Informazioni che faticano a trovare spazio

I cinque studenti in lotta sulla casa a Bologna: “Non siamo soli…”

Affitti in nero, cinque studenti di Bologna si ribellano all’inganno del “comodato”. E un giudice li sbatte fuori
Le vicende si susseguono rapidamente

Grazie alla diffusione del nostro appello e all’immediato riscontro mediatico, la nostra vicenda, sembra aver preso una piega più rassicurante. Moltissime persone hanno partecipato attivamente, sostenendoci con grande sensibilità e fornendoci informazioni importanti. Grazie alla rete di relazioni che si è creata  gli scenari che fino a due giorni fa erano totalmente negativi, adesso sembrano più distesi:  ora abbiamo un legale  Vero che porterà avanti la nostra battaglia in modo deciso, con la nostra più completa fiducia.
Con noi si sono schierate numerose voci, tra cui quella del Comune di Bologna e dell’ASPPI,  Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari. Quest’ultima, con grande concretezza, si è offerta di sostenere le spese legali per il procedimento. Crediamo che questo costituisca un messaggio di quella solidarietà sociale che oltrepassa ogni schieramento di fronte a comportamenti disonesti  e meschini.  Questo è un piccolo esempio del senso civico che, piano piano, ci ritorna in mente.
Abbiamo chiuso ogni rapporto con l’associazione a cui ci eravamo affidati la quale sta tuttora puntando a un posizionamento mediatico che speriamo non venga mai raggiunto. Perfettamente a conoscenza dei numerosi problemi che ci ha causato, continua a dimostrare ipocrisia e inaffidabilità, mascherate da un atteggiamento seducente e invadente, al limite della manipolazione. Abbiamo richiesto con insistenza per più di un mese il recapito diretto di un loro legale, per avere consulenze che di fatto non si sono mai verificate se non con una persona che in seguito si è rivelata non abilitata alla professione (!). Addirittura, venuti a conoscenza dell’imminente provvedimento d’urgenza per cui siamo stati chiamati in tribunale, l’associazione ci ha contattato spiegandoci che le spese da coprire erano più elevate del previsto,  che ci era stata detta “una cazzata” (la promessa copertura delle spese legali),” ma sono umano e tutti possono sbagliare”, del resto – “ se volete pago tutto io di tasca mia, in prima persona, mi rovino, cosa devo fare? Non so dove né se troverò i soldi, ma per voi ho deciso di rovinarmi… Vi abbraccio, ragazzi”.  Alla fine, dopo trattative piuttosto grottesche, le spese legali di questa prima fase le abbiamo pagate noi (1200  euro da sommare ai 1300 della donazione pretesa dalla stessa  associazione). Speriamo che questa nostra testimonianza  impedisca  che altri siano irretiti da certe chiacchiere da raggiro costruite tutte attorno alla buona fede del prossimo  (“Ragazzi, ho parlato io con i nostri avvocati dell’associazione, è tutto a posto, procedete pure andando all’Agenzia dell’Entrate… Vi voglio bene, un abbraccio… Ci sentiamo presto”).
Nelle prossime settimane potrebbe essere eseguito il provvedimento del giudice, per cui un ufficiale giudiziario verrebbe a farci visita, imponendoci il rilascio dell’immobile, seduta stante. Ora ci occuperemo di organizzare la nostra difesa e il nostro trasloco, si spera momentaneo:  in ogni caso, il nostro stato d’animo è molto più disteso, soprattutto per merito della coralità che si è attivata a nostro favore. Siamo davvero felici di aver ricevuto tanta vicinanza, inaspettata a questi livelli. Grazie, vi terremo aggiornati su come si svilupperanno gli eventi.

Giulia, Greta, Emanuele, Francesco, Edoardo

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