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I° marzo a Brescia, attesi 5000 immigrati in piazza

LA PROTESTA. Presentata la mobilitazione di lunedì contro le «leggi razziste» e i permessi di soggiorno legati al lavoro

Sciopero degli immigrati:
le adesioni sono in aumento

Irene Panighetti

Sono attese in piazza della Loggia quattro-cinquemila persone Ci saranno anche gli studenti e gli scolari per il volo dei palloncini

· Giovedì 25 Febbraio 2010

· CRONACA,

· pagina 8

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Una manifestazione degli immigrati in piazza Loggia. Il 1 marzo è in arrivo una nuova …

«Immigrato non è reato»: si potrebbe sintetizzare così, con le parole di Sarr Harrane, Rsu alla Socialclima di Rezzato, il senso della giornata di mobilitazione del primo marzo, denominata dagli organizzatori «una giornata senza di noi». Quel giorno infatti, sull’esempio di ciò che già accade in Francia, anche in Italia tutti i migranti sono chiamati a scioperare per far vedere quanto sono importanti: «se si fermassero gli oltre 160 mila immigrati della nostra provincia ci sarebbe il caos, molte fabbriche resterebbero chiuse e salterebbero tanti servizi assistenziali», ha valutato Louise Bonzoni, del comitato «Primo marzo un giorno senza di noi», una delle realtà che stanno preparando la giornata, presentata ieri in una conferenza stampa in Piazza Loggia.
Sotto accusa «le leggi razziste che i governanti nazionali e locali hanno promulgato negli ultimi anni, in particolare il permesso di soggiorno legato al lavoro, ma non solo: leggi che rendono precaria e sempre sotto ricatto la vita dei migranti» ha spiegato Gabriele Bernardi, dell’Associazione Diritti per Tutti che poi ha aggiunto: «io farò scioperò, anche se non vivo gli stessi problemi dei migranti, ma ne vivo altri, legati alla precarietà e all’insicurezza del lavoro. E poi sono convinto che i conflitti dal basso verso l’alto allarghino la democrazia, portando più diritti di cittadinanza per tutti».
L’INVITO PRINCIPALE è quindi quello all’astensione dal lavoro, da parte di immigrati e italiani. La Camera del lavoro provinciale si sta impegnando a dare copertura sindacale a chi vuole scioperare: «ad oggi le Rsu hanno proclamato sciopero in 17 aziende e stiamo ancora raccogliendo le adesioni di singoli lavoratori: chi vuole avere copertura ci contatti» ha garantito Ibrahim Djallo, del coordinamento migranti della Cgil, che si è anche augurato che «il primo marzo sia una giornata come il 6 febbraio, magari con numeri inferiori alle 15mila presenze di quel giorno, ma comunque una giornata che farà onore a Brescia».
Dal punto di vista delle garanzie per chi sciopera si sono schierati anche i sindacati di base Cobas, Sisa, Sdl Intercategoriale, «che ha proclamato sciopero provinciale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata» ha precisato Margherita Recaldini, dell’Sdl. «Chiediamo a tutti di partecipare, amici italiani e non» ha invitato Megzari Mohammed Khallil, delegato della Beretta, dove domani il consiglio di fabbrica deciderà il da farsi. Già presa la decisione di aderire invece alla Socialclima di Rezzato dove «il rapporto con i colleghi italiani è molto buono» ha garantito Sarr Alassane, che da 14 anni lavora in questa fabbrica e che si augura: «il primo marzo metteremo in campo tutta la nostra forza».
LE ASPETTATIVE sono quelle di avere in Piazza Loggia 4-5mila persone, non solo lavoratrici e lavoratori in sciopero ma anche studenti e scolari, attesi in piazza dalle 10 alle 14 per dare vita a momenti di sensibilizzazione e di incontro tra italiani, «donne e uomini immigrati, figli degli immigrati nati o cresciuti in questa terra, che sono i nuovi cittadini, sono parte dell’Italia di oggi» si legge nel volantino di indizione dell’iniziativa. Saranno fatti volare palloncini ecologici di colore giallo, scelto «perché non strumentalizzabile» ha precisato Bonzoni che ha poi invitato tutti a non fare la spesa, a non telefonare o mettere in pratica altre transazioni.
«Non è uno sciopero contro gli artigiani» ha voluto precisare Daniela Nedelcu, presidente dell’associazione interculturale Tutti Insieme di Bedizzole, «ma anche per loro, perché al continuo aumentare della burocrazia con la quale si confrontano, si aggiunge quella per i loro dipendenti». Lunedì quindi è un «momento di grande importanza» ha concluso Bernardi.


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