Informazioni che faticano a trovare spazio

Fare luce sui depistaggi e sui depistatori

Sui depistaggi è innanzi tutto la società civile di Trapani ad interrogarsi. Oggi sono intervenuti a commentare la sentenza in molti, compreso il sindaco di Palermo e il commissario straordinario della Provincia di Trapani Antonio Ingroia. Per molti però l’accento è innanzitutto da pooirre sui depistaggi subiti, operazioni che ora si chiede di portare completamente alla luce anche perché in assenza di una bonifica il futuro della Sicilia e di Trapani appare di nuovo inevitabilmente compromesso.

Filippo Cutrona (segretario generale Cgil Trapani): “Dopo 26 anni di attesa si è giunti a una importante sentenza che pone un punto  fondamentale a un efferato omicidio maturato in un inquietante scenario su cui non è stata fatta ancora piena luce. Uomini dello Stato che avrebbero dovuto favorire il corso della giustizia saranno adesso al vaglio della magistratura per falsa testimonianza. Ciò – conclude – apre uno scenario assai inquietante sul movente e sui possibili intrecci che hanno  portato al delitto di un giornalista che con la sua attività e il suo coraggio aveva non solo additato mafiosi ma, probabilmente, scoperto importanti traffici”.

Coordinamento per la pace Trapani: “Questi tre anni di processo hanno offerto uno spaccato importante, seppur parziale, del nauseante contesto sociale e politico in cui maturò l´omicidio Rostagno. Lo dimostrano i tanti «non ricordo» e le incongruenze che hanno scandito le dichiarazioni di molti soggetti chiamati a testimoniare nel corso del dibattimento. Inoltre, questo processo ha evidenziato quanto forti siano stati i depistaggi e le rimozioni da parte degli investigatori (soprattutto i Carabinieri), particolarmente zelanti nel negare la pista mafiosa del delitto o nel minimizzare l´importanza dell´attività giornalistica di Rostagno, fatta di inchieste, denunce ed esercizio costante dello spirito critico in una città soggiogata dalla sua stessa ignavia. La sentenza della Corte d´Assise di Trapani ci ricorda dunque che i tempi della giustizia dello Stato sono infinitamente più lenti di quelli del buon senso e della volontà delle donne e degli uomini liberi. Proprio per questo, la mafia va combattuta qui e ora, con i comportamenti quotidiani, con la solidarietà, con la giustizia sociale, con la ricerca della verità, con il contrasto ai soprusi di ogni genere, con l´impegno di tutte e tutti. D´altronde, era proprio quello che ci diceva Mauro Rostagno, ogni giorno, al telegiornale”.

Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, rivendica invece il non aver subito questa opera di depistaggio, prova ne è che a Palermo già vent’anni fa è stata intitolata una sala del Comune a Rostagno.  “La condanna all’ergastolo che il Tribunale di Trapani ha inflitto a due mafiosi per l’assassinio di Mauro Rostagno conferma quello che i siciliani avevano ben compreso da tantissimi anni”. Così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “ Si trattò di un delitto di mafia – sottolinea Orlando – e il sociologo pagò con la vita le sue denunce degli intrecci di Cosa Nostra con interessi affaristici, con certa politica e con la massoneria deviata. Consapevoli di ciò, vent’anni fa una sala del Palazzo delle Aquile venne intitolata a Mauro Rostagno. Ora quella verità, sia pure con grandissimo ritardo, ha trovato finalmente conferma in un’aula di Giustizia’’.

Anche Antonio Ingroia (Commissario straordinario Provincia Regionale di Trapani) rivendica la stessa impostazione: “La giustizia che arriva tardi è sempre giustizia dimezzata, ma una sentenza così costituisce un parziale risarcimento dello Stato alla figura di Mauro Rostagno e ai suoi familiari . Per questo sono orgoglioso di aver rivestito un doppio ruolo in questo processo. Sono orgoglioso di essere stato il primo PM che alla DDA di Palermo, quasi 20 anni fa, ha riaperto le indagini sulla pista mafiosa e di avere iniziato il dibattimento contro i due imputati oggi condannati. E sono orgoglioso di essere stato oggi in udienza ad ascoltare la pronuncia della sentenza vicino ai familiari costituiti parte civile, anch´io parte civile come rappresentante della ex-provincia di Trapani. Ancora una volta, giustizia è fatta! E si è resa giustizia a Mauro Rostagno. Ancora una volta, la Procura di Palermo coi familiari e gli amici di Mauro Rostagno avevano ragione”.

Di seguito poi riporto altri commenti:

Associazione “Ciao Mauro”: “Questo risultato non rappresenta la fine del percorso. Adesso dobbiamo raccogliere la verità storica e politica che ci consegna questa sentenza e farla vivere all´interno della nostra comunità, per costruire la nostra memoria collettiva, che ci aiuterà a completare il nostro percorso di liberazione dalle mafie e dalle criminalità economiche”.

Achille Saletti, Gianni Di Malta, Lorella Raggi (Comunità Saman): “Oggi non si festeggia. Oggi si prende solo atto che, prima o poi la giustizia arriva. Si prende atto che ha ancora un senso credere nella parte buona della società. Una società, quella trapanese in particolare, che non ha mai smesso di chiedere giustizia, che non ha mai smesso di sperare nella verità. Una società che non ha mai permesso che la figura di Rostagno fosse infangata nonostante in molti ci abbiano provato. Una società fatta di tanti magistrati e uomini dello Stato che operano con passione e sprezzante coraggio. I procuratori Gabriele Paci, Francesco Del Bene e Antonio Ingroia e l’ex capo della Squadra mobile di Trapani Giuseppe Linares. A loro va oggi il nostro più vivo e appassionato: grazie!”.

Mino Spezia (sindaco di Valderice): “La sentenza arriva dopo 26 anni. Sono tanti ma comunque registrano l´affermazione forte e concreta che lo Stato è riuscito a fare la sua parte. Siamo soddisfatti perché la nostra costituzione di parte civile ha avuto un sigillo di giustizia. Avevamo visto giusto e la nostra scelta è stata equilibrata e pregnante”.

Mimmo Fazio (deputato regionale): “La sentenza a carico degli imputati dell´omicidio di Mauso Rostagno è una pagina storica per tutti noi trapanesi. La condanna degli uomini di cosa nostra sgombra il campo dalle ipotesi, le più svariate, che per trent´anni si sono frapposte alle sensazioni ed all´intima convinzione di tutti i trapanesi. Mi piace ricordare, anche, che questo processo è frutto della caparbia determinazione dei trapanesi che non si sono arresi, che hanno onorato la memoria di Rostagno, raccogliendo migliaia di firme perché non si chiudessero le indagini e perché, anzi, si approfondissero alla ricerca della verità”.

Giacomo Tranchida (sindaco di Erice): “Dopo tante luci ed ombre sulla vicenda giudiziaria che è scaturita dal cruento omicidio mafioso di Mauro, la Corte ha anche condannato gli imputati a risarcire le Parti Civili costituite rimettendo la decisione al giudice civile per la quantificazione, non disponendo provvisionale in favore degli Enti. L´Amministrazione comunale ericina, costituitasi al tempo parte civile, non ha materialmente avuto riconosciuta alcuna provvisionale al momento, però credo che la sentenza in sé, peraltro pronunciata nel cuore della nostra città abbia, in un certo qual modo, quanto meno simbolicamente, onorato parte di un debito civile e morale di cui gli ericini, i trapanesi e i siciliani onesti, rimangono ancora creditori nei confronti del sistema mafioso e criminale che ha rubato speranze e distrutto affetti seminando morte”.

Massimo Fundarò (Coordinatore Regionale SEL): “Questa sentenza,per certi versi storica, deve costituire la premessa per fare luce sugli intrecci affaristico-mafiosi,con la complicità di una politica connivente,che continuano a caratterizzare,ancora adesso, la vita economica e sociale della nostra provincia.Solo così non renderemo vano il sacrificio di Mauro Rostagno”.

Aggiungo infine che la sindaca di Corleone Leoluchina Savona presenterà nel prossimo consiglio comunale un ordine del giorno sulla sentenza Rostagno.

Ultimi

Un milione e mezzo i bambini ucraini “inghiottiti” dalla Russia

Un milione e mezzo di bambini e adolescenti ucraini...

Ancora dossieraggi e schedature

Tornano dossier e schedature. Il video che è stato...

Podlech, il Cile lo ha condannato all’ergastolo

ERGASTOLO CILENO PER ALFONSO PODLECHI giudici cileni hanno aspettato...

Era ubriaca…

“Era ubriaca, così ha favorito chi le ha fatto...