Informazioni che faticano a trovare spazio

Sant’Egidio di governo. Con quello “smemorato” di Riccardi

Luci e ombre di Sant’Egidio. Andrea Riccardi, che ne è a capo, le rappresenta un po’ tutte. Prima di finire nobilitato al governo, Andrea  Riccardi ha scritto un libro su Giovanni Paolo II in cui si mettono in luce le grandi doti di Karol Woytila ma si tralascia quanto è invece più discutibile, tipo l’appoggio fornito a un campione di truculenza come il dittatore cileno Pinochet. Riccardi dimentica che Papa Karol si è spinto a scrivere alla Camera dei Lords, quando Pinochet era bloccato in Inghilterra e il giudice spagnolo Garzon premeva per farlo estradare, sostanzialmente perorando la libertà incondizionata del dittatore fascista dalle  mani insanguinate del sangue di troppi desaparecidos e di tanti morti.

Santì’Egidio è un po’ così, generosa sul fronte dei bisogni sociali e dell’intervento tra i meno abbienti, recalcitrante sul piano delle situazioni scomode come quando si dovrebbe dire la verità – tutta la verità – su un papa come Karol Woytila. Insomma un po’ smemorata. Comparire sul balcone della Moneda con Pinochet è stato uno dei  momenti “bassi” del pontificato di Giovanni Paolo II. O no?

Detto questo Riccardi al governo farà quel che deve fare: amministrare col lumicino quanto resta della cooperazione italiana, passata dai fasti affaristici craxiani (a proposito, allora a capo della struttura c’era un giovane medico messo lì da Emilio Colombo, un certo Bertolaso) alle miserie del berlusconismo. Fare di meglio non sarà certo un problema.

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