Informazioni che faticano a trovare spazio

I motivi per dire no all’archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Pasolini

I cinque Dna rinvenuti per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini non sono identificabili. Ma con quanti dna sono stati confrontati?

Con una trentina, spiega l’avvocato Stafano Maccioni, il legale dei parenti di Pasolini che aveva fatto riaprire l’inchiesta, inchiesta che ora la Procura vorrebbe chiudere.

Pochi, se è così. Una rosa molto, troppo ristretta. Pertanto poco utile. Anche se è forse impossibile datare questi dna, se cioè siano riconducili a quella notte oppure no, varrebbe la pena fare uno sforza maggiore per dare un nome e un cognome a quei dna.

E’ questo un primo motivo di opposizione contro la chiusura dell’inchiesta.

Il secondo è che si è indagato solo su una pista principale, sostanzialmente la malavita di serie B romana, escludendo di fatto tutte le altre piste.

Per il filone Mattei-De Mauro, solo per esemplificare, ci si sarebbe limitati a sentire Marcello Dell’Utri in relazione al capitolo scomparso di “Petrolio”.

Terzo problema: il testimone Misha Bessendorf, che nel 2012 ha riferito ciò che vide dalla sua finestra all’Idroscalo, non è stato neanche “sentito” perché a quanto pare ritenuto “inattendibile”. La sua versione contrasta con quella ufficiale dell’inchiesta approdata nel processo di I grado. Ma perché non sentirlo e cercare di approfondire? Non era un atto dovuto? In fin dei conti, visto che dal 1980 abita a New York, basterebbe una rogatoria.

Quarto problema: si è indagato su come Pino Pelosi cambiò avvocato, su suggerimento di chi ecc ecc.

Insomma sono solo queste alcune delle osservazioni nei confronti di una richiesta di archiviazione che corona quattro anni di inchiesta senza arrivare al dunque.

Un risultato comunque c’è: ci dice che Pino Pelosi quella notte con ogni probabilità non era solo.

E ciò rimette in discussione quella pietra tombale che in appello e poi in Cassazione ridusse la responsabilità dell’omicidio al solo Pino Pelosi.

Anche sui gradi di giudizio andrebbero fatte poi osservazioni, se non altro per la presenza di magistrati che sono poi entrati in altre vicende successive come quelle di Danilo Abbruciati della Banda della Magliana salvo poi essere ritenuti estranei.

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