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L’Onu, lavarsi le mani. Pasteur lo diceva 150 anni fa

Le Nazioni Unite riscoprono il valore del lavarsi le mani. Centocinquanta anni dopo Pasteur. “Lavarsi le mani: prima regola per prendersi cura della propria salute. Il Bambino Gesù prima struttura italiana ad aderire alla Giornata ONU.

“Un video-spot, 40 secondi di immagini realizzate con un linguaggio universalmente riconoscibile per motivare tutti, grandi e piccoli, italiani e stranieri, al lavaggio delle mani: è così che l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù partecipa da protagonista alla Giornata Mondiale del lavaggio delle mani  promossa dalle Nazioni Unite, il “Global Handwashing Day” al quale hanno aderito 80 Paesi. Il

Bambino Gesù è la prima struttura italiana a prendervi parte.
Lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone è una delle misure più efficaci per salvare molte vite prevenendo la lunga serie di infezioni respiratorie acute e di malattie intestinali responsabili, ogni anno, della morte di oltre 3 milioni e mezzo di bambini in tutto il mondo.

E se questo semplice gesto diventa fondamentale per la sopravvivenza di tanti piccoli nelle aree dove le condizioni igieniche – anche le più elementari – sono carenti, l’abitudine a lavarsi le mani è un imperativo anche in Paesi come l’Italia sia a casa, sia a scuola, sia in ambiente ospedaliero.
La lotta alle infezioni ospedaliere (circa 500 mila i casi registrati ogni anno in tutta Italia, il 30% dei quali potenzialmente prevenibili) è infatti una delle missioni che il Bambino Gesù persegue anche attraverso campagne di educazione all’igiene delle mani: per questo motivo sul camice di ciascun medico dell’ospedale campeggia una spilla con la scritta “chiedimi se mi sono lavato le mani”.
L’adozione della buona pratica “nemica” degli agenti infettivi – insieme alle altre misure messe in campo dal Bambino Gesù – ha consentito all’ospedale pediatrico di abbattere l’incidenza delle infezioni contratte in corsia: un 4,3% di casi contro la media nazionale che tocca il 10%”.

Commento.

Com’è noto è stato Luigi Pasteur, preceduti in qualche misura dal dottore ungherese Ignaz Philipp Semmelweiss, a invocare la pratica del lavarsi le mani.

All’epoca Pasteur ebbe i suoi guai per aver promosso questa richiesta.

Le ammonizioni di Pasteur arrivano ora con 130 anni di ritardo? Viene da dire: non è mai troppo tardi.

Qui di seguito anticipo un brano dal libro che ho dedicato alle vite dei garibaldini dei Mille, di prossima pubblicazione. Di Pater e delle sue esortazioni il medico dei Mille Giovanni Bozzacchi ne parlava a un altro medico dei Mille, Edoardo Herter, chirurgo in Patagonia.

<Hai sentito parlare di Pasteur?>. Giovanni Buzzacchi, un altro dei Mille che studiava Medicina a Pavia, è ora direttore dell’ospedale civile di Mantova. Herter l’ha visto all’opera come chirurgo sui campi di battaglia. Sa che poi è stato nel ’66 medico personale del Generale.

Buzzacchi ora è tutto preso dalla sterilizzazione. Ha appena introdotto nelle sale operatorie del suo ospedale i  principi dello scienziato francese Louis Pasteur.

<Sterilizzare gli strumenti e lavarsi le mani, mi raccomando>, scrive Buzzacchi dall’Italia. E intanto  riferisce ad Herter la rivoluzione di Pasteur.

<Sai, è andato a Strasburgo di fronte all’Accademia delle Scienze e lì, con tutto quel Gotha,  ha sostenuto che i microbi sono generati da altri microbi della stessa specie, confutando così ogni residuo della teoria sulla generazione spontanea. Di conseguenza ha dimostrato anche che i fenomeni di putrefazione sono causati da organismi microscopici. Ha sbalordito tutti. Molti sono rimasti increduli>.

Buzzacchi, entusiasta, dice che Pasteur ha aperto un laboratorio a Parigi per portare avanti le sue ricerche nel campo dei microbi. Lì ha appena individuato, pare, il bacillo del carbonchio.

A Herter interesserà, no, con tutto il bestiame che c’è in Argentina?

<Pasteur è rimasto schifato dagli ospedali – prosegue Buzzacchi -. Qualche anno fa suo figlio Jean-Baptiste si è ammalato di febbre tifoide. In ospedale, Pasteur è rimasto sconvolto dall’odore nauseabondo delle ferite aperte. Anni di lavoro l’hanno convinto che i germi causano le malattie e che la sporcizia dell’ospedale ne favorisce la moltiplicazione. Ma i dottori non l’hanno voluto ascoltare. Sarà un famoso scienziato, ma che ne sa di medicina? Ma lui è andato avanti lo stesso.  E ora propone che i dottori si lavino le mani e sterilizzino gli strumenti che devono utilizzare prima di ogni intervento. Raccomanda camere operatorie sterili e camici puliti, ma molti dottori francesi si rifiutano di ascoltarlo. Apriti cielo!

<Uno scozzese però, Joseph Lister, che segue attentamente le sue ricerche, ha invece constatato che le ferite s’infettano con l’aria. E’ convinto che i germi descritti da Louis ne debbano essere la causa. La maggior parte dei medici francesi crede ancora nella generazione spontanea dei germi. Pensa che bestie! E tu Edoardo, se vuoi essere un buon chirurgo e non un pericolo pubblico, ricordati di lavarti sempre le mani…>.

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