Informazioni che faticano a trovare spazio

Afgani? Il fenomeno permarrà finanche si continuerà a distribuire pasti…

Ricevo dal Presidente dell’XI Municipio questo scambio di lettere-opinioni (visione del mondo?) tra lui e l’amministrazione Alemanno: oggetto, gli afgani accampati all’Ostiense.  Vale la pena scorrere queste righe…

Qualche giorno fa, con lettera che appresso riporto integralmente, ho chiesto al Sindaco e all’Assessora preposta alle politiche sociali di intervenire per risolvere definitivamente la tragica situazione degli immigrati afghani presenti nelle vicinanze  dell’Air Terminal Ostiense.

Sarebbe stato meglio che il mio appello fosse ignorato come d’abitudine.
Invece mi risponde il Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali U.O. Emergenza Sociale – Sala Operativa Sociale, trasmettendomi una relazione che mi ha lasciato basito. Nel documento si conferma la presenza di immigrati in situazione di estremo degrado  e “……si ritiene che il fenomeno permarrà finanche si continuerà l’attività di distribuzione dei pasti in loco operata da diversi Associazioni di Volontariato…..”.
Ecco in due righe la sintesi dell’agenda politica del sindaco in tema di immigrazione e di accoglienza. Ecco trovata la soluzione definitiva alla tragica realtà degli afghani dell’Ostiense: affamiamoli così se ne vanno!
                                                                                              Andrea Catarci
Onorevoli Sindaco e Assessora,
da molti mesi il Municipio Roma XI segue la tristissima situazione dei profughi Afgani presenti nel suo territorio, presso gli spazi adiacenti all’Air Terminale Ostiense  e, insieme alle Associazioni operanti nel campo dei diritti umani, tenta di difendere il diritto a una vita dignitosa di questa umanità sfortunata appellandosi alle Istituzioni per porre fine a questa tragedia. Purtroppo I servizi di Le iene, Rai Due e della televisione francese, decine di lettere, appelli, manifestazioni pubbliche, l’interesse della Commissione Diritti Umani del Senato e dell’UHNCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, non sono bastate ad imporre la questione dei rifugiati afghani dell’Ostiense tra le priorità dell’agenda politica cittadina. Niente è stato fatto per promuovere una politica dell’accoglienza che tenga conto di questa tragica realtà.
 Gli afghani sono tutti richiedenti asilo, perché fuggiti da una guerra da loro non scelta ma subita e in cui, per di più, l’Italia è ancora, tragicamente, parte attiva! Malgrado ciò, vi è stato solo un intervento lo scorso novembre, con posti provvisori a Castelnuovo di Porto, poi poco altro in collaborazione con il Centro Astalli: solo misure estemporanee e eclatantemente inadeguate, prese dietro la spinta incalzante del Municipio XI e delle Associazioni. In questo caso occorrono rimedi impegnativi e duraturi per accogliere chi è già stato dolorosamente colpito e che ha diritto di  asilo e accoglienza ai sensi di legge e dei trattati internazionali.
Insieme a Medici per i diritti umani, l’associazione di volontariato che ha distribuito nuovamente delle tende come unico ed insufficiente riparo dal freddo e dal fango, continuerò a denunciare una situazione ormai cronica: accanto ai binari della stazione, tra l’Air Terminal e Viale C. Colombo, aumentano le persone in disumane condizioni di vita. Oggi sono circa un centinaio, con molti minori e persone malate e non si può più pensare che una situazione di tale portata possa essere soltanto gestita dalle Associazioni territoriali e dalla spinta di solidarietà che le muove. Trovare la soluzione di tali problematiche è compito della politica. E’ compito di ogni Paese che si definisce civile. E non per il fine del decoro e dell’ordine pubblico.  Una tragica realtà non si nasconde dietro sgomberi e trasferimenti coatti, come è avvenuto negli ultimi giorni  su intervento delle Forze dell’Ordine (che per giunta hanno danneggiato o disperso le poche e povere cose delle persone afgane), una tragica realtà si affronta e si risolve perché è un atto dovuto di civiltà, un imperativo categorico a cui non possiamo sottrarci se vogliamo continuare a definirci civili.
Torno pertanto a chiedervi con forza di affrontare la situazione con la massima urgenza e di avviare interventi a carattere permanente, a cominciare da un centro di prima assistenza, orientamento e accoglienza, valorizzando l’opera del Municipio e delle associazioni presenti nell’area, Medici per i Diritti Umani in testa che, invece, sono stati colpevolmente abbandonati.
Certo dell’attenzione che rivolgerete alla presente, in attesa di urgente riscontro, vi invio cordiali saluti.

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