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Non solo il Circeo, ho commesso anche altri reati gravi. Un giorno li dirò…Izzo in aula al Processo di Brescia

Strage, al processo
le «confessioni» di Izzo

PIAZZA LOGGIA. Torna per la seconda volta davanti ai giudici della corte d’assise il «mostro del Circeo» fresco di cerimonia nuziale celebrata in carcere. «Quando sono uscito volevo far bene, ma ho sbagliato ancora. Non ho commesso solo il delitto del 2005, ma pure altri gravi reati».

  • 12/03/2010

Brescia. Voleva essere un uomo diverso, voleva abbandonare la sua concezione di «uomo guerriero, che rapina e stupra», ma non ce l’ha fatta: è tornato a sbagliare, ha ucciso e stuprato di nuovo e non ha ancora raccontato tutto quello che ha fatto. E ieri, sentito come teste al processo per la strage di piazza della Loggia, nella nuova veste di uomo appena convolato a nozze, Angelo Izzo, noto come «mostro del Circeo», sollecitato dalle contestazioni degli avvocati difensori che puntavano a farlo apparire del tutto inattendibile di fronte ai giudici della corte d’assise di Brescia, ha confessato i suoi errori.
Sbagli che non lo coinvolgono direttamente nella strage di Brescia, ne che secondo lui mettono in dubbio quanto ha raccontato ai giudici su quanto appreso in trentacinque anni di detenzione sui vari attentati della destra eversiva, ma errori che riguardano la sua vita.
LO SFOGO è arrivato al termine di quasi quattro ore di testimonianza, dopo aver ricostruito i propri rapporti con tutti i terroristi neri. A scatenare la reazione la contestazione dell’avvocato Mita Mascialino che gli ha letto le dichiarazioni verbalizzate il 12 aprile 1985 in cui ammette di avere avuto «una giovinezza viziata conclusasi con un delitto ripugnante, che ora rinnego. Ma adesso ho imparato a riconoscere l’umanità degli altri, dei detenuti, ma anche di chi sta fuori». Immediato per Izzo collegare le dichiarazioni di pentimento con quando successo nell’aprile del 2005 dopo aver ottenuto la semilibertà nel novembre 2004 dal tribunale di sorveglianza di Palermo. Il 28 aprile del 2005 Izzo ha ucciso in provincia di Campobasso Maria Carmela Linciano e Valentina Mariorano di 14 anni, rispettivamente moglie e figlia di un pentito della Sacra corona unita conosciuto in carcere. Innegabile il contrasto tra le dichiarazioni di pentimento e il duplice omicidio.
«A VOLTE LA VITA è complicata – ha dichiarato Izzo -. Quando sono uscito dal carcere in semilibertà volevo comportarmi bene. Purtroppo un po’ per megalomania, un po’ per pressioni e per una serie di problemi, è venuta nuovamente fuori la mia parte violenta, che pensavo di poter tenere a bada. Sono una persona ricaduta in un nuovo errore».
Ma gli errori per Izzo non si limitano al duplice omicidio di Mirabello Sannitico. «In questi anni ho commesso anche altri reati gravi, non solo il delitto. Forse un giorno ne parlerò, ma questa non è la sede per farlo, risponderò con le garanzie e nelle sedi opportune». E Angelo Izzo, che da mercoledì dopo il matrimonio si sente un uomo nuovo, e ha confidato agli agenti di polizia penitenziaria che l’hanno scortato a Brescia, che la cerimonia è andata bene, lascia intendere che potrebbe chiedere quanto prima di parlare con i giudici e di voler collaborare ma non «in maniera svogliata» come ha fatto in precedenza. Izzo, in sostanza, sostiene di aver detto tutta la verità su quanto sapeva della strage di Brescia, ma nel futuro forse potrebbe riservare sorprese.

Wilma Petenzi

da Bresciaoggi del 12.3.2010 

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