Informazioni che faticano a trovare spazio

Tor Bella Monaca, la polizia chiude

Ricevo da listmaster questa segnalazione su un articolo del Fatto quotidiano su Tor Bella Monaca e la polizia.

Piano sicurezza: Tor Bella Monaca resta senza polizia
di Silvia D’Onghia

Seicento metri quadri di uffici e locali, attrezzature moderne, ottime condizioni. Il luogo ideale per rendere il quartiere romano di Tor Bella Monaca un po’ più sicuro, anche nella percezione dei cittadini. Stiamo parlando della Caserma della polizia, una struttura posta presso il centro commerciale “Le Torri”, uno dei luoghi di maggiore aggregazione della zona. Una struttura già nelle disponibilità del ministero dell’Interno, che paga circa 6 00 mila euro all’anno per l’affitto. Peccato che quei 600 metri quadri siano da otto anni chiusi, inutilizzati, inaccessibili, ma che il Viminale continui a pagare – oltre al canone di locazione – anche il riscaldamento, l’energia elettrica e addirittura le pulizie. La storia ha dell’incredibile. Tor Bella Monaca è uno dei quartieri meno sicuri di Roma: ogni giorno avvengono atti di violenza e arresti (l’ultimo, qualche giorno fa, di un latitante internazionale). Il posto di polizia, che si trovava all’interno della caserma, è stato chiuso alcuni anni fa quando sono andati in pensione gli ultimi poliziotti. Da allora l’unico lato vivo della struttura è quello occupato dagli alloggi di alcuni agenti. Ma adesso il ministero vuole “sfrattare” anche quelli e recedere anticipatamente dal contratto d’affitto, che scadrebbe nell’aprile 2011. Fa tutto parte della logica dei tagli alle forze dell’ordine voluti da questo governo, che pure sulla sicurezza ha giocato e vinto la campagna elettorale. E pensare che la proprietà dell’immobile, che detiene anche un albergo nelle vicinanze (e che quindi avrebbe tutto l’interesse a m antenere almeno un posto di polizia), si è detta disponibile anche a ridurre del 20% il canone di affitto. Nulla, Maroni procede spedito per la sua strada e il 25 marzo la caserma di Tor Bella Monaca chiuderà, con buona pace dei poliziotti che ci vivono e dei cittadini che protestano (oggi nel centro commerciale il circolo locale del Pd proseguirà la raccolta di firme, ne sono state già raccolte un migliaio). Nel frattempo, però, si procederà a ristrutturare il commissariato Casilino, distante circa 9 chilometri (un’infinità per il traffico romano) e circa 4 volte più piccolo.

“Si dice tanto a proposito della percezione dell’insicurezza nei cittadini – commenta il segretario generale del Silp Cgil Lazio, Gianni Ciotti – e poi si va a chiudere una struttura del genere, la cui presenza serve anche da deterrente. Per non parlare dello spreco enorme di risorse finanziarie”. E non si tratta certo dell’unico spreco. In una città come Roma, che ha la bellezza di 36 commissariati, le volanti escono tutte da un unico punto, la caserma di via Guido Reni. Secondo uno studio realizzato dai poliziotti del Silp, per raggiungere la parte est della città, considerando il traffico, una macchina ci impiega un’ora. Questo significa che, delle sei ore di turno di un agente, al controllo del territorio ne rimangono quattro. Basterebbe allora far uscire le volanti da quattro punti e non da uno solo e distribuire meglio i commissariati per avere un maggiore controllo del territorio. Come pure si potrebbero razionalizzare le vigilanze agli obiettivi cosiddetti sensibili, evitando che i poliziotti “poltriscano” in macchina sotto i palazzi, facendosi sorprendere addormentati dalle telecamere, ed istituendo una vigilanza mobile tra due o tre obiettivi. Quando fu lanciata la grande campagna dei poliziotti di quartiere, con tanto di spot e plausi al presidente del Consiglio, su Roma erano previste 162 pattuglie. “Ne escono in media 10 al giorno – prosegue Mirko Carletti, segretario provinciale del Silp – Oltre tutto il Viminale ha speso circa 800 mila euro per formare ed equipaggiare il personale, che, di fatto, viene impiegato per altri scopi. E la Corte dei conti, nel giugno dello scorso anno, ha lamentato la mancata assunzione di duemila persone funzionali al progetto”. E il cittadino paga, con buona pace della sicurezza. “I poliziotti sono ancora senza contratto – conclude il sindacato della Cgil – nonostante si sia già chiuso il biennio economico 2008-2009 e si sia entrati nel nuovo. E’ vero che quanto meno è stato sbloccato il turnover, ma prima di avere nuovo personale in Questura passeranno almeno quattro anni. Ad oggi, delle cinquemila unità previste, ne sono presenti soltanto 3.400”. (Il Fatto Quotidiano del 06 Feb. 2010)

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