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Preti pedofili, il sit in a Roma contro il Vaticano

Manifestanti da 13 Paesi del mondo per protestare contro gli abusi sui bambini

Preti pedofili, sit-in contro il Vaticano

Nel corso della manifestazione contestato padre Lombardi. Ma lui minimizza: non è successo nulla

Manifestanti da 13 Paesi del mondo per protestare contro gli abusi sui bambini

Preti pedofili, sit-in contro il Vaticano

Nel corso della manifestazione contestato padre Lombardi. Ma lui minimizza: non è successo nulla

ROMA – Sono arrivati da tredici Paesi per manifestare, a Roma, contro la pedofilia nella Chiesa. I rappresentanti delle organizzazioni delle vittime di pedofilia, guidati dagli americani di Survivors Voice, hanno dato vita a un sit-in davanti a Castel Sant’Angelo e poi intendono procedere in fila indiana in direzione di San Pietro anche se la loro manifestazione non è autorizzata. Nel corso della manifestazione hanno contestato padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, che si era avvicinato ai manifestanti. Lombardi ha poi detto alle agenzie di stampa di essere passato per esprimere solidarietà e ha precisato che «non c’è stato nessun problema e nessun incidente con i partecipanti alla manifestazione».

DA OGNI PARTE DEL MONDO – Sono venuti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi e Australia. Presenti anche alcuni italiani, di Verona e Francesco Zanardi, di Savona, in sciopero della fame da 11 giorni contro il vescovo della sua città, monsignor Vittorio Lupi, perché «provveda a denunciare i preti pedofili». Nel sit-in alcuni cartelli con scritto: «Giù le mani dai bambini», «Chiesa senza abusi», «Il Papa protegge i preti pedofili». «E’ venuto il momento di agire pubblicamente – spiegano gli organizzatoriu della manifestazione -. Vogliamo aiutare i ragazzi che ancora possono essere vittime di abusi nel mondo», aggiunge Bernie McDaid, cofondatore di Survivors Voice e lui stesso vittima di abusi da parte di un sacerdote quando era bambino. «Il nostro non è un attacco alla fede o alla religione, chiediamo solo più trasparenza, questa è una questione di condotta morale», ha spiegato Marco Lodo Rizzini, portavoce dell’associazione delle vittime dell’istituto Antonio Provolo, di Verona. E ancora: «Troppi bambini di troppi Paesi sono stati violentati. Oggi siamo qui per portare un messaggio di speranza e per chiedere al mondo di sposare la nostra causa», dice Gary Bergeron cofondatore di Survivors Voice.

«PROTEGGERE I BAMBINI»- In mattinata i fondatori di Survivors Voice avevano incontrato alcuni alunni dell’istituto per sordi veronese Provolo, investito da uno dei principali casi scoppiati in Italia nel campo della pedofilia nella Chiesa. «Quello che è capitato a noi – ha aggiunto Bergeron – potrebbe capitare anche ad altri bambini. Siamo qui per chiedere aiuto al mondo, per chiedere al mondo di sposare la nostra causa». «La nostra presenza qui – ha sottolineato McDaid – è più potente di quanto si possa credere. Dobbiamo dire a tutti di proteggere i bambini. Anche da quello che potrebbe capitare loro navigando su internet».

Paolo Brogi
31 ottobre 2010

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