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Sciopero immigrati, in Puglia cosa ne dice barilive.it

Da Barilive.it ecco le notizie sullo sciopero degli immigrati a Bari.

Il 1° marzo il primo sciopero degli immigrati a Bari

di Valentino Sgaramella
A Bari, come in altre città italiane, è sorto il “Comitato cittadino 1° marzo”. Si prefigge il compito di organizzare il primo sciopero degli immigrati. Lo slogan coniato è “Immigrati, senza di noi”. Il messaggio è contenuto nel titolo. Ormai, la nostra economia è legata in maniera indissolubile alla presenza di lavoratori che giungono da altri Paesi. Bari, poi, è una delle città più multietniche d’Italia. E’ sufficiente, per capirlo, passeggiare lungo piazza Umberto. Giuseppe Milano, 26enne laureando in Ingegneria, è co-referente, con Giò Kasongo, del Comitato. Lo abbiamo intervistato.

Quanti immigrati si prevede aderiranno alla manifestazione?
Non si può dire con certezza. In queste settimane di lavoro, abbiamo inviato le comunità di migranti presenti a Bari. E’ anche vero che alcuni hanno guardato all’iniziativa quasi con diffidenza, con scetticismo. Per loro, il lavoro è più importante. Non sanno come rapportarsi ad una iniziativa genuina e disinteressata che proviene dalla società civile e finalizzata a tutelare i loro diritti. In Italia, nessuno ha mai fatto nulla del genere.

Quale è la condizione dell’immigrato, a Bari?
Anzitutto, dobbiamo debellare il virus dei luoghi comuni. A Bari, molti immigrati vivono in una condizione di illegalità, non sempre correlata ad una condizione di clandestinità. Questa situazione, a mio avviso, dipende da una serie di norme che non tutelano in modo adeguato queste persone che provengono da terre in cui hanno vissuto disagio e dolore. Detto ciò, sappiamo benissimo quale sia la condizione di quelli che chiamiamo “lager di Stato”, ossia dei Centri di identificazione e di espulsione. Questo non ci sottrae dalle nostre responsabilità di cittadinanza attiva e consapevole. O ci assumiamo la nostra parte di responsabilità, coinvolgendo tutti nelle nostre iniziative. Bisogna promuovere in modo concreto e diretto una integrazione culturale e sociale. Oppure, possiamo comportarci come i peggiori leghisti, teorici della xenofobia. Riconoscere i diritti degli immigrati, non significa esclusivamente fornire un servizio di assistenza solidaristica. Oggi, non possiamo parlare di integrazione degli immigrati, senza consentire a queste persone di esprimere la propria opinione.

Non è consentito agli immigrati esprimere opinioni?
Le faccio un esempio collegato all’occupazione dell’ex liceo Socrate che pure ha fatto registrare situazioni analoghe a quelle del Ferrhotel. Giò Kasongo ha chiesto agli immigrati se avessero bisogno di cure, essendo un medico. Sa cosa hanno risposto gli immigrati? Che bisognava chiedere il permesso per le cure ed i farmaci agli italiani. La manifestazione del 1° marzo nasce anche per restituire dignità a queste persone ed aiutarle ad uscire da una condizione di invisibilità e degrado morale. Se vogliamo costruire una società migliore, dobbiamo agire insieme, sullo stesso livello.

Per chi fosse interessato, può ricevere informazioni o contattare I promotori della iniziativa del 1° marzo sul social network “facebook”, contattando Giuseppe Milano, o aderendo al gruppo “1° marzo 2010 sciopero degli immigrati gruppo di Bari”. La e-mail dell’evento è: primomarzo2010bari@gmail.com

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