L’Unità sul libro di Angela Camuso “Mai ci fu pietà”, storia della banda della Magliana
mercoledì, 10 Febbraio, 2010Mai ci fu pietà, storia della banda della Magliana dal 1977 a oggi riflette due cose tipiche del gusto giornalistico dell’autrice, la collega Angela Camuso. Il primo: il lavoro in presa diretta, il racconto, le testimonianze delle vittime e il linguaggio dei banditi. Carnefici, nel caso dei sequestri di persona conclusi male, come quello del duca Grazioli Lante della Rovere, che mai fece ritorno a casa. La lingua viva di criminali che mostrano cinismo e volgarità ma anche pochezza e confusione. Il secondo elemento è collegato al primo: cercare di capire come fu possibile che questa banda dove matureranno personaggi di spicco ma che all’inizio è un aggregato di elementi balordi, riesca a costruire relazioni e appoggi in ambiti istituzionali, politici, religiosi, di amministrazione della giustizia. In questa direzione Angela Camuso scava con molta determinazione, scoprendo risvolti oscuri e anche un mondo di millantatori o pseudomillantatori. I testaccini La banda della Magliana, in realtà – ha spiegato il procuratore Capaldo in una delle presentazioni del libro – è un marchio, una definizione giornalistica, sotto la quale si sono catalogati nel tempo gruppi diversi: i testaccini, poi quelli di Acilia, Ostia e i gruppi minori. Il gruppo che riuscì a costruire relazioni forti con poteri della città è quello dei testaccini, per il caso Orlandi come per altri casi. Il procuratore Capaldo, che naturalmente nulla rivela sulle nuove indagini incorso, suggerisce, però, una lettura storica dell’apice raggiunto dalla banda all’epoca del sequestro Orlandi. Bisogna chiedersi perché finisce all’inizio degli anni Novanta il potere del gruppo criminale declina. Interrogativo a cui oggi si può cercare risposta perché, nel frattempo molto è cambiato, a palazzo di giustizia come in Vaticano, nell’opoinione pubblica più accorta e nei poteri politici. È, quindi, in queste due direzioni che si sviluppa il libro di Angela Camuso che, con un lavoro meticoloso sui documenti giudiziari e su sentenze ormai inappellabili, ha tirato fuori carte inedite e ravvivato il ricordo di fatti criminosi attraverso la testimonianza delle vittime. Le testimonianze Prima di tutto quella del gioielliere Roberto Giansanti, rapito il 16 maggio 1977. E che rivela i dubbi e le paure legati al fatto che proprio una figura chiave del gruppo che lo rapì, Franco Giuseppucci, era tenuto d’occhio ed era stato visto da una macchina della polizia davanti al suo negozio, quindici giorni prima del rapimento. È il pentito Claudio Sicilia, racconta Camuso nel libro, a rivelare nel 1986: «le informazioni necessarie per sequestrare il gioielliere le diede Franco Giuseppucci». Il problema è che, denuncia oggi Giansanti, «fra le foto segnaletiche che mi furono mostrate dopo la liberazione, Giuseppucci non c’era. E io lo riconobbi per caso, vedendo una sua al comando dei carabinieri. Lo riconobbi percHè l’avevo notato davanti al mio negozio, per via di un occhio di vetro». ROMA jbufalini@unita.it
- Appuntamenti (45)
- Best (136)
- Cultura (95)
- Fotografia (26)
- Internet-Media (108)
- Lettere (20)
- Libri (25)
- Mondo (2.247)
- Ndrangheta (4)
- Politica (192)
- Società (3.530)
-
andrea
Flavia Perina in questa prosa che filtra cose a lei scomode (Elena Pacinelli) e amplifica particolari insignificanti (presnuto gramscianesimo della… -
Alessandro Londero
Salve, se Paolo Brogi avesse richiamato magari avrebbe potuto avere più info di quel viaggio. Ora che l’ONU ha fatto… -
Geneva
Hi there to every body, it's my first visit of this blog; this webpage consists of awesome and in fact…
- Aprile 2022
- Marzo 2022
- Febbraio 2022
- Gennaio 2022
- Dicembre 2021
- Novembre 2021
- Ottobre 2021
- Maggio 2021
- Marzo 2021
- Febbraio 2021
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Settembre 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Giugno 2019
- Maggio 2019
- Aprile 2019
- Marzo 2019
- Gennaio 2019
- Novembre 2018
- Ottobre 2018
- Settembre 2018
- Agosto 2018
- Giugno 2018
- Maggio 2018
- Marzo 2018
- Febbraio 2018
- Gennaio 2018
- Novembre 2017
- Ottobre 2017
- Maggio 2017
- Aprile 2017
- Marzo 2017
- Febbraio 2017
- Gennaio 2017
- Dicembre 2016
- Novembre 2016
- Ottobre 2016
- Settembre 2016
- Agosto 2016
- Luglio 2016
- Giugno 2016
- Maggio 2016
- Aprile 2016
- Marzo 2016
- Febbraio 2016
- Gennaio 2016
- Dicembre 2015
- Novembre 2015
- Ottobre 2015
- Settembre 2015
- Agosto 2015
- Luglio 2015
- Giugno 2015
- Maggio 2015
- Aprile 2015
- Marzo 2015
- Febbraio 2015
- Gennaio 2015
- Dicembre 2014
- Novembre 2014
- Ottobre 2014
- Settembre 2014
- Agosto 2014
- Luglio 2014
- Giugno 2014
- Maggio 2014
- Aprile 2014
- Marzo 2014
- Febbraio 2014
- Gennaio 2014
- Dicembre 2013
- Novembre 2013
- Ottobre 2013
- Settembre 2013
- Agosto 2013
- Luglio 2013
- Giugno 2013
- Maggio 2013
- Aprile 2013
- Marzo 2013
- Febbraio 2013
- Gennaio 2013
- Dicembre 2012
- Novembre 2012
- Ottobre 2012
- Settembre 2012
- Agosto 2012
- Luglio 2012
- Giugno 2012
- Maggio 2012
- Aprile 2012
- Marzo 2012
- Febbraio 2012
- Gennaio 2012
- Dicembre 2011
- Novembre 2011
- Ottobre 2011
- Settembre 2011
- Agosto 2011
- Luglio 2011
- Giugno 2011
- Maggio 2011
- Aprile 2011
- Marzo 2011
- Febbraio 2011
- Gennaio 2011
- Dicembre 2010
- Novembre 2010
- Ottobre 2010
- Settembre 2010
- Agosto 2010
- Luglio 2010
- Giugno 2010
- Maggio 2010
- Aprile 2010
- Marzo 2010
- Febbraio 2010
- Gennaio 2010