Informazioni che faticano a trovare spazio

A Brescia un anticipo dello sciopero degli immigrati: sabato in diecimila dietro lo striscione contro il razzismo istituzionale

Riporto il resoconto uscito sul quotidiano “Bresciaoggi” per i diecimila immigrati scesi in piazza sabato a Brescia dietro lo striscione “No al razzismo istituzionale, no allo sfruttamento». Molti di questi immigrati hanno già preannunciato la partecipazione allo sciopero degli immigrati il I° marzo. Lo striscione stesso, in basso, annunciava: “Verso il I° marzo di sciopero generale”. Ecco l’articolo (foto del Servizio Fotolive).

Titolo: Diecimila immigrati in piazza
per dire «No al razzismo»
LA MANIFESTAZIONE. Molto partecipata l’iniziativa promossa dalle associazioni con l’adesione dei sindacati
Sommario: Tante le comunità partecipanti, in testa la pakistana e la senegalese Duri gli striscioni di protesta E già si guarda al primo marzo

L’articolo; C’è chi l’ha messa in modo molto serio innalzando un cartello con la scritta «Meglio essere cane che immigrato in Italia». E chi invece l’ha giocata sui luoghi comuni, scrivendo su un altro cartello: «Gli italiani? Ignoranti, evasori e mangia pasta. Gli stranieri? Sporchi, rumorosi e maleducati».
Le premesse perché la manifestazione antirazzista di ieri promossa dalle associazioni dei migranti fosse partecipata c’erano tutte, e così è stato. Numeri in queste occasioni è difficile darne ma se dal palco qualcuno si spinto a parlare di almeno 20mila partecipanti, forse esagerando, è fuori di dubbio che le 10mila presenze siano state superate. Grandi numeri in ogni caso, come non è facile vedere in città. Il corteo si è mosso prima delle 15 da una piazza Loggia già in buona parte piena e si è ingrossato ulteriormente dopo aver attraversato il Carmine ed essere sfociato sul ring.
Di bandiere, così come era stato chiesto dalle associazioni dei migranti, se ne sono viste poche. Tanti, invece, gli striscioni. Da quelli del sindacalismo di base a quelli del Coordinamento migranti e di diverse categorie della Cgil fino alle rappresentanze di Cisl e Uil. Molti anche gli striscioni delle comunità immigrate: Guinea, Tunisia, India, Bangladesh. A fare grande presenza, però le comunità che da anni sono in prima fila nelle manifestazioni di piazza, a partire dalla pakistana e dalla senegalese. Ieri, e non è abituale, in modo visibile e organizzato si è anche visto un folto gruppo di cinesi, con tanto di intervento dal palco al termine della manifestazione.
MOLTI I CARTELLI senza firma da quello che spiega che «Non chiediamo privilegi, ma vogliamo diritti» a chi sottolinea che «Non siamo merce» a chi evoca il «Bossi che con la bandiera italiana voleva pulirsi il c… mentre noi abbiamo il massimo rispetto per la bandiera italiana». O, ancora, il bambino in spalle a papà con tanto di bandierina e la scritta: «Paroli, Rolfi, Maroni: bocciati!» o chi spiegava che «Siamo tutti sulla stessa barca». In mezzo tamburellanti, musicanti, clown, distributori di rose ai passanti per una manifestazione festosa.
Dal ring il corteo è giunto come un’onda fino a piazza Repubblica, da qui ha deviato verso la stazione ferroviaria per poi rientrare sul ring e di nuovo in centro storico, con passaggio anche in corso Zanardelli e il rientro in piazza Loggia.
Lo striscione di apertura faceva sintesi dei temi della giornata, con la scritta «No al razzismo istituzionale, no allo sfruttamento» e con un richiamo esplicito alla giornata di sciopero dei migranti del primo marzo, «Un giorno senza di noi». Di questa giornata di sciopero si discute da settimane e non si sa ancora se sarà così o avrà una valenza poco più che simbolica. A Brescia l’astensione dal lavoro è già stata proclamata dalle Rsu in alcune aziende, ma da qui a dire che lo sciopero sarà generalizzato ce ne passa parecchio. Cisl e Uil hanno già espresso la propria contrarietà proponendo in alternativa forme di mobilitazione simbolica, mentre le categorie della Cgil dovrebbero dare la copertura legale laddove si renda necessario. Si vedrà se cambierà qualcosa nelle prossime settimane.
Thomas Bendinelli

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