi di questo nuovo bagno di sangue, cercando di interromperlo.

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