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Ciancimino: Dell’Utri condannato se avesse avuto come Pm Falcone

Nuovi verbali agli atti dei pm di Palermo

PALERMO = Oltre alle rivelazioni di Lipari e ai verbali con le dichiarazioni rese ai pm nisseni dal giudice Contri, agli atti del processo Mori sono stati depositati i verbali di interrogatorio del colonnello dei carabinieri Antonello Angeli, indagato per favoreggiamento aggravato nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia. L'ufficiale si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma i pm hanno depositato il capo di imputazione a suo carico.

Angeli è accusato di avere "omesso dolosamente di sequestrare documenti di interesse processuale" custoditi a casa di Ciancimino. Secondo i magistrati, il 17 febbraio del 2005, i carabinieri non  avrebbero volontariamente perquisito la cassaforte della casa di Massimo Ciancimino in cui era custodito il papello. Inoltre sono stati depositati due scritti dell'ex sindaco Vito  Ciancimino: in uno, a proposito di un vecchio procedimento penale conclusosi con l'assoluzione del politico M=arcello dell'Utri, Don Vito scrive che "se il processo l'avesse fatto Falcone e l'avesse celebrato il giudice Ingargiola, sarebbe stato condannato".

Nell'altro Ciancimino sostiene che "Mori e De Donno nel processo per la strage dei Georgofili di Firenze hanno reso falsa testimonianza" e  che i legali di Riina e dei boss Graviano avrebbero voluto che Ciancimino deponesse per "sbugiardare" i due militari proprio sulla trattativa.

I pm della Dda Nino Di Matteo e Antonio Ingroia, pubblica accusa al processo al generale dei carabinieri Mario Mori, imputato, insieme al colonnello Mauro Obinu, di favoreggiamento aggravato alla mafia, hanno depositato una nuova corposa documentazione agli atti nel dibattimento in corso davanti alla quarta sezione del tribunale.

Tra le carte da oggi a disposizione dei legali dell'ex ufficiale del Ros gli interrogatori del geometra Pino Lipari, consiglieri del boss Bernardo Provenzano, già condannato per associazione mafiosa, che confermano l'esistenza della trattativa tra i carabinieri e Cosa nostra, "raccontata" ai magistrati da Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, che sarebbe stato protagonista del presunto patto stretto tra le istituzioni e la mafia.

Agli atti del processo anche, tra l'altro, alcuni documenti manoscritti di Ciancimino senior, consegnati ai pm dal figlio, interrogatori recenti di Massimo Ciancimino e le dichiarazioni rese ai magistrati di Caltanissetta dal giudice Fernanda Contri.

31/03/2010                                da Siciliaweb.it

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